La sindrome di Raynaud è una patologia causata da improvvisi vasospasmi dei vasi sanguigni della mano. Questo fenomeno induce un’ischemia transitoria che determina un pallore in particolari zone delle dita, seguita da una vasodilatazione, che provoca, invece, rossore.
Questa sindrome, detta anche malattia o fenomeno di Raynaud, si manifesta nel 5-10% della popolazione e ha una forte prevalenza nel genere femminile. Esistono diverse tipologie di sindrome di Raynaud e i primi episodi del disturbo si presentano in momenti della vita differenti (in giovinezza o intorno ai 40 anni) a seconda del tipo di patologia che ha colpito il soggetto e delle cause sottostanti.
Tale problematica circolatoria può risultare altamente invalidante e influire sulla qualità della vita quotidiana. Pertanto, sono costantemente in corso ricerche per indagare le cause del disturbo e proporre nuove prospettive di cura a chi sperimenta questo fastidio.
Indice
Sindrome di Raynaud: le cause
Ancora oggi la sindrome di Raynaud è oggetto di studio da parte della comunità scientifica. Alcuni studi hanno individuato una familiarità, altre volte la patologia si presenta in modo spontaneo e senza un apparente motivo, rendendo difficoltosa l’indagine delle sue cause.
Le manifestazioni tipiche del fenomeno sono causate da una anomala reazione dell’apparato circolatorio a uno stimolo particolarmente intenso, che può essere esterno (come l’esposizione a temperature estreme) o interno (ad esempio lo stress).
La sindrome di Raynaud può essere classificata in base alla causa che lo provoca.
Il Raynaud primario (generalmente definito come sindrome o malattia) è la tipologia più comune e, generalmente, si manifesta in forma lieve e transitoria. Le sue cause sono essenzialmente ignote e non è legata ad altre patologie che possono scatenare un improvviso restringimento dei vasi sanguigni. Tendenzialmente questa forma di sindrome compare tra i 15 e i 30 anni ed è molto più diffusa nella popolazione femminile e in coloro che abitano in zone dal clima particolarmente freddo. Tra i fattori di rischio per questa patologia c’è una storia familiare di sindrome di Raynaud: se un parente di primo grado presenta questa sindrome, è molto più alto il rischio di sperimentarlo a propria volta.
Il Raynaud secondario (anche chiamato “fenomeno di Raynaud”) è una forma molto più grave della sindrome, legata alla presenza di una malattia sistemica, che coinvolge l’intero organismo. In molti casi il fenomeno di Raynaud è collegato a patologie come il Lupus, l’artrite reumatoide, l’artrosi cervicale, la connettivite mista, la poli/dermatomiosite, la sindrome di Sjögren o la sclerodermia, una rara malattia autoimmune che causa l’ispessimento dei tessuti e genera spesso problematiche di vasocostrizione. Molto meno comune della forma primaria, il fenomeno di Raynaud secondario è più severo, si manifesta in genere intorno o dopo i 40 anni e richiede un trattamento più lungo e mirato per essere tenuto sotto controllo.
Tra le cause che possono provocare il Raynaud secondario ci sono anche altri fattori, quali:
- la sindrome del tunnel carpale che, alterando l’omeostasi del nervo mediano, può sensibilizzare la mano agli sbalzi termici;
- le malattie delle arterie, quali l’aterosclerosi, l’ipertensione polmonare primaria o la malattia di Buerger;
- i traumi subiti dagli arti, come infortuni, lesioni, fratture, interventi chirurgici;
- l’uso di strumenti di lavoro vibranti (come i martelli pneumatici) o il compimento di azioni ripetitive, che spesso vengono eseguite durante alcune attività professionali (come digitare sulla tastiera, suonare il piano e così via);
- i disturbi alla tiroide;
- il vizio del fumo, che provoca vasocostrizione;
- l’assunzione di alcuni farmaci, come i beta-bloccanti, l’ergotamina o il triptano usati per curare l’emicrania, alcune sostanze chemioterapiche e alcuni dei farmaci usati per trattare l’iperattività;
- l’uso eccessivo di prodotti chimici specifici e dannosi, ad esempio il cloruro di vinile.
I sintomi della sindrome di Raynaud
La sindrome di Raynaud è facilmente riconoscibile grazie ad alcuni segnali che caratterizzano la manifestazione. L’alterazione della circolazione sanguigna, infatti, colpisce prevalentemente le estremità degli arti superiori, ma può, più raramente, coinvolgere anche i piedi, oppure il naso, le labbra, le orecchie e i capezzoli.
La frequenza con cui si manifestano i sintomi è legata alle varie forme in cui il fenomeno si manifesta: in quelle blande si manifesta una o due volte l’anno in coincidenza del periodo invernale, in quelle più gravi possono verificarsi diversi episodi nella stessa giornata. Questa problematica sembra colpire maggiormente le persone che vivono a latitudini con climi freddi, poiché lo stress generato dalle basse temperature causa più facilmente vasocostrizione, legate a dolore pungente, intorpidimenti e cambiamenti del colore della pelle. Tuttavia, alla base della sindrome non c’è solamente il freddo, ma anche numerose altre cause, ambientali, sistemiche e di diversa natura.
Cosa succede esattamente quando si scatenano i tipici sintomi della sindrome di Raynaud? I capillari sanguigni deputati a trasportare il sangue fino alle estremità delle dita subiscono un vasospasmo, restringendosi e riducendo l’apporto sanguigno alla zona interessata. Questo processo causa un cambio di colore nella zona colpita, che diventa tendenzialmente bianca.
Un insufficiente trasporto di sangue, e conseguentemente di ossigeno, nelle aree periferiche colpite dal problema, causa un maggiore assorbimento di ossigeno da parte dei tessuti, lasciando in circolazione sangue scarsamente ossigenato e di colore bluastro. A questo è dovuta la colorazione scura delle estremità soggette alla patologia, nonché la loro temperatura sempre più bassa.
L’ultima fase di questo processo è un graduale ritorno alla normalità del flusso sanguigno nelle zone colpite, con una conseguente colorazione rossastra delle zone interessate e una sensazione di dolore accompagnata da formicolio, gonfiore e pulsazioni.
Nei casi più gravi di sindrome di Raynaud (secondario) i deficit circolatori possono provocare seri danni ai tessuti: uno scarso apporto di ossigeno e sangue potrebbe causare sia delle ulcerazioni nella pelle, sia una vera e propria morte tissutale, ossia la cancrena, che sono particolarmente dolorose per il soggetto e complesse da trattare. Quando la cancrena evolve verso stadi particolarmente gravi, generalmente perché non curata tempestivamente, potrebbe addirittura rendere necessaria l’amputazione della parte coinvolta dal disturbo.
La diagnosi della sindrome di Raynaud
La diagnosi della sindrome di Raynaud è principalmente clinica: un medico specializzato, potrà raccogliere i dati anamnestici necessari, interpretarli e confermare la presenza di questa condizione.
Qualora esista il sospetto di un Raynaud secondario, il medico può ritenere opportuno prescrivere alcuni esami specifici:
- la capillaroscopia ungueale (un’analisi della pelle alla base dell’unghia, che consente di individuare eventuali deformità nei capillari);
- l’eco doppler agli arti superiori;
- il test di stimolazione al freddo, ovvero l’immersione delle mani in acqua ghiacciata, per scatenare un episodio di vasocostrizione;
- dei test degli anticorpi antinucleo il cui valore può essere alterato in alcune malattie autoimmuni;
- un’analisi della velocità di sedimentazione eritrocitaria (VES), ossia una valutazione del tempo impiegato dai globuli rossi per depositarsi sul fondo delle provette (una velocità superiore al normale potrebbe suggerire, infatti, la presenza di una malattia autoimmune o di un’infiammazione).
Come si può curare la sindrome di Raynaud?
Essendo molteplici le cause che possono scatenarlo, non esiste una cura unica per questa patologia, ma diversi trattamenti specifici per ogni paziente.
Lo scopo dei trattamenti per il disturbo è quello di alleviare i sintomi sperimentati dal soggetto, minimizzare la severità degli episodi di vasocostrizione, prevenire efficacemente possibili danni ai tessuti e, soprattutto, trattare l’eventuale patologia scatenante.
Sono disponibili creme e preparati topici, per ridurre il dolore, la sensazione di formicolio e la vasodilatazione, ma anche farmaci, da assumere nei periodi di crisi, volti a dilatare i vasi sanguigni e favorire la circolazione capillare.
Tra i farmaci più utilizzati ci sono:
- i bloccanti dei canali del calcio,
- i principi attivi volti a rilassare e, di conseguenza, dilatare i vasi sanguigni.
Anche il trattamento elettroterapico a impulsi brevi può essere una valida alternativa per trattare il fenomeno di Raynaud e alleviare i sintomi. Lavora, infatti, sfruttando gli effetti biologici dell’energia elettrica e consente di alleviare il dolore e di migliorare le condizioni del soggetto.
In rari casi la sindrome di Raynaud viene trattata chirurgicamente tramite la simpaticectomia, ossia la resezione di alcuni nervi del sistema nervoso simpatico che regolano la vasodilatazione e la vasocostrizione dei piccoli vasi dei tessuti degli arti. Si tratta di una pratica consigliata solamente in presenza di gravi ulcerazioni ed episodi così intensi da risultare invalidanti. Anche l’iniezione di specifiche sostanze chimiche (come tossina botulinica o anestetici) possono inibire l’attività dei nervi simpatici degli arti colpiti.
Il trattamento della malattia autoimmune sottostante al fenomeno resta ovviamente la principale via per curare un Raynaud di tipo secondario.
Come prevenire la sindrome di Raynaud?
Una cura mirata per trattare e risolvere la malattia o il fenomeno di Raynaud non è purtroppo ancora presente, ma è possibile tenere a bada gli episodi di vasocostrizione attraverso uno stile di vita adeguato.
Come fare per prevenire i sintomi della sindrome di Raynaud?
Tra i principali consigli:
- coprirsi adeguatamente quando si esce, con guanti anche termici, cappelli, sciarpe, paraorecchie e indumenti particolarmente caldi e isolanti;
- indossare sempre calze e guanti su mani e piedi, mentre si dorme nella stagione più fredda;
- attrezzarsi con pratici scaldamani, da usare ogni volta che ci si trova in un ambiente particolarmente rigido dal punto di vista climatico;
- non mettersi alla guida quando l’auto e il suo volante sono troppo freddi;
- preferire l’uso di guanti anche per togliere gli alimenti da frigo e congelatore, per evitare sbalzi di temperatura;
- eliminare il vizio del fumo, compresa l’inalazione di fumo passivo, poiché si tratta di un’abitudine dagli effetti particolarmente gravi sul sistema circolatorio;
- imparare a tenere sotto controllo lo stress, l’ansia e gli stati d’animo negativi, che potrebbero generare tensione e scatenare il rilascio di sostanze capaci di costringere i vasi sanguigni;
- praticare con regolarità dell’esercizio fisico, che possa favorire la circolazione sanguigna e apportare un generale beneficio all’intero organismo.
Fonti bibliografiche
- Sindrome o fenomeno di Raynaud, Istituto Superiore di Sanità
- Sindrome di Raynaud, Manuale MSD
FAQ
Chiedere la consulenza di uno specialista è essenziale per arrivare a una corretta diagnosi di sindrome di Raynaud. Il medico, dopo un’accurata anamnesi, può prescrivere gli esami più idonei a comprendere le cause sottostanti al disturbo.
Generalmente quando il fenomeno è di tipo secondario, ossia legato a patologie autoimmuni, è il reumatologo a occuparsi della diagnosi e della cura della sindrome. Altri specialisti potenzialmente coinvolti nel trattamento del paziente sono il chirurgo vascolare e l’angiologo.
La sindrome di Raynaud di tipo primario ha cause sostanzialmente ignote, mentre il fenomeno di tipo secondario è associato ad alcune patologia a carico dei diversi sistemi corporei, ad abitudini insalubri o all’assunzione di determinati farmaci.
Di questa sindrome soffre circa il 5-10% della popolazione e si tratta di un disturbo diffuso soprattutto tra la popolazione femminile. A essere colpiti sono i giovani tra i 15 e i 30 anni, nel caso di Raynaud primario, o gli adulti attorno ai 40 anni in caso di Raynaud secondario.