Sextortion: cos’è e come difendersi dalla nuova minaccia digitale

C'è una nuova minaccia digitale, che abbiamo scoperto di recente dopo una prima sentenza dei tribunali inglesi: come funziona e come reagire.

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Laura Fasano

Conosciuta come TecnoLaura, sono una tech blogger, content creator e divulgatrice esperta di cultura digitale che racconta in modo pratico e semplice come tecnologia e innovazione possono migliorare la vita di tutti, sviluppando risorse, opportunità e benessere.

Il mondo digitale e gli strumenti tecnologici hanno ampliato le frontiere della comunicazione e della condivisione di informazioni, ma hanno anche portato con sé nuove minacce e rischi. Tra questi, sentiamo sempre più parlare di truffe online, come il phishing e il quishing, furti di dati sensibili, deepnude e sextortion. Quest’ultimo, in particolare, è uno dei crimini più preoccupanti, visto l’aumento significativo dei casi negli ultimi anni e le potenziali conseguenze per vittime.

In questo articolo scoprirai in cosa consiste la sextortion, tra numeri del fenomeno, consigli utili per limitare i rischi e misure da adottare nel caso ci si trovi a essere vittime.

Cos’è la sextortion

La sextortion è una forma di estorsione che coinvolge l’uso di materiale sessualmente esplicito, come foto o video intimi, per ricattare, minacciare o estorcere denaro o vantaggi alla vittima. Chi commette questa forma di violenza può essere uno sconosciuto o una persona nota alla vittima e spesso ottiene questo materiale attraverso frodi, hacking o persino condivisione consensuale, ad esempio fingendo interesse per una relazione o attirandola promettendo regali o opportunità, come un contratto da modella. 

Si tratta di un reato che può prendere avvio da un semplice scambio sui social e coinvolgere adulti e minori: le vittime possono ricevere tramite le reti sociali (per es. su Facebook o Instagram) un invito o una richiesta di amicizia da parte di un attraente sconosciuto o di un’attraente sconosciuta. Dopo aver accettato l’invito o la richiesta, la persona presa di mira viene coinvolta in una conversazione.

In breve, l’autore di sextortion richiede somme di denaro o altri benefici forte della minaccia di condividere online e pubblicamente il materiale intimo ricevuto e ottenuto con l’inganno.

Come se l’esperienza non fosse abbastanza traumatica, oggi l’Intelligenza Artificiale può favorire ulteriormente queste spiacevoli situazioni, offrendo ai malintenzionati nuovi strumenti per creare contenuti espliciti e intimi falsi su chiunque, i cosiddetti deepfake. L’AI generativa può infatti modificare normali foto della vittima per ritrarla in situazioni private o intime, che in realtà non sono mai avvenute. L’abbiamo visto di recente con Taylor Swift e Rose Villain, che recentemente hanno visto la diffusione di loro foto intime create con l’AI online e sui social network… con gravi conseguenze psicologiche e reputazionali.

L’associazione no profit Permesso Negato, impegnata nel supporto alle vittime di pornografia non consensuale, ha sollevato un allarme riguardo l’aumento dei casi su Telegram: 147 gruppi e canali monitorati, con un totale di 16.883.722 utenti e oltre 6.704.050 contenuti condivisi. Ancora più preoccupanti, i casi di sextorsion segnalati alla Polizia Postale durante lo stesso periodo, che sono saliti a 1.384, registrando un aumento del 29% rispetto al 2022, con crescente coinvolgimento di minori.

Cosa fare se si è vittima di sextortion

Se ti trovi a essere vittima di sextortion, è importante agire prontamente per proteggere te stessa e limitare i danni. Ecco alcuni passaggi da seguire:

– Parlane con qualcuno di fidato e non isolarti. Spesso le vittime, per timore che le riproduzioni possano essere viste da altri, tendono a non confidarsi con nessuno e a cedere all’intimidazione. Se ti trovi in questa situazione puoi rivolgerti ad associazioni che si occupano proprio di questo.

– Metti al sicuro tutte le prove a tua disposizione, raccogliendo messaggi, email e tutte le comunicazioni del ricattatore con, se presenti, i suoi riferimenti. Il primo pensiero potrebbe essere quello di voler cancellare tutti gli scambi con gli estorsori, ma queste prove potrebbero essere utili nelle indagini delle autorità competenti.

– Non cedere al ricatto e non pagare il riscatto, perché questo potrebbe solo incoraggiare ulteriori estorsioni e non garantisce che il materiale verrà cancellato.

– Presenta subito denuncia dell’accaduto alla polizia o segnalalo sul portale http://www.commissariatodips.it per chiedere aiuto.

– Sfrutta tutti gli strumenti presenti online, tra cui la piattaforma Take it down, di Meta pensata per supportare gli utenti nel rimuovere i contenuti sessuali non consensuali da varie piattaforme richiedendo la loro eliminazione.

Consigli per limitare i rischi

Per proteggersi dalla sextortion e ridurre i rischi, è importante adottare alcune precauzioni:

  • Proteggi la tua privacy online: utilizza password sicure e uniche per i tuoi account online e attiva sempre l’autenticazione a due fattori quando disponibile. Limita o condividi consapevolmente e con attenzione informazioni personali sui social media e verifica regolarmente le impostazioni di privacy delle varie piattaforme per assicurarti di avere il controllo su chi può vedere le tue informazioni.
  • Rifletti bene prima di condividere contenuti intimi: a prescindere dalla fiducia che nutri nei confronti della persona con cui stai condividendo il materiale, ricorda che una volta che una foto o un video vengono inviati, perdono il tuo controllo. Rifletti attentamente prima di inviare contenuti intimi e considera i potenziali rischi che potresti affrontare in seguito.
  • Fai attenzione alle truffe online: fai attenzione alle richieste di amicizia o di messaggi da parte di persone sconosciute sui social media ed evita di cliccare su link sospetti o di rispondere a messaggi che potrebbero essere tentativi di truffa o di phishing.

La sextortion è una minaccia reale e seria che può avere conseguenze molto gravi per le sue vittime, è importante essere consapevoli dei rischi e adottare misure preventive per proteggersi. Gli strumenti digitali stanno facendo nascere nuove forme di violenza: la consapevolezza sul fenomeno può essere il primo passo per limitarlo.