«I fatti miei mi annoiano sempre a morte; preferisco quelli degli altri»: con questa massima Oscar Wilde aveva riassunto il piacere che si prova nello spettegolare. E a sollevarci dai sensi di colpa, nel caso ne avessimo, arriva la scienza. La gossip-terapia infatti fa bene alla salute, come ha rivelato uno studio dei ricercatori delle Università del Texas e Oklahoma. I risultati sono chiari: spettegolare fa bene. Perché, pare, chi spettegola scarica la sua aggressività col il pettegolezzo e grazie a questa valvola di sfogo ne guadagna in autostima e pacatezza.
La chiacchiera frivola genera piacere, paragonabile a quello che proviamo mangiando qualcosa di buono, e in più senza calorie. E, udite udite, ancora meglio se il pettegolezzo riguarda una cattiva notizia. Lo spiega bene il termine tedesco Schadenfreude, ovvero il piacere provato davanti alla sfortuna altrui. Ahi, ahi, cattivelle che non siamo altro.
Un pettegolezzo fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo, mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe. (Mark Twain)
In realtà la scoperta dei benefici del gossip non è nuovissima. Il primo ad addentrarsi nella funzione sociale del gossip è stato lo psicologo evoluzionista Robin Dunbar, che non ha avuto dubbi nell’affermare che lo “spettegolare” non è una semplice debolezza umana, ma anzi è stata la forza della nostra specie, un’abitudine che ha generato una vera e propria spinta evolutiva.
Tutto parte da molto lontano, ovvero dalla pratica di “spulciamento” dei primati: è proprio spulciandosi reciprocamente che sono riusciti a mantenere unito il gruppo, facendo del grooming un collante sociale, un aggregatore. Con lo svilupparsi del linguaggio dallo spulciarsi si è passati allo spettegolare.
Secondo lo psicologo sociale Nicholas Emler il gossip rappresenta addirittura due terzi delle nostre conversazioni, anche se per gossip lui intende tutte le conversazioni che riguardano una terza persona non presente.