Congedo mestruale a Parigi sarà presto realtà

La sindaca di Parigi ha avanzato delle richieste puntuali per dare, alle donne impiegate nel municipio, dei giorni di congedo mestruale

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Redazione

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Ci sono piccoli passi che, se sommati gli uni con gli altri, determinano grandi traguardi. Quelli per il congedo mestruale sono decisi e vanno tutti nella stessa direzione: dare alle donne un diritto da cui per troppo tempo sono state escluse.

E non stupisce se si pensa che c’è ancora chi, quando il dolore per le mestruazioni è troppo forte, lo derubrica a qualcosa di tollerabile e passeggero, che può essere trattato con un antidolorifico.

Ma così non è, almeno così non è per tutte. E se il percorso per il congedo mestruale è ancora all’inizio, è anche vero che i passi compiuti ci stanno portando al compimento di un traguardo condiviso. L’ultimo è stato quello della sindaca di Parigi che ha preso una posizione chiara e precisa.

Congedo mestruale, la decisione della sindaca di Parigi

“Essere d’esempio”, così Antoine Guillou vicesindaco di Parigi ha commentato le richieste che la sindaca Anne Hidalgo ha indirizzato alla prima ministra Élisabeth Borne il 17 aprile.

L’obiettivo è quello di ottenere il congedo mestruale per le dipendenti comunali che soffrono di endometriosi o mestruazioni dolorose. Ancora oggi, infatti, le donne impiegate nel municipio cittadino devono prendersi un permesso di malattia per stare a casa.

Il doppio beneficio che si vuole ottenere, quindi, è quello di garantire un diritto alle donne e dare l’esempio, proprio come ha sottolineato il vicesindaco a Le Parisien: “Con il congedo mestruale vorremmo garantire che le donne non debbano più andare dal medico e quindi avere giorni di attesa. Siamo il più grande comune di Francia, dobbiamo essere d’esempio”.

La normativa francese, dal 2019, non permette agli enti locali di dare giorni di ferie aggiuntivi e prevede orari di lavoro uguali per tutti. Inoltre, il ministro della funzione pubblica si è già detto sfavorevole all’introduzione a livello nazionale del congedo mestruale.

All’amministrazione pubblica di Parigi resta dunque una strada: “Chiediamo loro semplicemente di darci l’opportunità di agire“, ha sottolineato il vicesindaco. La lettera, infatti, mira a ottenere dalla premier la possibilità per i comuni di introdurre permessi per i propri dipendenti. Proprio come è stato fatto a Saint-Ouen, dove il congedo è possibile dal marzo scorso.

Congedo mestruale, la situazione nel mondo e in Italia

A fare da apripista in Europa è stata la Spagna che ha stabilito tre giorni al mese di congedo mestruale, un passo avanti e deciso verso quella che dovrebbe essere una prassi per le donne di tutti i Paesi del mondo. Nel resto del mondo, al momento, la situazione è ancora molto frammentaria se si esclude l’Asia orientale dove, in Cina, Corea del Sud, Giappone, Taiwan e Vietnam, la tutela è arrivata già da qualche tempo.

In Italia un primo passo è stato compiuto da un’azienda veneta, la Ormesani Srl, che ha introdotto, per le donne che soffrono di dismenorrea, un giorno di assenza retribuita.

A livello nazionale qualcosa era stato fatto nel 2016 ma non aveva avuto seguito, mentre è notizia recentissima quella della proposta di legge presentata da Alleanza Verdi-Sinistra italiana. In concreto si parla di  riconoscere fino a due giorni di congedo mestruale al mese per le studentesse e per le lavoratrici che soffrono di dismenorrea, ovvero di tutto quell’ampio spettro di dolori e disturbi che insorgono nel periodo mestruale.