Ama sua figlia, eppure in quel ruolo di madre non si è mai sentita a suo agio al punto tale da aver creato una pagina Instagram dal nome @maearrependida, letteralmente madre pentita, che è molto più di una semplice vetrina di fotografie e scatti di vita quotidiana. In questa, Karla, esprime il suo pensiero liberamente e dà l’opportunità a tutte le mamme che si trovano nella medesima situazione di fare lo stesso, senza critiche e senza giudizi.
Perché Karla Tenório probabilmente lo sa bene che il mondo e la società in cui viviamo non sono pronti ad accettare il fatto che una mamma si possa pentire di aver dato alla luce il proprio bambino. Perché nonostante l’evoluzione, i passi fatti avanti e le battaglie combattute, c’è chi ancora vede la donna come una figura nata per ricoprire determinati ruoli: la moglie impeccabile, la madre perfetta. E se questi non vengono assolti, di noi cosa resta?
Se da una parte, per fortuna c’è chi grida a gran voce che non si sente una donna a metà solo perché non ha figli, facendo valere i propri diritti e la libertà di scelta, cercando di scardinare una volta e per tutte quelle convenzioni sociali che divagano, dall’altra parte c’è anche chi silenziosamente, tra la paura del giudizio e i sensi di colpa, quei figli li ha avuti e non è felice, ma non può dirlo. Ed è di queste persone che Karla, scrittrice e attrice di 38 anni, si è fatta portavoce, scatenando un vero e proprio caso mediatico che non l’ha resa immune dai giudizi e dalle critiche. Eppure la sincerità della donna è così disarmante e autentica che non le si può recriminare nulla.
Karla Tenório, le confessioni di una madre pentita
Senza giri di parole e mezzi termini, Karla ha raccontato, e continua a farlo attraverso la sua pagina Instagram, che ama sua figlia più di qualsiasi altra cosa al mondo, ma odia essere una madre. Un controsenso, affermano gli altri, e lei lo conferma. Ma prova ad andare oltre, spiegando attraverso la sua popolarità quel turbinio emotivo che la riguarda, che l’ha coinvolta e travolta dal momento stesso in cui è rimasta incinta. Karla oggi si è liberata da quei sensi di colpa che l’hanno divorata per anni e lo racconta.
Ma l’attrice brasiliana è davvero l’unica a essersi pentita di essere diventata madre? Assolutamente no, come dimostrano tutte le donne che oggi seguono la pagina Instagram Mãe Arrependida e che grazie a lei si sentono un po’ più libere di raccontare le loro personali esperienze. Perché è questo l’obiettivo di Karla, quello di dare supporto a tutte quelle madri che non negano il grande amore nei confronti dei loro figli, ma che comunque si sentono costrette in quel ruolo. Le stesse che se lo ammettessero, sarebbero additate come madri snaturate e sottoposte a una gogna emotiva da parte della società.
Da questa consapevolezza è nato Madre Pentita, una sorta di movimento a supporto di tutto quelle mamme che vivono quella situazione che lei, prima di questo momento, ha tenuto nascosto dolorosamente. Perché l’argomento ancora oggi è un tabù, perché se una mamma prova a esprimere i suoi dubbi è considerata non adatta, non meritevole. Un mostro.
“Amo mia figlia ma odio essere madre” – specifica nella biografia dei suoi profili social – “Sono Karla Tenório, ho 38 anni, sono un’attrice, scrittrice, ho una bambina di 10 anni e sono una madre pentita. Ho deciso di trasformare il mio malessere in un movimento solidale per le donne come me: quelle a cui non piace essere madre, che soffrono e si sentono in colpa a causa della maternità”.
Karla, infatti, in alcune interviste ai media brasiliani, ha confessato che in lei non era radicato il desiderio di diventare madre, ma quella scelta è stata frutto delle pressioni sociali e della volontà del marito. Nonostante i mesi di gravidanza le siano serviti per accettare l’arrivo della figlia, dopo il parto ha sofferto di psicosi: l’ossessione di diventare una madre perfetta, l’ha trasformata in una mamma oppressiva e in una donna frustrata.
Quando mi sono sposata non volevo essere madre, e oggi capisco di aver ceduto a un desiderio che non era il mio. La maternità implica tutta una serie di nozioni, dall’igiene del bambino alla sua formazione, devi essere un po’ psicologa per capire ogni fase dello sviluppo e avere abbastanza soldi per pagare tutte le spese. La maternità è un’azienda ad alto rischio, senza riconoscimento e senza ritorno
Le pressioni sociali, la maternità e l’amore per sua figlia
Karla ha capito che essere madre non le piace, e ci sono voluti 10 anni affinché la donna riuscisse a confessarlo. Ma quello che proprio non riconosce suo, è l’idea che la società ha della maternità e il pensiero di dover dedicare la propria esistenza ai figli e al proprio benessere, ignorando i personali bisogni.
10 anni di sensi di colpa, fino a quando nel 2017, dopo aver conosciuto altre donne che condividevano con lei lo stesso pensiero, ha scelto di “uscire allo scoperto” e raccontare la sua storia per scardinare quella visione romantica della maternità – come lei la definisce – che non sente sua. Perché dietro c’è un gran lavoro, la stanchezza e la fatica, e questa poetica meravigliosa della maternità in realtà non è tale.
La replica alle sue affermazioni è fin troppo facile: chi ti ha detto di fare figli?, domanda qualcuno interessandosi a quello che sembra l’argomento del momento. Domanda lecita? Forse, quello che è certo è che le affermazioni di Karla, e il grande seguito del suo progetto, obbligano a una riflessione che va oltre tutti quanti i cliché.
Accusarla di essere una madre snaturata è fuori luogo, anche perché come Karla stessa ammette, l’amore nei confronti della figlia è immenso: “Non avrei mai immaginato che da tanta tristezza, tanta frustrazione e tanta solitudine, sarebbe nata Flor Inae, una persona incredibile“.
Karla definisce sua figlia un miracolo, come si può leggere dai tanti post su Instagram che la donna dedica a Flor Inae, e ammette che da quando è riuscita a parlare dei suoi sentimenti e dei sensi di colpa l’amore è cresciuto, così come anche la felicità.
Comprendere il mio sentimento, accogliere il mio rimpianto, pensarci, prendermi la responsabilità di questo, per me stessa e per il mondo, per parlarne ad alta voce: io sono una MADRE PENTITA. Ammetterlo ha fatto spazio dentro di me per far sorgere altri sentimenti. Con meno spazio occupato dai sensi di colpa, l’amore è cresciuto, la felicità è cresciuta e ho capito che ho qualcosa da offrire al mondo. Potrebbe non essere perfetto, potrebbe non essere completo, ma è quello che ho! E penso che sia bellissimo. Abbiamo urgente bisogno di parlare di vera maternità, di romanticismo e di pressione sociale.