Ricostruiti naso e labbro in 3D a un bimbo morso da un animale

Il delicato intervento è stato eseguito all'Ospedale Bambino Gesù di Roma su un bambino di 10 anni di origini indiane, utilizzando una stampa 3D

Foto di Eleonora Lorusso

Eleonora Lorusso

Giornalista, esperta di salute e benessere

Milanese di nascita, ligure di adozione, ha vissuto negli USA. Scrive di salute, benessere e scienza. Nel tempo libero ama correre, nuotare, leggere e viaggiare

Pubblicato:

Era stato morso da un animale, in India, ma a Roma un bambino di appena 10 anni ha ritrovato la possibilità di vivere una vita normale e senza problemi di salute. Il tutto grazie alla ricostruzione del naso e del labbro superiore, con una stampa a 3D. È accaduto all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù della capitale, dove l’équipe di Chirurgia plastica ha effettuato un intervento innovativo che ha permesso al piccolo di risolvere la grave mutilazione.

Ricostruiti naso e labbro con stampa 3D

L’operazione alla quale è stato sottoposto il piccolo Ravi (nome di fantasia) è stata all’avanguardia e si è svolta in tre fasi. I medici, infatti, hanno lavorato alla ricostruzione della parte esterna degli organi deturpati dal morso dell’animale avvenuto in India, al ripristino delle mucose interne sia del naso che della parte superiore del labbro, e alla ricostruzione della parte scheletrica e cartilaginea del naso. La tecnica è stata in parte simile a quella impiegata nei casi di labiopalatoschisi, ossia di “labbro leporino”. Prima di intervenire, però, sono stati studiati casi clinici analoghi.

Come sono intervenuti i medici

Per quanto riguarda la ricostruzione della parte di scheletro e cartilagine del naso danneggiato l’équipe di chirurghi ha effettuato un prelievo dalla costola del bambino. Si è trattato di una delle fasi più difficili e complesse da eseguire, resa tale dal fatto che, a differenza di altri casi analoghi di ricostruzione, non si poteva partire da lembi dell’organo rimasti: in questo caso si era in assenza totale del naso. Quando si trattato di procedere con la ricostruzione del rivestimento esterno, invece, i medici hanno fatto ricorso a lembi di pelle e muscolo presi dalla fronte del piccolo, in modo da ottenere un risultato quanto più omogeneo possibile, anche da un punto di vista estetico.

Una pietra miliare nella chirurgia pediatrica

“Questo intervento rappresenta una pietra miliare nella chirurgia plastica. Non solo abbiamo ripristinato una parte fondamentale dell’aspetto fisico di Ravi, ma gli abbiamo restituito la possibilità di vivere una vita più serena e dignitosa”, ha spiegato il dottor Mario Zama, responsabile dell’Unità operativa complessa di Chirurgia Plastica e Maxillofacciale dell’Ospedale. “Con questi interventi siamo riusciti a ricostruire da zero il naso di Ravi. Un risultato eccezionale nel suo genere reso possibile grazie alla stretta collaborazione tra chirurghi plastici, ingegneri, radiologi, anestesisti, rianimatori e altri specialisti dell’Ospedale”, ha aggiunto il dottor Zama.

La stampa 3D e il suo ruolo in chirurgia

Perché il complesso intervento potesse andare a buon fine, si è fatto ricorso al laboratorio 3D, che ha permesso di ottenere modelli fedeli al cranio del bambino. Successivamente è stato scelto un naso che potesse adattarsi al meglio alla conformazione del viso del bambino. Ravi, infatti, era giunto dall’India con la grave menomazione, conseguenza del morso di un animale. Ma non si tratta dell’unico caso nel quale i medici si sono potuti avvalere della stampa 3D. Da tempo, infatti, questa tecnica è stata introdotta in chirurgia ed è diventata di grande supporto ai medici.

Perché si ricorre al 3D

Invece di limitarsi alle immagini bidimensionali su uno schermo, come possono essere quelle di una radiografia, oggi il personale medico può avvalersi di strumenti fisici in 3D per acquisire maggiori dati e più precisi, sia a livello diagnostico che interventistico. Non solo possono essere realizzati modelli per simulazioni, come nel caso del bambino indiano operato a Roma, ma le immagini in 3D servono anche a migliorare la precisione negli interventi chirurgici. A questo riguardo sono esemplificative le parole utilizzate dal dottor Peter Rose, chirurgo ortopedico specializzato in oncologia, presso la Mayo Clinic di Rochester, Minnesota, uno dei centri di eccellenza in materia. “Se qualcuno ha un tumore intorno al ginocchio, per esempio, è abbastanza facile capire come procedere. I tagli che si fanno per la maggior parte saranno tagli abbastanza dritti, che possono essere fatti sia servendosi di una telecamera a raggi X per guidarci, che con una maschera di taglio o a mano libera. Ma quando abbiamo tumori che si trovano all’interno e intorno al bacino, per esempio, o tumori che si trovano all’interno e intorno alla colonna vertebrale, dove sono molto complicati e si estendono su diversi comparti anatomici (la stampa 3D, NdR) è uno strumento estremamente utile”.

Il boom della tecnologia in 3D

A conferma il sempre maggiore ricorso alla tecnologia tridimensionale e alle stampe 3D sono anche i dati, che arrivano ancora dagli Stati Uniti. Il numero di ospedali negli USA dotati di stampanti 3D all’interno o in prossimità dell’ospedale è cresciuto da solo tre registrati nel 2010 a oltre 100 attuali. Anche in Italia aumentano i nosocomi che possono disporre di laboratori 3D che possono effettuare stampe medicali. Tra gli interventi resi possibili negli ultimissimi anni, ci sono il primo caso di impianto di protesi da polso stampata in 3D a Roma o l’intervento innovativo eseguito alle Molinette di Torino nel 2023: si è trattato del primo in assoluto e del terzo al mondo di impianto di valvole a cuore battente, grazie alla stampa 3D. Nello specifico si è potuto realizzare un cuore stampato in 3D identico a quello del paziente, poi impiantato all’uomo. I medici, prima dell’operazione, si erano potuto cimentare con l’organo e avevano pianificato con cura il delicato intervento.