Altro che vacanze costose: ecco come partire (quasi a gratis) grazie al volontariato internazionale con vitto e alloggio inclusi

Scoprire il mondo, aiutare gli altri e vivere un’esperienza unica senza spendere una fortuna? Si può fare. Ecco come funziona il volontariato in cambio di vitto e alloggio, e perché può essere un’avventura che cambia la vita

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Miriam Tagini

Giornalista e Lifestyle Editor

Giornalista pubblicista, in passato ha lavorato come web editor, content creator e social media manager. È bilingue e collabora con testate online nazionali e magazine internazionali. Per DiLei scrive di Lifestyle nella sezione GirlZ.

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Avete mai desiderato partire per qualche settimana all’estero, vivere come una local, conoscere persone nuove e fare qualcosa di utile… ma senza dover svuotare il conto in banca? Se la risposta è sì, allora il volontariato in cambio di vitto e alloggio potrebbe essere l’esperienza che stavate cercando.

Niente resort né tour organizzati: qui si parte per davvero, si mettono le mani in pasta (a volte letteralmente) e si scopre il mondo a partire dalle sue persone. Dalle campagne della Provenza alle spiagge del Portogallo, passando per fattorie in Irlanda o progetti ecologici nei Balcani, le possibilità sono infinite. Basta qualche ora al giorno di aiuto concreto per ricevere in cambio un letto, pasti caldi e un’immersione totale in una nuova realtà.

Questo articolo è pensato proprio per chi vuole saperne di più: come funziona questo “scambio”, dove si può andare, cosa aspettarsi, come prepararsi e quali sono i vantaggi reali (spoiler: non è solo una questione di soldi). Pronte a partire?

Cos’è il volontariato in cambio di vitto e alloggio (e perché piace sempre di più)

Immaginate di svegliarvi in una fattoria biologica in Andalusia, in una scuola rurale in Costa Rica o in un ostello sull’oceano in Irlanda. Tutto questo senza pagare per l’alloggio né per il cibo. Non è una fantasia, ma una possibilità concreta offerta dal volontariato in cambio di vitto e alloggio, una forma di viaggio consapevole e accessibile che sta conquistando sempre più giovani in tutto il mondo.

Il principio è semplice: si offrono alcune ore di lavoro al giorno (solitamente tra le 4 e le 6 ore) in cambio di ospitalità. I compiti variano in base al progetto scelto e possono spaziare dalla cura degli animali all’aiuto nei campi, dalla gestione delle prenotazioni in un B&B alla partecipazione a progetti sociali o educativi. In cambio, si ottiene un posto letto, pasti quotidiani, e soprattutto un’esperienza culturale autentica. In altre parole, non si tratta di un lavoro retribuito, ma di uno scambio che punta sull’arricchimento personale e sull’incontro con realtà nuove, spesso molto diverse dalla propria.

Negli ultimi anni, complici anche la crisi climatica e la voglia di viaggiare in modo più sostenibile, questo tipo di esperienza si è diffusa moltissimo, soprattutto tra i giovani dai 18 ai 30 anni. Secondo un’indagine della European Volunteer Centre, le nuove generazioni sono sempre più attratte da modalità di viaggio che combinano impegno sociale, formazione personale e basso impatto ambientale. Il volontariato con vitto e alloggio gratuito offre tutto questo: un modo per partire senza dover svuotare il portafogli, e tornare con molto di più.

Come funziona e cosa aspettarsi dall’esperienza

Ogni progetto di volontariato in cambio di vitto e alloggio è diverso, ma ci sono alcuni elementi comuni che è bene conoscere. Innanzitutto, non si tratta di un contratto di lavoro, ma di un accordo informale (anche se spesso regolato da piattaforme che fanno da tramite tra volontari e host).

Il tempo di lavoro viene stabilito in anticipo, e di solito si lavora 5 giorni a settimana, con due giorni liberi per esplorare i dintorni o semplicemente riposarsi.

Le mansioni sono le più varie. C’è chi aiuta a cucinare in un centro di meditazione, chi fa il giardiniere in un’ecovillaggio, chi insegna inglese a bambini di comunità rurali. In molti casi non è richiesta alcuna esperienza pregressa, solo voglia di mettersi in gioco, spirito di adattamento e un pizzico di entusiasmo. Gli host, in cambio, forniscono un letto, i pasti (a volte cucinati insieme) e spesso anche l’occasione per imparare qualcosa di nuovo: una lingua, una tecnica agricola, una cultura diversa.

È fondamentale avere aspettative realistiche: non sempre ci si troverà in luoghi da cartolina, e a volte le condizioni saranno molto spartane. Ma è proprio questo il cuore dell’esperienza: vivere come la gente del posto, uscire dalla propria zona di comfort e imparare ad apprezzare la semplicità.

Dove si può fare? Dall’Europa all’America Latina (ma anche in Italia)

Uno dei vantaggi di questo tipo di esperienza è la varietà delle destinazioni disponibili. Si può partire per l’altra parte del mondo oppure restare in Italia e scoprire angoli nascosti del proprio Paese. Le mete più gettonate all’estero includono il Portogallo, la Spagna, l’Irlanda, la Thailandia, il Perù, il Brasile e la Nuova Zelanda, ma le opportunità sono ovunque.

Anche restando in Europa, le esperienze possono essere estremamente diverse: aiutare in un rifugio per animali in Grecia, vivere in una yurta nei Balcani, gestire un eco-hostel in Islanda.

E per chi vuole restare più vicino, anche l’Italia offre esperienze bellissime: agriturismi in Toscana, fattorie sociali in Puglia, cooperative in Trentino.

La chiave è scegliere in base ai propri interessi. Chi ama la natura può orientarsi verso progetti legati alla permacultura o all’ecologia; chi vuole praticare le lingue può optare per host in paesi anglofoni; chi sogna di lavorare con i bambini può cercare progetti educativi. In ogni caso, è importante informarsi bene, leggere le recensioni lasciate da altri volontari e – se possibile – parlare con chi ha già fatto quell’esperienza.

I vantaggi del volontariato in cambio di vitto e alloggio (oltre al risparmio economico)

Il primo vantaggio è evidente: non si spende per dormire né per mangiare, e questo rende possibile viaggiare anche con un budget molto ridotto. Ma il vero valore aggiunto di queste esperienze va ben oltre il portafogli. Fare volontariato in cambio di vitto e alloggio significa vivere un territorio dall’interno, entrare in contatto con persone del posto, apprendere nuove competenze, magari anche riscoprire sé stessi.

Molti volontari raccontano di aver trovato nuove passioni, cambiato prospettiva sulla propria carriera o stretto amicizie che durano nel tempo. Alcuni, al rientro, decidono di iscriversi a nuovi corsi di studio, intraprendere carriere diverse o addirittura tornare nei luoghi dove hanno fatto volontariato per periodi più lunghi.

In un’epoca in cui tutto sembra correre troppo veloce, prendersi del tempo per aiutare, imparare e vivere con lentezza può essere un atto rivoluzionario. E farlo viaggiando, con il cuore aperto e la mente curiosa, è una delle esperienze più arricchenti che si possano fare.

Come prepararsi (e cosa mettere in valigia, anche metaforicamente)

Partire per un’esperienza di questo tipo richiede un po’ di organizzazione, ma soprattutto un certo atteggiamento mentale. Prima di tutto, è importante essere onesti con sé stessi: si è pronti a vivere con ritmi diversi, in spazi condivisi, con regole magari insolite? Si ha voglia di adattarsi e imparare?

Dal punto di vista pratico, è fondamentale avere i documenti in regola: passaporto valido, eventuale visto (nei Paesi extra UE), assicurazione sanitaria o di viaggio. Se si viaggia in Europa, la Tessera Sanitaria Europea (TEAM) copre molte esigenze mediche, ma una copertura assicurativa extra può essere utile, soprattutto per esperienze più avventurose.

C’è poi l’aspetto della comunicazione: molte esperienze si svolgono in inglese, quindi è utile avere almeno un livello base per poter interagire con host e altri volontari. Ma non servono certificazioni: spesso, proprio sul campo si migliorano le competenze linguistiche più di quanto si farebbe in aula.

Infine, il bagaglio. Oltre agli abiti pratici, scarpe comode e magari un quaderno per prendere appunti di viaggio, è importante portare con sé apertura mentale, flessibilità e curiosità. Sono questi gli strumenti che faranno davvero la differenza.