Camminare fa bene alla salute (e alla mente), ma quanto bisogna muoversi per ottenere benefici? Fino a poco tempo fa la questione ruotava attorno al numero di passi da compiere quotidianamente. Adesso dagli esperti arriva una nuova indicazione: meglio contare i minuti, che dovrebbero essere idealmente almeno 150 alla settimana, ossia 15 al giorno.
Contrordine: meglio contare i minuti rispetto ai passi
A fornire nuove indicazioni sono i risultati di uno studio, pubblicato sugli Annals of Internal Medicine. È stato condotto analizzando i dati di 33.560 persone – tra i 49 e i 75 anni – raccolti da UK Biobank, cioè il database che contiene le informazioni provenienti da cittadini britannici, gestiti dall’autorità sanitaria del Paese. I ricercatori hanno monitorato persone non attive, abituate a compiere meno di 8.000 passi al giorno e prive di problemi cardiaci. Poi hanno suddiviso in tre gruppi i soggetti in gruppi, in base alla durata della camminata giornaliera più lunga: 5 minuti o meno, 10 minuti o almeno 15 minuti. Lo studio ha controllato le cartelle cliniche del campione fino a 10 anni dopo il monitoraggio.
Cosa è emerso dalle ricerche
A emergere è il fatto che coloro che hanno camminato per almeno 15 minuti consecutivi, a prescindere dal genere dunque sia uomini che donne, presentavano i rischi più bassi di infarto e di altre patologie cardiovascolari (solo il 4% rispetto al 13% della media di chi camminava solo 5 minuti). Nel contempo, il fatto stesso di compiere attività fisica per un tempo maggiore – a prescindere dal numero di passi compiuti nel quarto d’ora – era associata a una maggiore probabilità di longevità rispetto a quella degli altri gruppi. In proporzione, infatti, anche chi aveva camminato per 10 minuti ininterrotti tendeva a vivere più a lungo e con meno malattie cardiache rispetto a chi si era dedicato all’attività fisica solo per 5 minuti. In generale, inoltre, i rischi di mortalità per quest’ultimo gruppo sono stati calcolati nel 5% e in coloro che camminavano meno di 5.000 passi al giorno sono stati riscontrati più alti. Al contrario, per le persone che camminavano 15 minuti al giorno, questa percentuale scendeva sotto l’1%.
Perché cambiare le proprie camminate
“Tendiamo a concentrarci sulla quantità di passi o sul totale dei passi, ma trascuriamo il ruolo cruciale dei modelli, per esempio, il modo in cui si cammina“, ha spiegato Emmanuel Stamatakis, dottore in filosofia, professore di attività fisica, stile di vita e salute della popolazione all’Università di Sydney e autore principale dello studio. “Questo studio dimostra che anche le persone molto inattive fisicamente possono massimizzare i benefici per la loro salute cardiovascolare modificando i loro modelli di camminata per camminare per più tempo di seguito”, ha aggiunto il ricercatore.
Il consiglio degli esperti
“Per le persone più sedentarie, passare da brevi passeggiate sporadiche a camminate più lunghe e continue può comportare alcuni benefici per la salute”, ha chiarito Matthew Ahmadi, dottore in ricerca post-dottorale dell’Università di Sydney e coautore principale dello studio, che ha aggiunto: “Semplicemente aggiungere una o due camminate più lunghe al giorno, di almeno 10 o 15 minuti a un ritmo comodo ma costante, può avere benefici significativi, specialmente per chi non cammina molto”.
L’importanza del tempo dedicato all’attività
La conclusione dei ricercatori, quindi, è che sia più importante il tempo dedicato all’attività fisica e, nella fattispecie, alla camminata, invece che al numero di passi effettuati nello stesso arco temporale. Questo tipo di evidenza, secondo lo studio, avrebbe validità a prescindere dall’età dei soggetti coinvolti. Al di là di questo studio, però, da tempo la comunità scientifica internazionale è concorde nel ritenere che sia fondamentale per il benessere fisico mantenere un adeguato livello di movimento quotidiano. Secondo diversi studi, la raccomandazione generale è di praticare 150 minuti di attività fisica a settimana.
Cosa dicono altri studi
Solo pochi mesi fa, in giugno, era stato pubblicato un altro studio, uscito sul British Journal of Sports Medicine. La ricerca aveva analizzato i dati presenti su 196 articoli riferiti a un campione totale di oltre 30 milioni di persone. Ad essere esaminato era stato il nesso tra attività fisica e salute dei partecipanti. I ricercatori avevano scoperto che chi si era allenato per 75 minuti a settimana a intensità moderata (ad esempio, con una camminata veloce) avevano visto ridursi del 23% il rischio di morte precoce, del 17% quello di malattie cardiovascolari e del 7% quello per tumori.
Perché occorre camminare
Lo studio, dunque, indica anche solo in 11 minuti di camminata al giorno un quantitativo sufficiente di movimento per migliorare lo stato di salute. Si tratta di un traguardo minimo, che può essere raggiunto anche solo rinunciando al trasporto tramite automobile e optando per un percorso pedonale, oppure privilegiando le scale invece che l’ascensore. Non occorre, quindi, un programma di allenamento specifico, ma la volontà di rendere più attivo il proprio stile di vita.