Lo sappiamo. Durante la gravidanza il corpo della donna si adatta alla fase che sta vivendo, sotto la spinta degli ormoni. E progressivamente tutti gli organi si predispongono ai nove mesi che accompagneranno la nascita del bebè. Se la fisiologia della gestazione sul fronte ginecologico è ben definita, ci sono però ancora diversi misteri che riguardano il sistema nervoso materno.
Ed in particolare appare molto importante comprendere come si modifica il cervello, non solo sul fronte dei neurotrasmettitori (ovvero i composti che facilitano la trasmissione dei segnali nervosi e possono entrare in gioco nei quadri di depressione) ma anche e soprattutto sotto l’aspetto anatomico e fisiologico. Ora arriva una ricerca pubblicata su Nature Neuroscience fa luce proprio su questo. Ovvero, ci permette di “vedere” cosa accade nel cervello della gestante e come cambia. Offrendo anche stimoli per la ricerca su possibili nuovi approcci per quadri come la depressione post-partum.
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Una serie di “istantanee”
Per la prima volta, insomma, la scienza compie un vero e proprio viaggio per immagini del cervello che si prepara alla maternità, sulla scorta dei mutamenti ormonali che interessano l’intero organismo. Lo studio è stato condotto dagli esperti guidati da Emily Jacobs dell’Università della California di Santa Barbara assieme ad Elizabeth Chrastil dell’Università della California di Irvine.
“Volevamo osservare la traiettoria dei cambiamenti cerebrali specificamente all’interno della finestra gestazionale – spiega in una nota dell’ateneo Laura Pritschet, autrice principale. Studi precedenti avevano scattato istantanee del cervello prima e dopo la gravidanza, ha affermato, ma non avevamo mai assistito al cervello di una donna incinta nel mezzo di questa si è proseguito per due anni dopo il parto. E si sono quindi osservati i cambiamenti nella materia grigia e bianca del cervello durante la gestazione. Lo studio fa quindi pensare che il cervello si può “riadattare” progressivamente, conservando la plasticità neuronale, anche in età adulta. Grazie allo studio si sono meglio compresi i mutamenti neurobiologici della donna.
Cala la materia grigia e cresce quella bianca
I cambiamenti più pronunciati che gli scienziati hanno trovato nelle loro valutazioni sono legati soprattutto al calo volumetrico della materia grigia corticale, la parte esterna rugosa del cervello. Più la gravidanza procede sotto la spinta ormonale, più tende a scendere il volume della materia grigia. Anche se nel vissuto generale questo potrebbe essere considerato un problema, non è così.
Secondo gli esperti questo mutamento potrebbe indicare una “messa a punto” dei circuiti cerebrali, non diversamente da ciò che accade a tutti i giovani adulti durante la transizione alla pubertà e quando il loro cervello diventa più specializzato. Insomma: la corteccia cerebrale si adatta progressivamente in giovane età ed anche la gravidanza potrebbe essere una fase di passaggio in questo processo.
Va comunque detto che progressivamente tende ad ampliarsi la materia bianca. Ed anche questo è importante, visto che questa, all’interno del cervello, agevole la trasmissione tra le diverse aree. Mentre la diminuzione della materia grigia si è mantenuta a lungo dopo il parto, l’aumento della materia bianca è stato transitorio, raggiungendo il picco nel secondo trimestre e tornando ai livelli pre-gravidanza intorno al momento del parto. I ricercatori segnalano come questi dati potrebbero essere alla base di ulteriori ricerche in grado di indicare chi rischia di più un quadro di depressione post-partum o comunque un umore cupo al termine della gravidanza.