Ecocardiogramma: cos’è, preparazione

L'ecocardiogramma è un esame diagnostico che utilizza gli ultrasuoni per creare immagini del cuore in movimento, valutando la struttura e la funzione delle camere e delle valvole cardiache, oltre alla capacità del cuore di pompare sangue

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Carlotta Dell'Anna Misurale

Medico

Laureata in Medicina, appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

Pubblicato: 28 Aprile 2024 11:29

L’ecocardiografia, comunemente nota come ecocardiogramma, è una metodica diagnostica cardiaca basata sull’impiego di ultrasuoni. Questa tecnica, minimamente invasiva e generalmente priva di rischi, permette l’esplorazione dettagliata del cuore attraverso la rilevazione delle immagini delle varie strutture cardiache e l’analisi del movimento del sangue attraverso le sue camere.

Gli ecocardiogrammi sono fondamentali per identificare patologie cardiache, tra cui lesioni al miocardio, anomalie congenite, insufficienza cardiaca, malattie delle valvole cardiache e infiammazioni dell’endocardio.

Durante l’ecocardiografia l’obiettivo è visualizzare il muscolo cardiaco e valutarne la morfologia, lo spessore delle pareti, la motilità e la contrattilità , le valvole cardiache nonché i vasi sanguigni ad esso associati e la circolazione sanguigna all’interno delle cavità cardiache.

L’esame viene condotto tramite un ecografo, ossia una sonda a ultrasuoni collegata ad uno schermo che, quando appoggiata al corpo, permette di visualizzare gli organi e i tessuti dell’area esaminata.

Esistono tre diversi tipi di ecocardiogramma e le metodologie procedurali presentano alcune differenze a seconda della tecnica utilizzata:

  1. Ecocardiogramma transtoracico (TTE): è la procedura standard e più praticata. Durante l’esame il paziente viene fatto stendere supino e a torso scoperto su un apposito lettino,  e dopo aver spalmato nell’area interessata il gel ecografico, si appoggia la sonda a ultrasuoni in alcuni punti strategici e si studiano diversi parametri da diverse prospettive.  A seconda della finalità dell’accertamento è possibile ricorrere ad un ecocardiogramma da sforzo, per valutare il comportamento del muscolo cardiaco prima e dopo l’attività fisica, o per valutare gli effetti dell’assunzione di particolari farmaci.
  2. Ecocardiogramma transesofageo (TEE): si tratta di una tecnica più invasiva ma che permette di ottenere immagini più precise del cuore e delle sue valvole. Durante l’esame il paziente viene sottoposto ad un’anestesia locale della gola tramite un apposito gel o spray, dopodiché il cardiologo inserisce nell’esofago un endoscopio munito di sonda a ultrasuoni.
  3. Ecocardiogramma color-Doppler: eseguibile sia in modalità transtoracica che transesofagea, permette di visualizzare il flusso sanguigno all’interno del cuore e dei vasi ad esso associati. Sullo schermo, la tecnologia color-doppler permette di distinguere con una diversa colorazione la direzione del flusso sanguigno attraverso le cavità toraciche.

L’ecocardiogramma transesofageo (TEE) ha diversi vantaggi nella visualizzazione delle strutture cardiache avendo minori interferenze causate da tessuti interposti. È un esame cruciale per la diagnosi accurata di condizioni come endocardite, anomalie delle protesi valvolari e la presenza di trombi. Il TEE è anche fondamentale durante interventi chirurgici e procedure interventistiche per la guida in tempo reale. È particolarmente utile per pazienti in cui la TTE non è indicativa, come quelli obesi o con malattie polmonari ostruttive. Solitamente è un esame di seconda linea a causa della sua invasività, ma rimane una risorsa inestimabile nei casi sopra citati.

Quando effettuare un ecocardiogramma

L’ecocardiogramma fornisce informazioni preziose circa lo stato di salute del cuore, in particolare è possibile individuare e localizzare importanti alterazioni nella motilità delle regioni del muscolo cardiaco. In genere i medici prescrivono un’ecocardiografia quando la sintomatologia del paziente fa supporre una malattia cardiaca. Si tratta di un esame del tutto sicuro e non doloroso, che non comporta rischi per il paziente e che pertanto può essere eseguito da soggetti di tutte le età e può essere ripetuto più volte.

Nello specifico un ecocardiogramma consente di diagnosticare:

  • Danni al miocardio provocati da infarti o ischemie; in più l’ecocardiografia consente di individuare l’esatta sede infartuata e l’estensione dei danni, così da monitorarne le alterazioni nel corso del tempo.
  • Difetti congeniti del cuore; attualmente grazie ad una nuova tecnica detta ecocardiogramma transaddominale è possibile effettuare un’ecocardiografia già dalle prime settimane di vita del feto per individuarne eventuali malformazioni da correggere con interventi dopo il parto.
  • Insufficienza cardiaca, quando il cuore non pompa adeguatamente il sangue verso i vari organi e tessuti del corpo.
  • Cardiopatie, come la valvulopatia, ossia alterazioni funzionali o strutturali delle valvole cardiache, oppure cardiomiopatie, ossia condizioni che comportano una riduzione della contrattilità del cuore.
  • Endocarditi dovute ad infezioni generalmente di origine batterica che comportano un’infiammazione dell’endocardio (ossia il rivestimento del miocardio) e delle valvole del cuore.

Risultati

L’ecocardiogramma è un esame ambulatoriale della durata media di circa un’ora, per cui generalmente al termine della procedura il paziente può tornare autonomamente a casa. I risultati di solito sono disponibili dopo qualche giorno, tuttavia alcuni studi cardiologici e centri ospedalieri possono fornire i risultati anche subito dopo il test. Al ritiro del referto coincide un colloquio tra paziente e cardiologo per esaminare i risultati emersi e valutare gli eventuali accertamenti da eseguire o la terapia più adeguata a trattare la condizione.

Fonti bibliografiche: