Cresciamo con l’idea che i nostri padri (e le nostre madri) siano una specie di super-eroi asessuati guidati solo dall’idea di proteggere la famiglia. Eppure anche i genitori sono esseri umani che possono sbagliare, dotati di sentimenti e desideri che possono andare oltre i confini della devozione familiare. Nella grande maggioranza dei casi questo non succede, e l’affettività dei genitori rimane compresa nell’amore reciproco e nel fortissimo legame con i figli. Ma a volte accade. La “deviazione” dei sentimenti può rimanere sotto traccia, ma può anche manifestarsi in modo devastante. In entrambi i casi, è come se una sostanza corrosiva minasse le fondamenta della famiglia, alterandone la stabilità e l’affidabilità.
Quell’altrove che fa (molto) male
Per quanto ci mostriamo incuranti delle vicende familiari, in realtà percepiamo i toni alterati, i minuscoli cambiamenti, gli sguardi focalizzati altrove. E per quanto possiamo ammettere la fallibilità dei genitori, fa comunque male constatare che il cuore del papà (o della mamma) sia in un “altrove” che non ha più niente a che fare con noi, l’altro genitore, la casa, il gatto sul divano, la colazione insieme del mattino, i pranzi della domenica con i nonni.
Un peso sul cuore da alleggerire
È un peso grande da portarsi dentro. Ci sentiamo tradite e deluse, prive di quel genitore che davamo per scontato. Per smettere di accumulare sospetti, risentimenti, gelosie e rancori, cerchiamo una strada per alleviare il cuore da quel peso. Se stiamo troppo male, potremmo considerare l’ipotesi di parlarne con qualcuno – una persona fidata, ovviamente – che ci possa aiutare a capire. Ma parlare con un familiare (una zia, una cugina) potrebbe essere rischioso: una parola sbagliata detta alla persona sbagliata causerebbe il caos. Forse l’amica del cuore potrebbe ascoltarci, ma non avrebbe gli strumenti (l’esperienza, la saggezza e la lungimiranza) per indicarci la strada da seguire. Oppure potremmo parlare con qualcuno che non conosciamo ma è sicuramente dalla nostra parte come Telefono Azzurro, vicino anche ai teenager nei momenti più difficili.
Decidere per il silenzio? Non aiuta
Possiamo metterci sulla difensiva, pensando che in fondo sono affari loro: che sbagliassero pure senza dare noia a noi, vogliamo restare estranee a quella storia di tradimenti in cui rischiano di farsi davvero male. Meglio il silenzio che scoperchiare verità che scottano. Potrebbe essere il modo migliore per affrontare un evento che rischia di far saltare in aria la famiglia. Ma non è così semplice: proprio perché si tratta della nostra famiglia e quindi anche della nostra stessa esistenza, dovremmo tentare di ragionare con loro, impantanati in una palude di sentimenti impazziti nella quale rischiano di perdersi.
Le parole per dirlo
Allora possiamo ricorrere all’azione più semplice di sempre: parlarci. Ma riusciremo noi, ragazze confuse e arrabbiate, a sostenere una conversazione così spinosa con un adulto che ha dalla sua l’autorità genitoriale? Possiamo, eccome. Per quanto faccia male, dobbiamo cercare le parole adatte per dire ciò che sospettiamo, ciò che abbiamo visto, ciò che temiamo. Ma dobbiamo farlo con calma, senza scenate e lacrime. La verità fa male, ma è necessaria.
L’occasione per capirsi
Mettiamo in conto che il genitore potrà indignarsi, negare, dirci che sono tutte invenzioni della nostra fantasia esagerata. Magari è proprio così, e questa è l’occasione per dimostrarlo. Da ciò che risponderà, potremo capire se davvero si sia innamorato di un’altra persona, se ci siano possibilità di recupero e quali emozioni stia provando, per farci un’idea di quanto sia grave la crisi. E l’altro genitore? Dobbiamo accennargli a ciò che abbiamo scoperto? Forse già lo sa e tace per non coinvolgerci. O potrebbe anche non immaginare nulla.
Di chi è la responsabilità
“Io al posto suo vorrei saperlo”, pensiamo. Allora dovremo parlarne con calma e cautela, senza pretendere che quella persona che sta vivendo lo choc del tradimento possa aiutare noi, figlie deluse ed offese. Ma dal momento che siamo state noi a rivelare la verità, potremmo sentirci responsabili di qualsiasi cosa che accadrà, dalle liti furibonde al ricorso agli avvocati, dall’indifferenza totale alla prosecuzione del rapporto malgrado la terza persona. O anche della riconciliazione e del perdono.
Ci lega un amore incondizionato
In realtà non siamo responsabili proprio di niente, perché i protagonisti sono i genitori, con le loro decisioni, i loro sentimenti, i loro errori. Ma al di là di ciò che potrebbe accadere, ricordiamoci sempre che anche se sono incasinati, agitati, nervosi, tristi, loro sono sempre i nostri genitori, che continueranno ad amarci senza condizioni. Forse non più da semi-dei come ritenevamo che fossero, ma da persone umanissime anche nei loro sbagli.