Prolasso genitale: cos’è, cause, sintomi, cura

Il prolasso genitale è una condizione in cui gli organi pelvici, come la vescica, l'utero o il retto, scendono dalla loro posizione normale e protrudono nella vagina a causa dell'indebolimento dei muscoli e dei tessuti di supporto

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Andrea Costantino

Medico chirurgo

Medico abilitato alla professione, iscritto all'albo dei Medici e degli Odontoiatri di Siena.

Pubblicato: 13 Giugno 2024 10:02

Per prolasso genitale si intende la discesa degli organi pelvici attraverso il canale vaginale. Per capire al meglio come avviene è utile inquadrare il funzionamento del pavimento pelvico.

Il pavimento pelvico è l’insieme di muscoli, legamenti e tessuto connettivo che costituisce il supporto di tutti gli organi della regione pelvica, ossia utero, vescica, intestino e uretra (nel caso dei soggetti di sesso femminile). Per alcuni motivi- che vedremo in seguito- può succedere che il pavimento si indebolisca o si lesioni: ciò provocherà una compromissione della sua funzione di sostegno ed il prolasso degli organi pelvici, definito prolasso genitale.

In questo caso sarà quindi, ad esempio, possibile che l’utero scivoli verso il basso, fino a protrudere all’interno della vagina o addirittura al di fuori dell’orifizio vaginale esterno (prolasso uterino). Sebbene il prolasso possa presentarsi in donne di qualunque età, a esserne più colpite sono le donne in menopausa e quelle che hanno avuto più parti naturali.

Diversi gradi di gravità del prolasso genitale

Il metodo oggi più condiviso per misurare la gravità del prolasso genitale è il sistema POP-Q (Pelvic Organ Prolapse – Quantification) che si basa su punti di riferimento anatomici ben definiti in modo tale da standardizzare i rilevamenti clinici. Si identificano quindi:

  • Stadio 0: rappresenta una condizione di normalità, quando c’è assenza di prolasso.
  • Stadio 1: (prolasso lieve) la protrusione è a un cm o più di distanza dall’imene.
  • Stadio 2: Il prolasso è circa all’altezza dell’imene, tra un cm sopra e un cm sotto.
  • Stadio 3: il prolasso è moderato: la protrusione è più in basso di un cm dall’imene ma è più corto della lunghezza totale del canale e potrebbe raggiungere l’apertura della vagina.
  • Stadio 4: si ha una fuoriuscita dell’organo dalla vagina.

Cause del prolasso

Tra le cause del prolasso genitale figurano tutte quelle responsabili di un indebolimento delle strutture del pavimento pelvico. Tra queste:

  • Invecchiamento e menopausa, nel corso della quale si riduce la produzione di estrogeni, responsabili della tonicità del pavimento pelvico
  • Parto naturale: soprattutto nel caso di donne multipare o di neonati di grandi dimensioni
  • Sovrappeso o Obesità
  • Stipsi
  • Bronchite cronica
  • Sollevamento di grandi pesi in modo scorretto
  • Malattie congenite: ad esempio, le malattie del collagene

Sintomi e complicazioni

I sintomi sono diversi a seconda della gravità del prolasso. Nei casi più lievi le pazienti potrebbero essere asintomatiche. Nel caso invece di prolasso di grado moderato o severo potrebbero cominciare a manifestarsi sintomi, come sensazione di pressione o pienezza in vagina o percezione della fuoriuscita di organi nei casi più severi. Si possono infatti osservare il cistocele (o prolasso vescicale) o il rettocele (prolasso dell’ultimo tratto dell’intestino).

Dal punto di vista dei sintomi, molte donne lamentano dolori durante i rapporti sessuali o disturbi urinari, come incontinenza urinaria o incapacità a svuotare completamente la vescica. Ciò potrebbe predisporre ad infezioni ricorrenti delle vie urinarie. Nel caso di prolassi agli ultimi stadi la mucosa vaginale può diventare asciutta, infiammarsi, inspessirsi ed essere esposta ad infezioni, fino alla formazione di vere e proprie ulcere responsabili di dolore e sanguinamenti.

Un corretto follow up ginecologico è fortemente raccomandato in questi casi, sia per la diagnosi che per le cure e la valutazione delle complicanze.

Diagnosi del prolasso genitale

La diagnosi di prolasso genitale si basa su:

  • esame pelvico. Generalmente è sufficiente una visita vaginale con uno speculum per diagnosticare un prolasso; Sempre durante la visita, il ginecologo potrebbe far contrarre i muscoli pelvici alla paziente per valutare la forza muscolare e un eventuale indebolimento del pavimento pelvico;
  • questionario di valutazione, in cui il medico intervisterà la paziente per chiedere i sintomi e i disagi vissuti nella quotidianità;
  • esami strumentali, come ecografiarisonanza magnetica. Nella maggior parte dei casi non sono necessari, ma potrebbero essere chiesti dal medico a completamento per valutare al meglio il grado di gravità del prolasso;
  • in caso di ulcere gravi può essere richiesta una biopsia per escludere la presenza di un carcinoma.

Terapia per il prolasso genitale

Ovviamente il tipo di trattamento varia a seconda della gravità del prolasso.

In caso di prolasso lieve non esiste un trattamento particolare. Sarebbe bene intervenire con alcune buone pratiche – consigliate a tutte le donne per mantenere in salute il proprio pavimento pelvico – che in caso di piccola protrusione potrebbero farla regredire. Il rimedio più consigliato sono gli esercizi di Kegel oppure delle apposite palline per rinforzare la muscolatura pubica. Sarebbe ottimo, poi, perdere peso in caso di sovrappeso grave e obesità ed evitare il sollevamento di oggetti pesanti. Questi rimedi, tuttavia, funzionano solo se praticati con una certa costanza e soprattutto nei casi di lieve entità.

Nei casi di prolasso moderato è utile l’utilizzo del pessario, in associazione o meno ad una terapia ormonale a base di estrogeni secondo quanto stabilito dal ginecologo di riferimento. Il pessario è un anello costituito da materiale flessibile, come la gomma o il silicone, che va inserito profondamente nella vagina in modo tale da sostenere in modo meccanico gli organi pelvici ed evitarne il prolasso. Sarà ovviamente lo specialista ad istruire la paziente all’utilizzo corretto del presidio. Per quanto riguarda gli estrogeni, il loro utilizzo può essere giustificato dagli effetti che essi hanno sulla tonicità del pavimento pelvico, e dal fatto che durante la menopausa si assiste ad una drastica riduzione della produzione di estrogeni con conseguente indebolimento della muscolatura pelvica stessa.

Purtroppo, questi trattamenti potrebbero fallire. In questi casi, o in quelli di prolasso più severo, l’unica terapia risolutiva è rappresentata dall’intervento chirurgicoche consiste nel riportare nella loro regolare sede anatomica gli organi prolassatiNello specifico, l’intervento risulta particolarmente necessario nei casi in cui la qualità della vita della paziente sia compromessa dal disturbo. Nel caso del prolasso uterino, oltre all’intervento di riposizionamento dell’utero nella sua sede anatomica e all’eventuale riparazione della porzione di pavimento pelvico danneggiata, potrà essere valutato un intervento di isterectomia, ossia di asportazione dell’organo stesso.

Ovviamente la scelta del tipo di intervento dipenderà da un’attenta valutazione dello specialista sulla base della storia clinica della paziente e delle sue condizioni generali.

Prevenzione

La miglior medicina, comunque, rimane sempre la prevenzione: mantenere in buona salute il proprio pavimento pelvico aiuterà a prevenire il prolasso in alcuni casi. Come fare? Un buon modo è quello di praticare con costanza gli esercizi di Kegel: è possibile eseguirli ovunque e in qualunque posizione. Sono esercizi semplici, consistenti ad esempio nel contrarre i muscoli pavimento pelvico per 5-10 secondi e rilassarsi per lo stesso tempo per 10 volte.

Per quanto riguarda lo stile di vita, è utile alimentarsi in modo adeguato, con una dieta ricca di fibre ed acqua per evitare la stipsi; bisogna evitare di sollevare pesi elevati in modo scorretto; smettere di fumare nel caso di bronchite cronica è fortemente consigliato; infine, nei soggetti in sovrappeso o obesi è utile perdere qualche chilo.