Quando il cane se ne va per sempre: la leggenda del Ponte dell’Arcobaleno

Spesso per accettare un momento emotivamente difficile da gestire, come quello rappresentato dal lutto e dalla perdita del proprio amico a quattro zampe, si ricorre a storie "magiche" che hanno il potere di guarire le ferite emotive.

Foto di Eleonora Toresi

Eleonora Toresi

Veterinaria

Amante sin da bambina degli animali, a 16 anni decide di diventare veterinaria. Si trasferisce in Spagna a studiare, prima a Lugo poi a Madrid, specializzandosi in medicina felina. Per DiLei scrive nella sezione Pets.

Pubblicato: 10 Maggio 2020 06:58Aggiornato: 10 Gennaio 2024 16:33

Quella del ponte dell’Arcobaleno è una leggenda che da sempre affascina e incuriosisce i proprietari di animali e che, grazie alla sua magia, permette di accettare meglio un momento emotivamente molto difficile da gestire, rappresentato dal lutto e dalla perdita del proprio amico a quattro zampe.

A volte capita di sentire parlare persone che non hanno mai fatto esperienza del legame che si instaura con il proprio animale, che giudicano i proprietari premurosi come esagerati o alle volte fuori luogo, per l’eccessivo coinvolgimento emotivo che investono nella relazione. Chi non l’ha vissuto non può capire la forza e la potenza del sentimento, l’intensità, l’amore e la complicità che ci muove nei confronti dell’animale.

Gli animali vivono meno di noi quindi siamo costrette a vivere la fase terminale della loro vita e il distacco finale. Quando i cani crescono e diventano anziani hanno bisogno di cure e di affetto ancora maggiore, ma si tratta di esperienze che valgono sempre la pena di essere vissute.

Il ponte dell’arcobaleno dei cani

Vivere il lutto per un animale domestico può essere doloroso quanto perdere una persona cara. Il distacco dall’animale è una di quelle situazioni difficili e complesse, che va affrontata dandosi il giusto tempo per accettare e superare il momento. Per riuscirci, esistono diversi approcci che possono aiutare a riportare equilibrio nell’anima e nella mente, che solitamente rifiutano l’accaduto.

Uno di questi è immaginare che il nostro fedele compagno sia volato sul Ponte dell’Arcobaleno, un posto meraviglioso in cui convivono tutti gli animali in condizioni ottimali di benessere, agio e assoluta tranquillità.

Secondo un’antica leggenda indiana, il ponte dell’arcobaleno si trova proprio alle porte del Paradiso e accoglie tutti gli animali che ci hanno accompagnati durante la nostra vita terrena, che ci sono stati fedeli e ai quali abbiamo dato affetto e amore. Quando i cani ci lasciano andrebbero proprio su questo ponte, che nasce dall’esigenza di creare un luogo incantato che connette la terra al Paradiso.

L’origine della leggenda

L’origine di questa leggenda risale agli Indiani d’America che, per primi, hanno immaginato questa distesa incantata raggiungibile attraverso il Ponte dell’Arcobaleno. Ad oggi, la leggenda si è diffusa in diverse culture con qualche piccola differenza tra un popolo e l’altro.

Tutte però narrano di un vero e proprio ponte magico che conduce ad un posto puro ed incontaminato con colline e prati verdi, acqua in abbondanza sia per bere sia per nuotare e cibo squisito per tutti i gusti… Somiglia molto alla descrizione del nostro Paradiso, ed è meravigliosa perché aiuta a superare il dolore, dando pace all’animo tormentato dalla perdita, grazie al pensiero che il nostro amico a quattro zampe vivrà lì, felice in eterno.

Infatti, in questo posto idilliaco i cani vivono sereni, sicuri, senza stress, senza dolore, pieni di stimoli ambientali, in perfetta armonia e benessere. E anche se arrivano dalla Terra dopo aver subito dolore o maltrattamenti, quando salgono sul Ponte sono in forma perfetta, guariti da ogni male.

I cani che salgono sul Ponte dell’Arcobaleno sono sereni, ma hanno un solo problema che impedisce il raggiungimento della piena felicità: vogliono comunicare con il proprietario, ne sentono la mancanza e vorrebbero trascorrere del tempo con lui.

Il ponte dell’arcobaleno e l’incontro tra cane e uomo

La magia della leggenda è proprio questa: il cane non proverà per sempre questo senso di mancanza del proprietario, non sarà per sempre felice a metà. Arriverà un giorno speciale in cui, mentre il cane sta giocando insieme agli altri, smetterà di fare qualsiasi cosa e si fermerà all’improvviso. Con gli occhi grandi e pieni d’amore, scruterà l’orizzonte, fino a riconoscere la sagoma del suo amato proprietario.

Il riavvicinamento potrà avvenire solo quando anche l’umano avrà lasciato la Terra e si incamminerà verso il Paradiso. Il cane sul Ponte dell’Arcobaleno avvertirà la sua presenza da lontano e gli correrà incontro, gli salterà in braccio, gli leccherà il viso e le mani, scodinzolerà e gioiranno insieme per la felicità.

Finalmente con questo incontro magico ed indimenticabile si sono riuniti e ora, con gli occhi luminosi dall’emozione, fianco a fianco, attraversano il Ponte dell’Arcobaleno ed entrano in Paradiso, dove staranno sempre insieme.

Cosa fare quando muore un cane: le alternative

Oltre a dover gestire il lutto da un punto di vista emozionale, ovvero colmare il vuoto legato alla mancanza dell’animale, dovremo fare i conti con altre questioni più materiali. Se per le persone c’è sempre un camposanto dove raccogliersi in preghiera per alimentare la fiamma del ricordo, non vale lo stesso discorso per i nostri amici a quattro zampe. Infatti, i cimiteri per animali purtroppo sono rari e anche molto costosi.

È necessario quindi scegliere e identificare qual è il luogo più indicato per conservare la salma del nostro cane, dovendo scegliere tra diverse opzioni. Quando il nostro cane viene a mancare possiamo decidere di gestire il suo corpo in diversi modi, consapevoli che il suo ricordo continuerà a vivere con noi.

Non comunicare il decesso al medico veterinario o, peggio ancora, disfarsi della carcassa gettandola nell’immondizia è una condotta severamente punita dalla legge. Esistono varie alternative, ognuna delle quali presenta i suoi pro e i suoi contro.

Chiedere aiuto al veterinario

La prima possibilità è quella di recarci presso una struttura veterinaria di fiducia che può gestire lo smaltimento della carcassa. La struttura veterinaria consegnerà il corpo a una ditta incaricata alla cremazione di animali e in questo caso, non si potrà pretendere la restituzione delle ceneri, visto che solitamente la cremazione è cumulativa. Descritta così potrebbe sembrare una procedura barbara e rude, tuttavia è la soluzione più economica e legale, quando ci troviamo a dover gestire una situazione del genere.

Rivolgersi ad un centro di cremazione veterinaria

La seconda possibilità è quella di identificare un centro specializzato nella cremazione di animali domestici, procedura che richiederà un pagamento a volte anche elevato, ma differentemente dal precedente caso, è possibile richiedere le ceneri dell’animale che verranno consegnate in urne apposite.

Rivolgersi ad un cimitero per animali

La terza alternativa è quella di consegnare il corpo dell’animale ad un cimitero per animali, presentando il certificato di morte redatto da un medico veterinario. In Italia sull’argomento cimiteri non esiste ancora una normativa nazionale omogenea e chiara, per questo le Regioni si stanno muovendo in ordine sparso. Ad esempio, nel Lazio sarà presto discussa una legge su cimiteri e cremazione degli animali, mentre a Milano e in Liguria esistono già diverse direttive.

Esistono delle realtà sorte in maniera spontanea, come in Piemonte, Milano, Lombardia, Liguria, Pavia, Emilia-Romagna, Bologna, Parma, Friuli-Venezia Giulia, Padova, Verona, Udine, Viterbo, Roma, Foggia, Calabria, Sardegna e forse altri cimiteri per animali domestici sono in fase di allestimento.

Il prezzo per questa scelta varia di molto da Regione a Regione e può essere ingente perché tiene conto delle dimensioni dell’animale, con costi aggiuntivi per chi preferisce la cremazione con disposizione nel loculo dell’urna cineraria. La scelta del loculo consente di avere un luogo dove recarsi per un numero di anni prestabilito (di solito, cinque), superato il quale la carcassa verrà spostata in una fossa comune per favorire la liberazione di spazio.

Seppellire autonomamente il proprio cane

L’ultima strada è quella di provvedere personalmente alla sepoltura del proprio cane. Chiaramente questo discorso vale per qualsiasi altro animale domestico, sia esso un gatto, un criceto, un uccellino.

Infatti, chi ha la fortuna di avere un terreno potrebbe chiedersi: ma posso seppellire il mio cane in giardino? È legale? La risposta è sì, è consentito dalla legge, tuttavia è opportuno rispettare delle regole igienico-sanitarie per la sicurezza di tutti, che possono variare in base al Comune o alla Regione di residenza, quindi è bene informarsi prima.

L’unico caso in cui non è consentita tale procedura è quando il cane è morto per patologie di natura infettiva, perché il processo di decomposizione potrebbe inquinare le falde acquifere. Negli altri casi, osservando quanto previsto dalla legge, non dovrebbero essere identificati motivi ostativi.

Per poterlo fare, è necessario che vengano seguiti alcuni passaggi:

  • è necessario recarsi dal proprio medico veterinario che rilascerà il certificato di morte e provvederà alla rimozione del microchip;
  • entro due giorni dal decesso dovrà essere avvisata la ASL competente della morte del cane, consegnando il certificato di morte, affinché venga cancellato il microchip dall’anagrafe canina;
  • identificato il punto nel giardino, deve essere scavata una buca profonda almeno mezzo metro, poiché se troppo in superficie potrebbe fungere da richiamo per altri animali e dopo aver posizionato il corpo eventualmente coperto con un materiale biodegradabile e non buste di plastica, depositare sopra la carcassa della calce viva;
  • al fine di rendere dignitosa la sepoltura, è possibile acquistare in internet anche una lapide con inciso il nome e la data, in modo da posarla in ricordo del cane.