La straordinaria storia di Villa Monastero, un gioiello architettonico sul lago di Como

Villa Monastero si trova a Varenna, dove con i suoi splendidi giardini si affaccia sul lago di Como: la sua storia è incredibile, scopriamola insieme

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Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Quando non è in giro o al pc, riempie di coccole i suoi amati gatti.

Pubblicato: 21 Settembre 2023 15:35

Le placide acque del lago di Como rispecchiano piccoli borghi incantevoli e maestose ville dal fascino antico: una di queste, Villa Monastero, ha una storia davvero interessante che affonda le radici indietro nel tempo per ben nove secoli. Questa pregevole architettura, che oggi è aperta al pubblico, rappresenta uno degli esempi più suggestivi di arte eclettica. Scopriamo insieme le sue meraviglie e i suoi segreti più reconditi.

Villa Monastero, un vero gioiello

Villa Monastero, con la sua posizione privilegiata sul lago di Como, è una bellezza d’altri tempi al cui fascino non si può proprio restare indifferenti. Si trova presso il coloratissimo e romantico borgo di Varenna, leggermente defilato dal suo vivace centro storico, che soprattutto in estate brulica di turisti. È, come abbiamo già anticipato, un capolavoro di architettura in stile eclettico di gusto nordico, divenuto un vero gioiello per via dell’imponente opera di ristrutturazione commissionata a cavallo tra l’800 e il ‘900 dal suo proprietario dell’epoca. Questa incantevole villa nasconde una storia sensazionale, lunga oltre nove secoli, che si intreccia a quella di numerosi personaggi celebri.

L’incredibile storia di Villa Monastero

Per capire l’importanza storica di Villa Monastero, dobbiamo fare un tuffo indietro nel tempo: oggi la dimora sorge sul terreno in cui, nel XII secolo, venne fondato un monastero femminile cistercense che ospitò alcune suore sfollate dall’isola Comacina. Quando, nella seconda metà del ‘500, il cardinale Carlo Borromeo le fece trasferire a Lecco, la villa venne venduta a Paolo Mornico, che divenne proprietario di quasi tutta la tenuta – ad esclusione dell’oratorio di Santa Maria, che sarebbe rimasto aperto al pubblico ancora per qualche secolo.

La famiglia Mornico lavorò a lungo sull’edificio che ospitava il monastero, trasformandolo in una splendida dimora residenziale. Tra le opere più importanti effettuate in quel periodo spiccano la realizzazione di due loggiati simmetrici nella facciata e la trasformazione di un antico casolare rustico in quella che oggi è la foresteria. Nell’800, Villa Monastero – ormai da tutti chiamata così – venne acquistata dall’ingegnere Pietro Genazzi. Solo pochi anni dopo, tuttavia, passò nuovamente di mano e divenne di proprietà di Carolina Maumari, strettamente legata ad alcuni dei personaggi storici più importanti dell’epoca.

Figlia di Giovanni Bartolomeo Maumari e di Maria Antonietta Blondel, sorella di Enrichetta, era dunque la nipote della donna che sposò Alessandro Manzoni, l’autore del romanzo I Promessi Sposi – ambientato, tra l’altro, proprio sul lago di Como. Inoltre, la sorella di Carolina sarebbe poi diventata moglie di Massimo D’Azeglio (che in prime nozze aveva sposato Giulia Manzoni, la figlia del celebre scrittore). Non è difficile capire che, proprio in quegli anni, Villa Monastero divenne un centro di ritrovo di menti illuminate e di grandi artisti.

Alla fine dell’800, la dimora venne venduta al tedesco Walter Erich Jacob Kees, che tra gli altri meriti vanta quello di aver reso il giardino quel magnifico capolavoro che è oggi. Ed è proprio con lui che la proprietà tornò ad acquisire l’oratorio di Santa Maria, diventando privato. Nel corso della Prima Guerra Mondiale, la villa venne confiscata e poi affidata all’Opera Nazionale Combattenti, per poi vivere vicende alterne: passò nelle mani di Marco De Marchi, che la donò con lascito testamentario allo Stato italiano, con l’obiettivo di istituirvi un museo e un istituto per studi idrogeologici. E in effetti, fu proprio quello che accadde.

Villa Monastero
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La splendida Villa Monastero

Le sale convegni

Alcune delle sale a pian terreno sono state adibite a sale convegni. Sin dal 1953, una di esse ospita la Scuola Internazionale di Fisica dedicata ad Enrico Fermi: le sue mura hanno accolto gli interventi di almeno una trentina di premi Nobel. Questo spazio ricco di fervide menti non poteva che chiamarsi Sala Fermi, ed è ospitato all’interno dell’ampliamento della chiesa della Maria Vergine. Ha una capienza di 88 posti, è dotato di tutte le tecnologie necessarie per le conferenze scientifiche e sorprende i partecipanti con un meraviglioso affresco raffigurante la Pietà.

C’è poi la Sala Polvani, che un tempo accoglieva la biblioteca del professore di fisica sperimentale Giovanni Polvani: è un ampio spazio dedicato alle riunioni, con 30 posti a sedere e una vista mozzafiato sui giardino e sul lago di Como. Infine c’è la piccola Sala del Consiglio, con una capienza di 15 posti e un bellissimo tavolo ovale in legno di noce, con pregiati intarsi. Si tratta di un pezzo unico, proveniente dalle abilità di artigiani lombardi dell’inizio dell’800. Ma oltre alle sale convegni c’è molto di più da scoprire, a Villa Monastero.

La casa museo

Inaugurata nel 2003, la casa museo di Villa Monastero include ben 14 sale finemente restaurate, all’interno delle quali sono stati mantenuti sia le decorazioni che gli arredi originali. Al piano terra si possono visitare la Sala Nera e la Sala Rossa, dove a dominare sono proprio questi due colori: la prima ospita una sala da pranzo in stile rinascimentale, con addobbi dalle vivaci tinte d’oro, mentre la seconda, un tempo adibita a sala di ricevimento, è impreziosita da tappezzerie e arredi neorococò, nonché da un magnifico arazzo settecentesco.

Al piano superiore, uno degli spazi più suggestivo è la Sala della Musica: al suo interno si trovano due pianoforti, i quali godono di un affaccio privilegiato sul lago di Como. Particolarmente affascinante è anche l’orologio di manifattura francese, accanto al quale sono sistemati due putti che reggono dei candelabri d’oro. Merita poi una visita anche la Camera Padronale, che un tempo doveva essere anch’essa dedicata alla musica, come si evince dai dipinti che decorano la volta. È qui che si apre un terrazzo bellissimo, ovviamente con vista sul lago.

I giardini botanici

Tutt’intorno a Villa Monastero si estendono i giardini botanici, in un ampio parco che, come abbiamo visto, sotto l’egida di Kees proliferò come mai prima. A partire dal viale d’accesso, cinto da bellissimi filari di cipressi, per poi dirigersi là dove i giardini digradano in dolci terrazzamenti verso il lago, tutto parla di magia. Vi sono ospitati oltre 900 esemplari di specie esotiche, tra cui una meravigliosa collezione di rose inglesi e un parco di querce secolari. Il percorso che conduce alla scoperta dei giardini botanici incrocia anche diverse opere d’arte, tra cui un tempietto neoclassico, suggestive fontane e un gruppo di sculture in marmo intitolate La Clemenza di Tito, opera di Giovan Battista Comolli.

I giardini botanici di Villa Monastero
Fonte: iStock
I giardini botanici di Villa Monastero