Prepararsi prima è fondamentale, per non giungere sulle piste con le articolazioni arrugginite e i muscoli che non sopportano gli sforzi. E una volta giunti sulle piste è ovviamente importante, come ricordano gli esperti di Assosalute in una nota, ridurre il rischio di traumi e fare attenzione all’alimentazione, oltre che all’abbigliamento, proteggendosi dal clima rigido. Ma, dopo una giornata sulle piste, con il sole che batte e la neve che riflette i raggi, viene il lunedì.
Si rientra in ufficio, si riprende il tran-tran quotidiano. E con l’inizio della settimana, complici la fatica fisica e l’esposizione al clima freddo ed assolato, possono presentarsi piccoli disturbi, dalla comparsa dell’Herpes sulle labbra fino a fastidi agli occhi. Cerchiamo di capire cosa può accadere e come proteggerci.
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Attenzione all’Herpes labiale
Per chi è più sensibile alle riaccensioni dell’infezione da Herpes labiale si potrebbe pensare alla parafrasi del titolo di un celebre film di John Travolta. Solo che in questo caso non parliamo del sabato sera, quanto piuttosto della febbre del “lunedì mattina”. Anche e soprattutto dopo una giornata faticosa in montagna. Il virus infatti è pronto ad approfittare degli sforzi fisici intensi e, per il gentil sesso, della debolezza che caratterizza il periodo premestruale.
Ad oggi non si sa ancora con precisione come mai il virus dell’Herpes simplex si “riaccenda” in particolari momenti, anche se il numero e la frequenza delle recidive sono il risultato di un delicato equilibrio tra la tendenza del virus a riattivarsi periodicamente e le difese dell’organismo che gli impediscono di svilupparsi. Certo è che il cocktail sole e stanchezza ne favorisce la comparsa, specie nei periodi di stress.
Così compaiono le classiche, antiestetiche vesciche, cui si accompagnano dolori e debolezza. Poi le lesioni si trasformano in crosticine, fin quando l’attacco del virus scompare.
Ovviamente, non in tutte le persone si assiste a questa trafila. A fronte di quasi otto persone su dieci che ospitano il virus nel loro corpo, solo in un venti per cento di casi (una decina di milioni di persone) l’infezione si riaccende con frequenza. E la fatica della domenica sulle piste può diventare il “carburante” che anima il ceppo virale.
Contromisure possibili? Ci sono i farmaci e si può trarre vantaggio da un semplice cubetto di ghiaccio posto sulla lesione. Non ha significato (se non solo apparentemente estetico, visto che copre le lesioni) applicare pasta dentifricia. Né è utile il succo di limone. Ovviamente, in chiave preventiva, ricordate di proteggere non solo la pelle ma anche le labbra con prodotti idonei.
La neve riflette i raggi del sole ben quattro volte più della sabbia. L’esposizione al sole sommata allo sforzo fisico può slatentizzare l’infezione da herpes labialis.
Occhio all’occhio
Nel quadro classico della “sindrome del lunedì”, per chi ovviamente è soggetto a questi problemi, può poi subentrare anche la congiuntivite. E non solo. Dopo l’esposizione al sole senza adeguata protezione si possono sviluppare anche quadri di cheratite, condizione ben più seria, tipica conseguenza di un danno acuto da sole. Partiamo dalla congiuntiva, la membrana che ricopre le palpebre all’interno. Se si infiamma (e l’esposizione al sole, specie se in presenza di vento, è sicuramente un fattore di rischio) si manifesta con arrossamento, lacrimazione diffusa, a volte bruciore. Semplici impacchi (ad esempio con acqua e camomilla) possono aiutare a lenire i fastidi, considerando che ci sono anche farmaci specifici per la situazione.
La cheratite, che come detto è ben più preoccupante, è invece legata ad infiammazione della cornea, membrana trasparente situata nella parte anteriore della sclera, in pratica la parte bianca dell’occhio. La fotofobia, cioè la difficoltà a sopportare la luce, è un quadro tipico di questa situazione. si associa a lacrimazione intensa e bruciore. Lo specialista oftalmologo può offrire caso per caso la soluzione più indicata.
Scegliete occhiali che proteggano
Sul fronte della prevenzione, occorre puntare sugli occhiali da sole. Superando la scelta personale della montatura, magari dettata dalle tendenze della moda e dalla forma del viso, tenete presente che le lenti debbono essere in grado di offrire una protezione totale dai raggi Ultravioletti, sia A che B, e avere sempre ben visibile il marchio CE.
Più in generale, ricordiamo quanto è importante considerare la capacità di assorbimento delle lenti, ovvero il rapporto tra la quantità di luce che colpisce la superficie della lente e quella che attraversa la lente stessa giungendo all’occhio. Per ogni situazione esistono lenti caratterizzate da una capacità di assorbimento diversa a seconda dell’intensità della luce del luogo in cui ci si trova. Esistono cinque categorie di lenti. Quanto più la zona è luminosa, tanto più alta dovrà essere la capacità di assorbimento. In montagna, la capacità di assorbimento delle lenti dovrà essere particolarmente elevata.
Un’ultima raccomandazione. Per la prevenzione dei disturbi della “sindrome del lunedì” sappiate che esistono diverse categorie di lenti (da 0 a 4) e occorre individuare in base alle condizioni in cui ci si esporrà al sole quelle più indicate per ogni persona. E tenete presente che per preservare gli occhi dall’azione del vento e dall’ingresso negli occhi di corpuscoli estranei per chi sceglie di muoversi sui ghiacciai, è consigliabile scegliere una montatura abbastanza grande e con protezione laterale.