Paperino compie 90 anni e continua a essere il personaggio migliore della Disney, ecco perché

Esattamente 90 anni fa faceva il suo esordio sugli schermi Paperino, il personaggio più reale del mondo Disney

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Maria Francesca Moro

Giornalista e Lifestyle Editor

Giornalista e content editor. Dalla carta al web e ai social racconta di lifestyle, cultura e spettacolo.

90 anni di grattacapi, borbottii e lamentele. Quasi un secolo di sfighe, sonore arrabbiature e progetti andati a male. Una vita che richiede una pazienza infinita, a chi di pazienza non ne ha mai avuta. Non è di certo una favola la storia di Paperino, l’antieroe Disney che il 9 giugno 2024 spegne 90 candeline. Donald Duck è scorretto, negativo e imperfetto: è reale, e proprio per questo continua a essere il nostro preferito.

Paperino, l’antieroe Disney

Era il 9 giugno 1934 quando un papero bianco con indosso un buffo vestito da marinaio fece il suo debutto nel cortometraggio Disney dal titolo La gallinella saggia. Il suddetto papero non era che un personaggio secondario, il vicino di casa di una gallina contadina. Era allegro (come non lo è mai più stato) e parlava in modo strano, con una vocina acuta e le esse sibilline al punto da rendersi incomprensibile. Sarebbe dovuto apparire lì e poi mai più.

Il primo corto di Paperino
Fonte: IPA
Un frame de La gallinella saggia

Ma qualcuno lo notò e decise che, forse, quel buffo paperotto meritava un’altra chance. La ebbe poco tempo dopo nel corto Una serata di beneficenza, dove si esibiva per un gruppo di orfanelli e, non apprezzato dal suo giovane pubblico, iniziava a sfuriare con un matto. È possibile imbestialirsi contro degli orfanelli? Nel fatato mondo creato da Walt Disney tutto sorrisi e buone azioni? Paperino osò tanto e fu il suo successo.

La serata di beneficenza valse al papero il posto di coprotagonista di Topolino. Gli si trovò un nome, Duffy Duck in inglese (il che è un controsenso perché duck significa anatra e non papera) e Paolino Paperino in Italia. Gli si iniziò ad affidare cartoni a lui dedicati, dove mostrava proprio quei difetti della seconda apparizione. Si mostrava poco ambizioso, brontolone, nevrotico, istintivo e sfortunato. Era tutto il contrario del bello buono e bravo Mickey Mouse. Ma se a esser un Topolino aspiriamo tutti, è in Paperino che ci riconosciamo. E per questo, sotto sotto, è e resta il nostro preferito.

Un papero da Oscar

Il merito di Paperino è l’essere in grado di comprendere che il mondo è imperfetto, a volte fa proprio schifo. Topolino non può accorgersi delle brutture, lui che ne va in giro su una nuvola rosa. E allora è al collega papero che spetta il compito di raccontare anche l’inenarrabile. Fu affidata a lui la visionaria, splendida, satira Disney contro il nazismo. Avvenne nel corto Der Führer’s Face (mai arrivato in Italia) del 1943.

Paperino è un operaio in una fabbrica – e la scena iniziale riprende quel capolavoro di Tempi moderni di Charlie Chaplin – costretto a fare il saluto romano ogni volta che si trova di fronte a un ritratto di Hitler (alla fine “sbaglia” e lo saluta col sedere). È uno qualunque terrorizzato dal totalitarismo imperante, incapace tanto di accettare quell’orrore quanto di ribellarvisi. Un’interpretazione che a Paperino valse l’Oscar.

La travagliata storia con Paperina

È un uomo normale Paperino, uno qualunque. E, da vero medio man, ha una ragazza decisamente più in gamba di lui, che lo ama ma spesso non lo sopporta. A volte, per fargli dispetto, esce persino con il più fortunato cugino Gastone. Sono una coppia moderna, lei è indipendente, stilosa, vezzosa e farfallina. Lui è tutto il contrario. Si prendono e si mollano, si odiano e si baciano. Sono come i peggiori di noi, ed è per questo che li amiamo.