Il neonato salvato, il super eroe e il dramma di Ceuta. La foto commovente

Mentre i migranti assaltano le barriere dell'enclave spagnola, la foto dell'agente civile che salva un neonato fa commuovere il web

Foto di DiLei

DiLei

Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

Ci sono storie che non sempre si raccontano, forse per la loro tragicità e per quella realtà che fa male al cuore. Perché è più facile far finta di niente e vivere la propria quotidianità trasformando i piccoli problemi in grandi casi di risolvere. Poi, però, quelle stesse storie ritornano prepotentemente sotto forma di notizie che ci tolgono il respiro.

Sono quelle storie che ci ricordano la possibilità di un sogno utopico di dare a tutti le medesime opportunità, non concesse ad alcuni solo perché non hanno la fortuna di nascere e vivere tra le tante possibilità che ci vengono offerte a noi, ogni giorno.

Ci sono storie che poi sfociano in tragedie, e allora è quello il momento dove la consapevolezza prevale su quella tacita complicità di far finta di non vedere, e ci ricorda che dovremmo davvero fare qualcosa. E ci sono poi le tragedie sfiorate, che tragedie non diventano, grazie all’impegno umano di alcune persone.

Ecco, questa è la nostra storia, quella dell’ennesima tragedia non compiuta a Ceuta, evitata proprio grazie all’intervento di una guardia civile che si è gettata in mare per salvare un bambino di appena due mesi. Immagini dure e crude, ma estremamente reali, quelle diffuse dal profilo Twitter ufficiale della Guardia Civile spagnola.

C’è una foto, tra le tante, che ha fatto il giro del web ed è diventata il simbolo del caos e del dramma di quegli ottomila migranti che si trovano tra le barriere dell’enclave spagnolo. C’è un uomo, in muta e guanti – come se indossasse i panni di un super eroe – che tiene in braccio un bambino che indossa suo pagliaccetto a righe e una cuffia celeste. È così piccolo da sembrare una bambola, e invece è reale. E ha solo due mesi.

Guardiamo la foto, ci tiene con il fiato sospeso. Possiamo tirare un respiro di sollievo e rilassare tutti i muscoli del corpo solo quando apprendiamo che il bambino è salvo. È stato salvato da quell’agente del Gruppo Speciale delle Attività Subacquee della Guardia Civile (GEAS) di nome Juan Francisco Valle, che ha raccontato così la vicenda: «Eravamo in tre in acqua, stavamo aiutando varie persone. Ho visto una donna con un salvagente giocattolo, cercava di sopravvivere. In spalla aveva uno zainetto con dei vestiti, ma dopo un suo movimento ho capito che si trattava di un neonato. Ci siamo diretti verso di loro, il mio collega ed io. Ho preso il bimbo e lui ha soccorso la madre». Juan Francisco non ha capito immediatamente in che condizioni fosse il bimbo: «Era così pallido e immobile che non sapevo se stesse bene o no».

Ma nell’enclave spagnola di Ceuta, in Marocco, migliaia di persone sono ancora lì che assaltano le barriere dell’enclave spagnola. Tra questi ci sono adolescenti, donne e bambini, anche piccolissimi, alla ricerca disperata di un nuovo inizio. Tra questi c’era anche quel bambino salvato dall’agente dell’istantanea.

La tragedia non si è consumata perché la persone giusta era nel posto giusto in quell’esatto momento. Ma se domani non ci fosse?

Neonato migrante a Ceuta
Fonte: Ansa
Neonato salvato da un agente a Ceuta