La laurea è sempre un momento spartiacque: finisce il capitolo riservato allo studio e inizia la vera vita adulta.
È difficile rendersi conto della difficoltà di trovare lavoro, andare a vivere da soli e affrontare le principali incombenze della quotidianità.
Ma è ancora più difficile, dopo che la festa è finita, chiedersi “E ora?”.
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Il post laurea: un momento critico
Ti sei impegnata per tutti gli anni universitari, hai rinunciato alle serate con gli amici per finire di studiare le centinaia di pagine delle materie più ostiche e sei arrivata alla fine di questo interminabile ma breve capitolo.
Dopo la discussione di laurea, i festeggiamenti che seguono sono il momento più atteso da tutti gli studenti. C’è chi prova soddisfazione nel festeggiare un traguardo tanto importante con i propri affetti.
Ma c’è anche chi li vede come la chiusura definitiva degli anni più spensierati, che sente l’ansia per il futuro imminente a cui si deve preparare e non ha ancora la più pallida idea di come fare. Beh, non sei la sola a sentirsi così.
Il post laurea è uno dei momenti più critici per tanti laureandi, si guardano le vite altrui e ci si sente in difetto, indietro. È un momento delicato che, però, con qualche consiglio può diventare più leggero.
Nessuna istruzione d’ora in avanti… solo un gran da fare
La musica e il rumore dei festeggiamenti di laurea vengono subito rimpiazzati da un silenzio assordante.
Solitamente ci si prende qualche giorno di pausa per riposarsi dopo le settimane antecedenti, in cui l’organizzazione della laurea ha fatto da protagonista. E poi?
E poi ci scontriamo con la realtà. Finita l’università non c’è nessuno a darci indicazioni, non ci sono piani da seguire se non quelli che creiamo noi da zero. E spesso, creare senza avere un’idea è davvero difficile.
Per anni ci viene raccontata la bellissima favola in cui dopo aver studiato e ottenuto un titolo, magicamente il lavoro caschi dal cielo. Ben presto ci accorgiamo che non è così, che non siamo gli unici laureati che desiderano far valere i propri sforzi e il proprio desiderio di costruirsi un futuro dignitoso.
Ogni giorno diventa una sfida, un passetto per volta che decidiamo solo noi. Improvvisamente il peso che grava sulle spalle ha raggiunto pesi enormi, da adesso in poi siamo noi gli artefici del nostro destino.
Una nuova identità
Dentro le quattro mura dell’ateneo siamo tutti definiti come studenti, e come tali abbiamo già un percorso preimpostato. Sappiamo di dover andare a lezione, tornare a casa e ripassare gli appunti, preparare gli esami e sostenerli.
Quando la quotidianità che abbiamo conosciuto per almeno tre anni scompare, ci viene a mancare la terra da sotto i piedi.
“E ora chi sono? Cosa devo fare?”. Un sentimento comune che sperimentano i neo laureati è non sapere come definirsi, come ad avere un’identità sospesa, proprio perché non si sa che direzione prendere.
Ora iniziano le aspettative: trovare lavoro subito, con un bello stipendio e via sempre più lontano, a scalare la vetta del successo.

Il mondo del lavoro
La carriera lineare che hanno potuto avere i nostri genitori è solo un ricordo lontano nel panorama lavorativo attuale.
Raramente ora nell’azienda in cui si svolge il tirocinio universitario poi si viene assunti con un contratto con i fiocchi. E spesso nemmeno questa tipologia di esperienza apre tante porte.
Il mercato del lavoro di oggi non è flessibile, è precario e poco modellato alle richieste dell’ultima generazione, perciò è difficile entrare in un contesto creato su ideali quasi opposti a quelli di oggi.
I contratti che vengono somministrati sono determinati e con stipendi molto bassi, che non danno la garanzia di potersi costruire un futuro nell’immediato, nemmeno vivere da soli e avere una vita dignitosa.
I datori di lavoro, dal loro canto, richiedono molte competenze e soft skills, che spesso si apprendono durante un percorso universitario, senza riconoscerle adeguatamente, attraverso flessibilità o un salario dignitoso.
L’assenza di gratificazione post laurea
Dopo aver faticato tanto speriamo sempre che i nostri sforzi vengano riconosciuti e validati, e quando non succede restiamo delusi.
Gli stage da cinquecento euro al mese a neolaureati o peggio, a chi a già esperienza alle spalle oltre al titolo di studio, non gratificano i soldi e il tempo speso a studiare ciò che più ci piace.
La disillusione post laurea nasce anche da questo: sembri essere invisibile, invii centinaia di curriculum senza ricevere risposta, dal punto di vista economico non sono riconosciuti i tuoi sforzi, ma dalla parte pratica devi essere perfettamente formato e performante.
Com’è possibile essere già realizzati entro i trent’anni con contratti determinati, paghe basse e un mondo del lavoro che chiede e non dà?
I paragoni con le vecchie generazioni
È vero, avremo sentito spesso i nostri parenti affermare di avere già una casa di proprietà e un lavoro stabile a venticinque anni, ma i tempi ( e lo stile di vita) erano differenti.
Il silenzio post laurea viene riempito di parole di persone che sono convinte che il mondo sia come trent’anni fa. In mezzo alla nostra confusione, al dispiace di abbandonare la routine universitaria che abbiamo conosciuto per tanto tempo, ci si mettono i costanti giudizi non applicabili però all’oggi.
Inizia una competizione sfrenata con gli altri, poiché si sa, l’erba del vicino è sempre più verde, dimenticandosi che ognuno di noi viene da un contesto diverso e ha ambizioni diverse. Inoltre, non è detto che per la stessa carriera ci sia solo una strada da seguire.
Cosa fare per limitare la disillusione post laurea?
A volte la motivazione che ci ha spinto a iniziare l’università, cambia in corso d’opera.
Iniziamo col domandarci se vogliamo ancora proseguire in quel campo di studi, ora col lavoro, o se vogliamo sperimentare altro, magari frequentando un corso.
Parla con le amiche di come ti senti davvero: la ricerca di lavoro è difficile per tutti, ma chi lo sa, magari parlando puoi entrare in contatto con diverse persone e creare una rete di conoscenze che ti possono aprire molte porte.
Cambiare prospettiva può davvero aiutare. Non domandarti con paura “E ora?”, ma con coraggio, perché adesso non hai più qualcuno che prende decisioni al posto tuo, ma puoi decidere tu, con i tuoi sbagli e le tue vittorie.ù
E ora, crea tu il tuo futuro.