“Bimbo nato in meno di 6 minuti”, il parto lampo in ambulanza prima dell’arrivo in ospedale

È accaduto a Palermo, protagonista una donna di 27 anni che si trovava in strada. Nonostante l’arrivo dell’ambulanza, il bimbo è nato prima di raggiungere l’ospedale

Foto di Eleonora Lorusso

Eleonora Lorusso

Giornalista, esperta di salute e benessere

Milanese di nascita, ligure di adozione, ha vissuto negli USA. Scrive di salute, benessere e scienza. Nel tempo libero ama correre, nuotare, leggere e viaggiare

Pubblicato:

I medici lo hanno definito un parto “precipitoso”, ma la nascita di un neonato ieri a Palermo è stata da primato: il bimbo ci ha messo meno di 6 minuti per venire alla luce. È accaduto nel pomeriggio, quando una donna di 27 anni ha iniziato a lamentare dolori pre-parto. È stata lei stessa a chiamare immediatamente un’ambulanza, ma il mezzo di soccorso non ha fatto in tempo a raggiungere l’ospedale che la giovane ha partorito. Sia lei che il bimbo ora stanno bene.

Dai dolori al parto-lampo

Tutto è iniziato alle 14.55, in via Vincenzo di Pavia, nella zona della Zisa a Palermo. Protagonista è stata una donna che, subito dopo avere rotto le acque mentre si trovava in strada, ha chiamato il 118, spiegando agli operatori di avere già forti contrazioni e di essere primipara. La centrale ha quindi inviato sul posto un’ambulanza medicalizzata, che avrebbe dovuto trasportare la giovane all’ospedale civico, già allertato per accoglierla in sala parto. Ma la donna ha dato alla luce il suo primo figlio direttamente a bordo del mezzo, dopo un travaglio lampo, durato appena 6 minuti.

La nascita di Francesco

Il bimbo, chiamato Francesco, è dunque nato durante il tragitto verso l’ospedale, grazie al sostegno del medico rianimatore che si trovava sull’ambulanza, Maria Concetta Cusenza, affiancata dall’infermiere Francesco Lumetta, mentre alla guida c’era l’autista soccorritore Giuseppe La Barbera. Ad attenderli in ospedale, invece, c’erano i sanitari che hanno poi accolto sia la neomamma che il piccolo, al quale è stato dato il nome dell’infermiere presente a bordo dell’ambulanza. La donna e il bimbo sono ora ricoverati e sono stati giudicati in buone condizioni.

Il parto precipitoso: cos’è

Parti così rapidi sono definiti dagli esperti “precipitosi” e non sono frequenti, soprattutto nelle donne alla prima gravidanza. Come spiegato a PalermoToday da Marco Palmeri, responsabile dell’elisoccorso e vicedirettore della centrale operativa del 118, “Si tratta di una situazione che può evolvere molto rapidamente”. Per questo può essere importante avere il supporto e l’assistenza di personale medico specializzato, in grado di affiancare la donna che sta partorendo. “Il personale del 118 siciliano è formato anche per affrontare queste situazioni di emergenza. La tempestività dei soccorritori ha permesso al piccolo di venire al mondo in totale sicurezza, regalando alla sua famiglia e alla città una storia da ricordare”, ha aggiunto Palmeri.

Le precauzioni in caso di parto veloce

Per parto veloce o “precipitoso” si intende, secondo le linee guida internazionali, un caso nel quale il neonato viene alla luce in meno di 4 ore dall’inizio delle contrazioni. Si tratta di una durata che, però, è ritenuta normale nel caso di un secondo parto o successivo. Il discrimine, quindi, è relativo anche all’età della donna e al numero di gravidanze che ha già portato a termine. Convenzionalmente, infatti, la durata fisiologica di un travaglio di parto varia dalle 6 alle 12 ore. Il parto precipitoso avviene, secondo le statistiche, nel 10% dei casi e con maggior frequenza nelle pazienti con un’anamnesi positiva di parto precipitoso, quindi con precedenti esperienze di parti, specificatamente veloci. Un altro fattore che può influire è il peso del bambino in grembo: la nascita può essere più rapida è inferiore a 3 chilogrammi. La letteratura scientifica chiarisce anche che l’incontinenza cervico-istmica o ad una particolare elasticità del canale del parto sono associate a una maggiore probabilità di parto veloce.

I campanelli d’allarme: come riconoscere il parto veloce

In genere esistono alcuni sintomi che possono far prevedere un parto più veloce rispetto alla norma. Nella maggior parte dei casi avviene in presenza di una violenta insorgenza delle contrazioni uterine: la puerpera le avverte fin da subito in modo evidente e l’intervallo tra l’una e l’altra è solitamente breve fin da subito. Questo fa sì che la dilatazione avvenga rapidamente, spesso associata alla cosiddetta “rottura delle acque”, cioè delle membrane amnio-coriali. È a questo punto che inizia la fase espulsiva.

Come assistere e soccorrere la gestante

L’eventualità di un parto “precipitoso” richiede una certa attenzione e non va sottovalutato per eventuali rischi connessi proprio alla velocità con la quale avviene. Non solo la donna può trovarsi in una condizione e in un luogo non adatto, come accaduto a Palermo dove la gestante era in strada, ma potrebbe anche non esserci la possibilità di avere un’assistenza adeguata in caso di bisogno. Per questo le linee guida raccomandano di chiamare i soccorsi, tramite il 118. Una delle conseguenze più frequenti potrebbe essere, infatti, il verificarsi di lacerazioni vulvari, vaginali e perineali, ematomi, rottura d’utero, emorragia uterina da atonia post-partum, infezioni, fino all’embolia da liquido amniotico (il cosiddetto AFE, Amniotic Fluid Embolism). Anche il feto potrebbe andare incontro a rischi connessi a eventuali traumi cranici, emorragia intracranica, rottura del cordone ombelicale, aspirazione del liquido amniotico o infezioni.

Recuperare il contatto madre-figlio

Nonostante il parto precipitoso spesso avvenga al di fuori di un ospedale, una volta raggiunta la struttura i medici consigliano di agevolare il contatto pelle-a-pelle tra madre e neonato. Dato i tempi ristretti di espulsione, infatti, può essere importante recuperare un contatto, alla luce della velocità con la quale avviene il distacco dalla vita uterina per il neonato e il disorientamento che può aver provato la madre, meno preparata a questa nuova fase dalla rapidità del travaglio.