Covid, variante Stratus: a che punto è la diffusione in Italia

I dati dei contagi della nuova variante Covid crescono. Intanto negli USA arriva un nuovo vaccino

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Redazione

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Il Covid torna a far paura in Italia. Questa volta a preoccupare è la variante XFG, meglio nota come Stratus, che è diventata prevalente nel Paese. Secondo le rilevazioni regionali i casi aumentano di decine ogni settimana, in modo piuttosto uniforme su tutto il territorio. Nonostante la diffusione, però, la malattia non impensierisce gli esperti, che non la ritengono più grave rispetto alle mutazioni precedenti.

Aumenta la circolazione di Stratus, la nuova variante Covid

Secondo le rilevazioni più recenti del ministero della Sanità, nelle ultime settimane si è registrato un aumento di casi in Italia, pari a 2050 in 7 giorni tra il 28 agosto e il 3 settembre, con un raddoppio rispetto a 15 giorni prima. Secondo gli esperti si tratta prevalentemente di persone anziane con comorbidità o immunocompromesse. Quanto alla diffusione a livello territoriale, le Regioni che registrano il maggior numero di contagi, secondo gli ultimi report, sono Lombardia (532), Campania (319) e Emilia Romagna (24), che costituiscono però anche aree geografiche densamente popolate. L’accesso agli ospedali, tuttavia, rimane limitato, a conferma che non si tratta di una forma più grave rispetto alle precedenti, anche se non va sottovalutata, soprattutto nel caso di persone vulnerabili, come anziani, cardiopatici, immunodepressi, soggetti con malattie cardiocircolatorie. Per loro è raccomandato il richiamo con i vaccini, che rimangono efficaci.

In arrivo nuovi vaccini

Negli Stati Uniti, intanto, Pfizer e BioNTech hanno già ottenuto l’autorizzazione al commercio e alla somministrazione di una nuova formulazione di Comirnaty, per la campagna vaccinale imminente relativa alla stagione 2025-2026. Il via libera è arrivato dalla Food and Drug Administration, l’ente regolatore americano, ma solo per over 65 . eccezionalmente potrà essere offerto anche ai più giovani, ma solo se si tratta di soggetti fragili. Il nuovo vaccino sarebbe, infatti, più efficace contro le più recenti varianti, come Nimbus e appunto Stratus.

Calo delle vaccinazioni per sfiducia

L’auspicio è che il nuovo vaccino possa anche servire come incentivo per aumentare le immunizzazioni. I dati, infatti, mostrano un calo sensibile, una volta terminata la fase acuta di pandemia. La flessione riguarda soprattutto la popolazione over 60-70, che con il passare del tempo non ha effettuato i richiami previsti e ha progressivamente perso la copertura. Questo vale anche per chi ha contratto il Covid tramite malattia. Nonostante una forma di protezione rimanga, infatti, questa è fisiologicamente calata, come ricordano gli esperti.

La preoccupazione dei virologi per i fragili

“Se osserviamo i dati delle vaccinazioni non vediamo segnali positivi E’ chiaro che c’è una fascia di popolazione vulnerabile, over 60-70, che ha perso nel temo lo scudo immunologico, vuoi per una vaccinazione lontana nel tempo vuoi perché il Covid ha avuto una flessione e ci sono stati meno contagi. Io darei due consigli: il primo alle autorità sanitarie nazionali di lavorare sulla campagna vaccinale autunnale e spingere sia per l’antinfluenzale che per l’anti-Covid. E poi alla popolazione di scegliere per la doppia vaccinazione, abbiamo visto che è sicura ed efficace”, ha spiegato all’agenzia AdnKronos Mauro Pistello, direttore dell’Unità di virologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Pisa è tra i fondatori della rete di sequenziamento dell’Istituto superiore di sanità (Iss).

Cosa consigliano gli esperti

Alla luce della nuova impennata di casi, gli esperti infettivologi e virologi consigliano, quindi, di aderire alla nuova campagna vaccinale che inizierà in autunno e che in molti casi si sovrapporrà a quella influenzale. In Europa e in Italia al momento rimangono validi gli stessi vaccini della scorsa stagione. Perché il più nuovo, approvato negli USA, possa essere somministrato anche nell’Unione europea occorre, infatti, un via libera da parte dell’EMA, l’agenzia europea per il farmaco, a cui seguirebbe quello del corrispondente ente italiano.

Quali previsioni con la riapertura delle scuole

Secondo gli esperti, comunque, non ci si dovrebbe attendere una situazione di emergenza nella gestione del Covid durante la stazione autunnale, soprattutto negli ospedali. La preoccupazione maggiore riguarda, però, la più che possibile concomitanza tra il Covid e l’influenza, come già accaduto lo scorso anno. L’obiettivo resta quello di poter curare entrambe come patologie stagionali e ormai endemiche. Resta il pensiero di cosa potrà accadere con l’imminente riapertura delle scuole. A contribuire a una nuova ulteriore impennata sarà poi il ritorno ad ambienti chiusi, come appunto le aule o gli uffici, con la fine delle ferie estive pressoché per tutti, e l’abbassamento contemporaneo delle temperature.

Come riconoscere e non sottovalutare i sintomi

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, si tratta di una “variante sotto osservazione”, cioè da monitorare. Anche le autorità sanitarie italiane invitano alla prudenza e a non sottovalutare alcun sintomo. Quelli più ricorrenti sono febbre, mal di gola e, in particolare, raucedine e il cosiddetto male da “coltello” in gola. Tornano poi la perdita di gusto e olfatto, ossia quei campanelli di allarme che avevano caratterizzato il Covid nelle fasi iniziali. Questo perché l’accesso del virus avviene nelle prime vie respiratorie e dunque queste risultano le più compromesse. Gli esperti invitano, in caso di dubbi o nei soggetti fragili, a rivolgersi al personale medico.