Un nuovo caso sta travolgendo la Famiglia Reale. Di colpo si parla di un vero e proprio dossier relativo Re Carlo e il suo primogenito William. È tutto frutto di un’inchiesta condotta da Channel Four e dal Sunday Times. Conti alla mano, le due più alte figure della Corona britannica hanno guadagnato 50 milioni di sterline, ovvero circa 60 milioni di euro, in affitti. Una cifra celata nei documenti sui bilanci della monarchia.
Gli affitti del Re
In tanti si chiedono, di fatto, che lavoro svolgano i membri della Famiglia Reale. In che modo si guadagnano da vivere Re Carlo e il Principe William, ad esempio? Al netto del fatto che tanti nobili hanno un vero e proprio lavoro, risulta evidente dalla recente inchiesta citata come una fetta delle entrate del sovrano e del suo primogenito provengano dal mondo immobiliare.
Quasi 60 milioni di euro di entrate grazie all’affitto di immobili e terreni di proprietà della Corona. Il tutto concesso in locazione ad associazioni di beneficenza, così come servizi pubblici. Lo sguardo è rivolto a differenti realtà, dagli ospedali alle scuole, fino ad arrivare alle prigioni.
Entrate che provengono dai ducati di Lancaster e di Cornovaglia. Possedimenti dalla storia antica, creati per la Famiglia Reale nel corso del XIV secolo. Nel tempo questa realtà è mutata, con possedimenti sempre più ampliati, fino a generare un impero immobiliare immenso.
L’inchiesta condotta nel Regno Unito ha scavato a fondo in questa realtà, e quanto rivelato è stato poi ovviamente ripreso dapprima dalla stampa nazionale e poi in tutto il mondo. Ma cosa fa storcere il naso di tutto questo? Non giunge di certo come una novità il fatto che il Re e la sua progenie siano decisamente ricchi. Il problema sorge laddove tutti questi guadagni risultino esenti da tassazione. Non sono inoltre stati resi noti nel rapporto annuale sui bilanci della monarchia presentati al Parlamento di Westminster.
Il fondo Reale
La situazione fiscale di Re Carlo merita di certo un approfondimento. Il fondo dei beni di famiglia, ovvero la Crown Estate, ha superato quota 1 miliardo di sterline nel 2023 (quasi 1.2 miliardi di euro). Al di là di ciò, però, Re Carlo riceve dei fondi pubblici che provengono dalle tasse dei contribuenti/sudditi. Una quota aumentata quest’anno, raggiungendo quota 132 milioni di sterline (quasi 150 milioni di euro).
Tutto ciò ha portato alla realizzazione del documentario The King, the Prince and their secret millions (Il re, il Principe e i loro milioni segreti). Una verità che genera imbarazzo e riporta in prima pagina una discussione di certo non nuova: la necessità di far pagare alla Corona le tasse sui propri possedimenti, così come l’abolizione dei finanziamenti pubblici.
La reazione di Buckingham Palace non è stata delle migliori. Il tutto è stato infatti affidato a un portavoce. La questione andrebbe però di certo affrontata in maniera più approfondita e ponderata. Per il momento ci si è limitati a sottolineare questo: “Gli investimenti rappresentano un’iniziativa commerciale privata, nel pieno rispetto della legislazione vigente”.
L’inchiesta non mira infatti a dimostrare che la Famiglia Reale abbia compiuto atti illeciti. Nessuna legge è stata violata. Si intende però evidenziare delle mancanze sotto l’aspetto etico, portando all’attenzione del pubblico degli elementi che potrebbero essere loro sconosciuti.
Scendendo nel dettaglio, tra le speculazioni troviamo un affitto annuo da 37 milioni di sterline pagato dal ministero della Giustizia, al fine di poter sfruttare la Dartmoor Prison. È stato inoltre siglato un contratto da 11 milioni di sterline annue per Guy and St. Thomas Hospital, a Londra, al fine di poter stipare le ambulanze in un grande hangar, utilizzato dunque come parcheggio.
Per comprendere quanto questo sia un duro colpo per Re Carlo, basti pensare a quello che pare sia il suo progetto per la modifica delle onorificenze assegnate dalla Corona. Il sovrano tiene molto all’immagine che di sé ha il popolo e, come riporta il Sunday Mail, starebbe lavorando per far sparire ogni riferimento all’Impero britannico e, dunque, al passato coloniale, dalle cerimonie annuali. Una di queste, tra le più note, è l’Order of the British Empire (Obe), che otterrebbe altra denominazione.