Si chiama sleep-texting ed è una preoccupante condizione clinica che sta colpendo in particolare la popolazione più giovane. Vediamo di cosa si tratta.
Indice
Cos’è la sindrome da sleep-texting
Il fenomeno è stato analizzato dagli esperti statunitensi che hanno coniato questo termine per descrivere il comportamento di alcuni adolescenti e studenti universitari che, nel cuore della notte, si svegliano per inviare messaggi ad amici e parenti. Quest’azione inconscia può verificarsi una sola volta o più volte nel corso del riposo notturno, interrompendo il naturale ciclo sonno-veglia dell’individuo interessato.
Non vi è ancora un consenso unanime sull’inserire tale condizione all’interno della grande famiglia della parasonnie, termine con cui si identificano un gruppo di disturbi del sonno caratterizzati da comportamenti anomali o eventi fisiologici indesiderati che avvengono durante specifici stadi del riposo o nei passaggi sonno-veglia.
Lo sleep-texting potrebbe verificarsi durante una fase di stato di coscienza parziale, sebbene gli studi sulla parte del ciclo sonno-veglia interessata e su quali specifiche aree del cervello si attivino nel corso di questo fenomeno debbano ancora essere compiuti.
L’aspetto più “spaventoso” di questa singolare affezione è correlato al fatto che i soggetti che ne soffrono, al risveglio, non ricordano di aver inviato i suddetti messaggi, le cui frasi scritte nelle chat di messaggistica istantanea sono spesso incomprensibili, prive di connessioni logiche e, talora, imbarazzanti. Questa scoperta è supportata da una ricerca Google del 29 Agosto 2017 sulle piattaforme dei social media Twitter e Tumblr che ha indicato che gli utenti raccontano regolarmente i messaggi “ridicoli” che hanno inviato con l’hashtag #sleeptexting. Allo stesso modo su altri social media (Twitpics and Instagram) sono state postate delle foto di messaggi confusi e privi di una connessione logica, spesso contenenti parole inventate o senza senso.
La ricerca sullo sleep-texting
La ricerca svolta in America (Northeastern United States) che ha messo in luce per la prima volta il fenomeno ha coinvolto 372 studenti di college, di cui 75 % donne e 25 % uomini, con un’età media di 19.7 anni. A questa popolazione sono stati sottoposti dei questionari volti a quantificare l’utilizzo del cellulare durante le ore notturne e la qualità del sonno (ore di sonno dormite durante la settimana e nel weekend, profondità del sonno, ecc ).
Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Journal of American College Health, mette in luce questa peculiare tendenza dovuta alla consuetudine di dormire con il cellulare accanto al letto (67%) o nel letto (28%). Un quarto degli studenti che ha preso parte al sondaggio (il 25,6%) ha svelato di aver inviato dei messaggi mentre dormiva, in particolare tra i partecipanti di sesso femminile (86% donne vs 14 % di uomini); la maggior parte (il 72%) ha, inoltre, svelato di averlo fatto, ma di non ricordarlo al risveglio.
Alla domanda su “come ti sei accorto di aver inviato un messaggio nel cuore della notte” la maggior parte degli interessati (95%) ha ammesso di averlo scoperto scorrendo la cronologia del telefono al risveglio, mentre il rimanente 5 % è venuto a conoscenza dell’accaduto grazie ad un amico/amica. La maggior parte dei messaggi (65%) sono stati inviati a dei coetanei, mentre il 35% era indirizzato a fidanzati/fidanzate.
“La maggior parte non aveva memoria del fatto di aver inviato messaggi o del loro contenuto” – ha spiegato Elizabeth B. Dowdell, la studiosa che ha guidato la ricerca. “Il fatto di non ricordare non è sorprendente, poiché la ricerca sul sonno ha scoperto che le persone che si svegliano dopo aver dormito per più di qualche minuto non sono in grado di ricordare i minuti prima di addormentarsi”. Questa forma di amnesia legata al sonno è la ragione per cui le persone spesso dimenticano le telefonate o le conversazioni avute nel cuore della notte.
Le conseguenze dello sleep-texting
Secondo gli esperti lo sleep-texting non solo è fonte di imbarazzo, ma influenza anche negativamente la qualità del sonno. Interrompere il riposo, infatti, mette a rischio il rendimento durante la giornata e può provocare uno squilibrio emotivo, un abbassamento della soglia di concentrazione ed inerzia quotidiana.
L’atteggiamento degli studenti universitari nei confronti del cellulare è cambiato: l’utilizzo e la vicinanza del telefono sono diventati abituali al punto che alcuni studenti sembrano aver sviluppato una sorta di ipervigilanza nei confronti di tali strumenti tecnologici, che può essere spesso la causa di risvegli notturni al “trillo” di una notifica proveniente dai social a cui sono iscritti. È questo, infatti, uno degli scenari in cui si può realizzare questo disturbo, portando il soggetto interessato a riproporre nelle ore notturne il medesimo atteggiamento che adotterebbe nello stato di veglia, replicando ai messaggi ricevuti in modo meccanico ed automatico.
Le interruzioni del sonno create dall’atteggiamento ipervigile verso il telefono possono influenzare la qualità e la durata del sonno stesso, poiché ogni notifica e risposta contribuisce ad un debito di sonno complessivo che si allunga ogni notte.
Apparecchi elettronici e sonno
Sotto accusa non sono solamente gli smartphone, ma anche i laptop, i tablet e gli e-reader, che disturbano il riposo notturno e con il tempo possono causare gravi conseguenze. La ricerca ha dimostrato che le persone che riferiscono un uso eccessivo di computer e dispositivi mobili in camera da letto vanno a letto più tardi e tendono a dormire più a lungo durante le ore mattutine.
Ciò supporta la premessa secondo cui la dipendenza dalla tecnologia, in un luogo tradizionalmente riservato al sonno, sta rendendo difficile per alcuni individui mantenere una separazione tra le attività di veglia e di sonno.
Uno studio condotto nel 2013 negli Stati Uniti sull’utilizzo di cellulari, computer ed altri apparecchi elettronici nelle ore prima di coricarsi ha rivelato quanto questa tendenza sia ormai drammaticamente pervasiva in tale paese: 9 americani su 10 hanno ammesso di utilizzare devices tecnologici nelle ore antecedenti al sonno, tra i quali l’utilizzo di cellulari è più spiccato nella fascia degli under-30 (72% di adolescenti, 67% di giovani adulti). Tale malsana consuetudine risulta strettamente associata a difficoltà nell’addormentamento ed ad un riposo non ristoratore.
Sarà, forse, necessaria una ri-educazione all’impiego (ed abuso) che facciamo della tecnologia nel nostro quotidiano, riappropriandoci, magari, dell’abitudine di un buon libro poco prima di abbandonarci nelle braccia di Morfeo? Ai posteri l’ardua sentenza.
Fonti bibliografiche:
- Interrupted sleep: College students sleeping with technology – Elizabeth B. Dowdell, PhD, RN, FAAN, and Brianne Q. Clayton, MSN, RN (Journal of American College Health)
- The Sleep and Technology Use of Americans: Findings from the National Sleep Foundation’s 2011 Sleep in America Poll – Michael Gradisar, Amy R.Wolfson, Allyson G. Harvey, lauren Hale, Russel Rosenberg, Charles A. Czeisler
- Mobile phone use and sleep quality and length in college students. White A. Buboltz W, Igou F. Int J Humanities Social Sci. 2010;1(18):51–58
- Sleep Texting Really Exists, and Here’s How to Prevent It. Healthline