Irma Testa e il coming out: l’omosessualità nello sport è ancora tabù

La campionessa di boxe, si batte contro l'omofobia e per i diritti civili: " Ci ho messo 10 anni a fare coming out, nello sport l'omosessualità è ancora un tema intoccabile"

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Redazione

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Irma Testa, è stata la prima donna pugile italiana a partecipare ai Giochi Olimpici – a Rio de Janeiro nel 2012- e soprattutto a vincere un bronzo a Tokyo lo scorso luglio. Una medaglia ancora più preziosa, a fronte della totale assenza di pugili italiani nel torneo maschile ai giochi della capitale giapponese. La campionessa di Torre Annunziata non è solo un’eccellenza italiana per lo sport, ma anche un nome destinato a restare per moltissimo tempo nella storia.

Irma Testa, i suoi 10 anni di silenzio

Sentita da Corriere della Sera, Irma Testa ha spiegato di aver impiegato dieci anni a fare coming out, poiché, nello sport, l’omosessualità è un tema ancora intoccabile. Un percorso che ha affrontato con il sostegno di coloro che la amano ma che le è costato tanto: “Se dopo dieci anni ho deciso di farlo soltanto ora è perché nello sport è ancora un tabù. Vengono ancora criticati calciatori, atleti e atlete che dichiarano di essere gay o lesbiche. Nello sport è un tema ancora intoccabile, secondo me invece è un ambiente come tutti gli altri”.

Sorridere dell’ignoranza altrui è stato l’antidoto che ha trovato per sconfiggere la cattiveria, le parole di troppo e superare quell’ostacolo che era soltanto nella sua testa: “Dei commenti social negativi me ne frego. A volte familiari e amiche mi girano messaggi con offese rivolte a me e dicono: “Ma Irma, hai letto?”. E io rido, mi diverto, perché da questi commenti si vede l’ignoranza, e questo tipo di ignoranza non può che far ridere. Ma un conto sono le offese contro di me, che ho una corazza molto forte, un conto vengono rivolte a giovani o persone fragili”-

Alla madre lo ha confidato a 16 anni. Per i suoi allenatori e tutte le persone che le sono state vicine non è stata una sorpresa. Già nell’intervista del suo coming out a Vanity Fair, ha spiegato che parlare di orientamento sessuale ha un valore speciale, perché ai campioni si chiede di essere perfetti e per molti l’omosessualità rappresenta ancora un’imperfezione. Anche per lei è stato così, ma la medaglia di Tokyo le ha fatto scudo. Ora che la Irma atleta è al sicuro, la Irma donna può essere sincera. Non è così per i tanti e le tante che ancora vanno alla ricerca di quello spazio che meriterebbero e che devono ritagliarsi con fatica, ancora ingabbiati dall’arretratezza di chi non accetta, di chi pensa guarda alla diversità con timore. Ma di quale diversità si parla?

Irma Testa, il percorso dell’atleta fino al coming out

Campionessa dentro e fuori dal ring, ha imparato in fretta a combattere, già all’età di 11 anni, quando ha iniziato ad allenarsi in una palestra di Torre Annunziata prendendo ispirazione e seguendo i passi della sorella Lucia. Torre Annunziata è certamente una realtà complicata del Sud, dove sarebbe stato più facile prendere strade diverse. Irma ha però scelto lo sport, di indossare i guantoni e di voler lottare non solo sul ring ma anche per i diritti civili, per quelli della comunità LGBQT+ che hanno visto negata l’approvazione del DDL ZAN pochi mesi fa.

La campionessa, vedendo i senatori saltare di gioia quando il DDL Zan non è passato, ha capito di dover fare qualcosa, tanto da rompere il suo lungo silenzio e fare coming out, non per sé stessa ma per gli altri. Per tutti quelli che ancora non riescono ad aprirsi. La sua decisione va oltre la sfera privata. Vuole essere d’esempio per tutti e comunicare a chi vive con dolore una cosa così naturale. È un invito a non sentirsi soli e abbandonati. E, anche se sa che c’è ancora tanta strada da percorrere per superare determinate barriere e pregiudizi, soprattutto nello sport, è convinta che presto le cose potrebbero prendere una piega diversa e finalmente cambiare.

Irma Testa, occhi e cuore su Parigi 2024

Irma non si ferma, i suoi occhi e il suo cuore sono a Parigi dove nel 2024 si terranno le olimpiadi e dove, speriamo tutti, insieme a lei, che riesca a salire di nuovo sul podio e magari su un gradino più alto. Forza Irma, Ad Maiora!