In media le ambulanze dovrebbero impiegare 18 minuti per raggiungere i luoghi dove si trovano i pazienti. Ma la realtà è ben diversa, come emerge dai dati dell’ultimo rapporto sulle performance delle aziende sanitarie e ospedaliere, realizzato da Agenas, l’Agenzia Nazionale per i Servizi sanitari Nazionali. Esistono, però, casi più o meno virtuosi, come quello di Vibo Valentia, che rappresenta il fanalino di coda della classifica.
L’importanza di interventi tempestivi
L’importanza dell’intervento tempestivo delle ambulanze è spesso fondamentale per la riuscita del soccorso da parte di sanitari e parasanitari. Per questo il tempo che intercorre tra la chiamata di un cittadino al 118 e l’arrivo dell’ambulanza può risultare decisivo. A stilare la classifica sulla prontezza delle ambulanze è stata Agenas, che ha preso in esame i dati forniti dalle Asl, le Aziende sanitarie locali, di tutto il territorio nazionale. Ne è derivata una classifica dei servizi più efficienti e di quelli dove sarebbe necessario intervenire con maggiore prontezza.
Il rapporto Agenas: i servizi quelli più lenti
Prendendo in considerazione 110 Asl, è emerso che in 41 di queste le ambulanze impiegano più di 20 minuti per raggiungere il paziente che ha chiamato i soccorsi. La media nazionale, invece, dovrebbe essere di 18 minuti. Il dato peggiore è stato registrato a Vibo Valentia, in Calabria, con una media di 35 minuti impiegati da un mezzo di soccorso per arrivare sul luogo. Anche in altre realtà calabresi, però, si superano i 30 minuti. Tra gli altri territori dove si riscontrano criticità figurano anche la Sardegna, con 26 minuti necessari a Oristano, e la Sicilia, con i 25 minuti di media a Messina.
Le ambulanze più veloci
Tra gli esempi, virtuosi, invece, viene menzionata la Asl Giuliano-Isontina, cioè di Trieste e Gorizia, con una media di attesa dei mezzi di appena 12 minuti. A seguire si trovano, invece, Piacenza, Chiavari, Reggio Emilia, Parma e Genova, dove il tempo medio è di 13 minuti, dunque al di sotto dei 18 raccomandati dalle linee guida.
Le raccomandazioni nazionali per i Pronto Soccorso
In base alle indicazioni nazionali, infatti, l’arrivo dei soccorsi dovrebbe essere di 2 minuti sotto i 20, indicati come standard di qualità. Il rapporto Agenas, però, rivolge le proprie attenzioni anche ai tempi di attesa, una volta giunti in Pronto Soccorso. In questo caso, il documento dell’Agenzia rileva che le percentuali di permanenza sono superiori alle 8 ore per ben 1 paziente su 5, ossia nel 20% dei casi. Si tratta del tempo medio registrato in grandi ospedali come il Policlinico di Tor Vergata e il Sant’Andrea a Roma, così come l’Azienda Ospedaliera Unica (Aou) di Cagliari.
Screening e assistenza in miglioramento
Un dato positivo, invece, riguarda i livelli di assistenza ai pazienti e gli screening che sono offerti ai cittadini. Se nel caso delle ambulanze molte Asl del Sud Italia erano nelle posizioni più basse della classifica, in questo ambito si registra un miglioramento delle performance anche nel Mezzogiorno. Ad esempio, per quanto riguarda gli esami di prevenzione per il tumore alla mammella crescono gli screening, anche se i risultati migliori provengono ancora da realtà del Nord: sul gradino più alto del podio si trova, infatti, la Asl di Asti con l’82,5%, seguita dalle di Ferrara e Trento; Agli ultimi posti in classifica, invece, si collocano realtà come quelle di Bari, Catanzaro e Cosenza. Un altro esempio di intervento è rappresentato, inoltre, dallo screening della cervice uterina per il quale risultano in testa Imola, Modena e Brianza; per il colon primeggiano Aosta, Polesana e Alessandria. I maggiori incrementi rispetto alle performance dell’anno precedente riguardano l’Asl di Novara (+27,3%), l’Ats Val Padana (+23,1%), l’Asl di Bari (+16,7%) e l’Ats Brescia (+14,3%).
Migliori i numeri che invece hanno a che fare con l’assistenza domiciliare, la cosiddetta Adi: i livelli maggiori provengono in questo caso dalla Ulss Polesana, dalla Asl Molise e da quella di Teramo. A fondo classifica si trova ancora una volta Catanzaro, insieme alla realtà sarda della Gallura e a quella pugliese di Bari.
La situazione per gli interventi chirurgici
Il report di Agenas prende in considerazione anche alcuni tra gli interventi più comuni o richiesti a livello chirurgico. Ad esempio, per quanto riguarda le operazioni che si possono rendere necessarie nell’ambito dell’oncologia al seno, in cima alla classifica si trova l’azienda ospedaliera Pisana, che è in grado di garantirli entro 30 giorni, come a Modena e a Verona. Occorre attendere fino al 20% del tempo in più, invece, all’azienda sanitaria locale di Brotzu, in Sardegna, come a Cagliari e a Perugia. Per i tumori del colon entro 30 giorni, al vertice si trovano gli Spedali Civili di Brescia, Padova e il San Gerardo di Monza, in Lombardia. La maglia nera, invece, spetta all’azienda ospedaliera Papardo di Messina, al Dulbecco di Catanzaro e al Cannizzaro di Catania. Infine, per le protesi all’anca – per le quali si raccomandano tempi di attesa non oltre i 180 giorni, le performance migliori superano il 94% al San Giovanni di Roma, agli Spedali Civili di Brescia e all’Azienda ospedaliera Unica di Padova, mentre di contro quelle peggiori si registrano ancora una volta in Calabria a Catanzaro, e in Sardegna a Cagliari e Brotzu.