Le donne della Shoah nella giornata della memoria
Le vittime dello sterminio nazista furono indistintamente uomini e donne di etnia ebraica. Furono però le donne quelle che subirono una persecuzione brutale da parte del regime, attraverso la costituzione di campi esclusivamente femminili, dove vennero trasferite migliaia di prigioniere. Un incubo, che ha segnato la loro vita per sempre, sia nei rapporti sociali, sia nei rapporti con il resto del mondo, che ha fatto crollare ogni certezza sui sentimenti di uguaglianza, di fratellanza e sulla speranza di una vita migliore. Non c'era differenza tra donne sole o mamme: i loro affetti sarebbero stati separati da loro per sempre, senza alcuna possibilità di guardare ad una ricongiunzione futura. Chi, fra loro ha avuto la fortuna di sopravvivere al genocidio, non ha perso l'occasione di raccontare e raccontarsi, mettendo da parte ogni senso di chiusura e mostrandosi come esempio vivente di chi "ce l'ha fatta" e che una seconda possibilità c'è per tutti, anche per chi ha vissuto un incubo ingiusto. Sono le donne della Shoah, diventate portavoce, attraverso i propri mezzi, di un momento buio della storia, il più truce tra tutti gli avvenimenti del '900. Camminano a testa alta, consce del cuore pesante che portano in petto, vittime di atti di disumanità che non riusciranno mai ad essere raccontati appieno. Hanno usato la voce e le pagine dei propri libri per raccontare, nel modo più sincero e più duro, tra le lacrime amare e dilanianti, come abbiano subito la prigionia.