Un ferro da stiro che non si può utilizzare, una donna nuda di schiena con le effe del violoncello che la rendono strumento e poi gli occhi, bellissimi, di una donna da cui tracimano piccole sfere di vetro come lacrime.
Sono solo alcune opere, visionarie e straordinarie, di Man Ray artista americano che si è saputo esprimere con tanti linguaggi creativi differenti dando vita a foto, quadri e oggetti che lo hanno reso uno degli esponenti delle correnti del Dadaismo e del Surrealismo.
Nel corso della sua vita ha creato tantissimo, spaziando dalla pittura alla fotografia, dalla regia alla grafica: il risultato è che il segno che ha lasciato è diventato indelebile e potente, fatto di ricerca e sperimentazione, di collaborazioni e di registri artistici diversi.
Un’eredità che ancora oggi è guardata con meraviglia e che regala spunti di interpretazione interessanti: la vita, le opere, gli amori di Man Ray.
Indice
Man Ray, la vita di un artista incredibile
Man Ray nasce a Filadelfia il 27 agosto del 1890 con il nome di Emmanuel Radnitzky, ma studia a New York. Alla fine del percorso scolastico riceve anche una borsa di studio per proseguire la formazione nella facoltà di Architettura, ma lui decide di non accettare e di inseguire un richiamo ben più profondo e urgente, quello dell’arte. Non stupisce, quindi, che a soli 18 anni sia già un disegnatore e un grafico: è il 1908, nel 1912 nasce il suo nome d’arte Man Ray, che si traduce in uomo raggio.
Ed è nello stesso periodo che si avvicina alla fotografia, quando compra una macchina fotografica da usare per immortalare le proprie opere. Siamo arrivati al 1914. Nel 1915, poi, fa un incontro importante, quello con un altro artista dell’epoca con cui stringe un bel legame di amicizia: Marcel Duchamp, con lui e Walter Conrad Arensberg (collezionista) danno vita alla Society of Independent Artists. Arrivano le prime aerografie e poi il tentativo (con Duchamp) di dare vita al Dada negli Stati Uniti, ma non ci riescono.
Ed è sempre per seguire l’amico che, nel 1921, si trasferisce a Parigi dove incontra altri artisti, dove organizza la sua prima mostra, all’interno della quale fa capolino per la prima volta una delle sue opere più celebri: Cadeau, un ferro da stiro con incollati dei chiodi. Nella Capitale francese si fa un nome anche come fotografo, immortalando su pellicola alcuni rappresentati del mondo intellettuale dell’epoca come James Joice e Geltrude Stein.
Sperimenta grazie alla macchina fotografica, sbaglia e proprio grazie a un puro caso derivato da un errore scopre le rayografie, mentre è qualche anno dopo (nel 1924) che – con la nascita del Surrealismo -diventa il primo fotografo di questa corrente e prende parte alla prima esposizione con artisti come Joan Mirò e Pablo Picasso. Continua la sua ricerca, ma anche la sua fama: le sue foto vengono pubblicate anche su Vogue. Di questi anni vi sono alcune immagini realizzate da lui che sono molto celebri e che ritraggono artiste dell’epoca.
La Seconda Guerra Mondiale cambia tutto nella vita di Man Ray che, in quanto ebreo, lascia l’Europa per tornare prima a New York e poi a Los Angeles. Sono anni in cui diventa insegnante di fotografia e pittura, oltre a esporre le proprie opere. Torna a Parigi alla fine del conflitto, seguono anni di viaggi tra Stati Uniti e Francia. Muore il 18 novembre del 1976 e viene sepolto nel cimitero di Montparnasse.
Fotografia, pittura e scultura: le opere più celebri di Man Ray
Man Ray nel corso della sua vita si è avvicinato prima al Dadaismo e poi al Surrealismo, lasciandoci preziosi contributi artistici utilizzando registri sempre diversi.
Tra le opere non si può non citare nuovamente Cadeau, un ferro da stiro con 14 chiodi e per questo impossibile da utilizzare, oppure Le violon d’Ingres, una fotografia che raffigura la schiena di una donna con dipinte le effe del violoncello e, ancora, una delle sue immagini più iconiche: un primissimo piano su occhi femminili e lacrime rotonde, ovvero Larmes.
A queste esperienze artistiche ha affiancato anche la regia cinematografica e i dipinti. Le sue opere si trovano in tantissime parti del mondo: dall’Italia (ad esempio a Venezia, presso la Peggy Guggenheim Collection), agli Stati Uniti (in gallerie come il Metropolitan Museum of Art).
Gli amori di Man Ray
Due gli amori noti di Man Ray, il primo senza dubbio è stato quello per la cantante francese Alice Prin, nota anche con il nome di Kiki de Montparnasse, spesso sua modella per foto che all’epoca avevano fatto molto parlare di sé. I due si sono conosciuti nel 1921 mentre lei era seduta al tavolino di un bar con un’amica, da subito lui le ha chiesto di diventare la sua modella e già nel pomeriggio era iniziata la loro relazione. Un amore turbolento il loro, che si è concluso sei anni più tardi.
Poi c’è stato l’amore con Lee Miller, fotografa eccezionale e fotoreporter di guerra (la sua foto nella vasca da bagno di Hitler è leggendaria e potente), ma anche modella americana di una bellezza che leva il fiato.
L’incontro avviene nel 1929, quando lei che all’epoca ha solamente 22 anni e una carriera brillante come modella, raggiunge Parigi e chiede di poter fare apprendistato da Man Ray. Ben presto tra i due scoppia l’amore, oltre a una proficua collaborazione artistica. È in quel periodo che nasce la tecnica della solarizzazione.
Ma come può accadere anche ai sentimenti più profondi è arrivata la fine e l’amore tra i due si è concluso nel 1932 quando Lee ha fatto ritorno a New York lasciando Ray. Resterà un bel legame, soprattutto anni dopo quando lui è diventato amico del marito di lei Roland Penrose.
Se Man Ray muore a Parigi il 18 novembre del 1976, Lee Miller nel 1977. Un anno di distanza per due artisti che hanno collaborato insieme creando un fantastico sodalizio artistico, ma anche un’intensa seppur breve storia d’amore.