Esistono libri che sono destinati a entrarci dentro, a toccare il cuore e a trafiggere l’anima, anche sono fatti solo d’inchiostro e parole. Alcuni raccontano storie che ci fanno sognare a occhi aperti, che ci trasportano in mondi che non sapevamo neanche esistessero, ma che ci appartengono. Altri ancora, invece, sono così cruenti, violenti e reali da farci desiderare di nasconderci in un rifugio sicuro al riparo dalla crudeltà che appartiene agli uomini.
E questo è sicuramente il caso di Lolita, il capolavoro di Vladimir Nabokov. L’opera che gettò l’intero mondo letterario, e non solo, nello scandalo. Era il 1955 e nessuno era pronto ad affrontare un tema così drammatico e scottante come quello della pedofilia.
Eppure, nonostante le difficoltà di pubblicazione, Nabokov andò avanti per la sua strada. Pubblicò quel romanzo scabroso che raccontava della passione di un uomo maturo per una giovane ragazza, per una bambina. Documentandosi sui giornali di cronaca del tempo scrisse Lolita, un capolavoro ispirato a una storia tragica e vera, quella di Sally Horner.
Chi era Sally Horner
Dietro a Lolita c’è lei, Sally Horner. Ma ci sono anche altre giovani ragazze che hanno condiviso con lei, senza saperlo, quel viaggio senza ritorno verso l’inferno. Ci sono donne alle quali la spensieratezza è stata rubata per sempre lasciando spazio a ferite nel cuore e nell’anima non smetteranno mai di sanguinare.
Sally era una di loro. Sally era solo una bambina quando un uomo più grande decise di rubargli l’adolescenza e forse tutta la vita. Nata il 18 aprile del 1937, Florence Sally Horner è stata al centro della cronaca locale alla fine degli anni ’40 per essere stata rapita e violentata da Frank La Salle, un pedofilo seriale. Secondo molti, Vladimir Nabokov, si ispirò proprio a questa tragica vicenda per ultimare il suo romanzo Lolita.
Il rapimento e l’infanzia rubata
A raccontare il retroscena del capolavoro Lolita sono stati in tanti, in questi anni, cercando di ricostruire le vicende di Sally Horner. La vera storia è stata raccontata anche nel libro Il Sipario Strappato. Le incredibili storie vere dietro ai film e alle serie che ami.
Correva l’anno 1948 quando, a 11 anni, Sally Horner si recò in un negozio vicino alla sua abitazione a Camden, nel New Jersey, e provò a rubare un taccuino da disegno. A sorprenderla, in quell’occasione, fu proprio Frank La Salle, un meccanico di 50 anni che si spacciò per un agente dell’FBI per spaventare la bambina.
Sally non poteva sapere che in realtà, quell’uomo, era un criminale. Sally non poteva sapere che da lui doveva stare alla larga perché era stato già accusato più volte di pedofilia ai danni di diverse bambine.
Spaventata dalla possibilità di finire in riformatorio, la piccole fece un patto con Frank La Salle: i due si sarebbero continuati a vedere e lei si sarebbe asservita nei confronti di quell’uomo. Non sapeva a cosa andava incontro, ma tanta era la paura di possibili conseguenze che scelse di fidarsi e affidarsi a quello che si spacciava come un agente.
Erano passati due mesi dal primo incontro tra i due quando La Salle, un caldo giorno di giugno, si presentò fuori alla scuola di Sally. Le disse che il governo aveva chiesto di lei, che avrebbe voluta incontrarla e che se lei non si fosse presentata sarebbe finita in prigione. La invitò anche a chiamare sua madre per dirle che sarebbe andata in vacanza con i genitori di un suo amico. Lo stesso La Salle si occupò di confermare quella versione con una telefonata alla madre di Sally.
Quell’estate la piccola Horner salutò sua madre dirigendosi verso quella che all’apparenza doveva essere una vacanza al mare. In realtà si trattava di un rapimento, ma nessuno lo sapeva.
21 mesi d’inferno
Quella che doveva essere una semplice gita estiva si trasformò in un inferno senza via d’uscita che durò tanto, troppo tempo. Sally trascorse ben 21 mesi insieme a quell’uomo, spacciata per sua figlia davanti agli occhi degli altri, derubata della sua infanzia e del suo corpo tra le stanze di hotel e abitazioni.
Gli abusi sessuali iniziarono subito, ma nonostante questo la bambina ebbe la forza di continuare a scrivere e a telefonare a sua madre, per rassicurarla sul fatto che tutto procedeva bene. Ma ben presto quelle parole scritte e pronunciate lasciarono spazio a un silenzio allarmate.
Fu proprio la madre, non avendo più notizie della sua bambina, ad allertare la polizia. Dopo pochi giorni la denuncia di rapimento fu diramata e su tutti i giornali d’America comparve l’iconica foto segnaletica. C’era Sally, vestita di bianco, che dondolava su un’altalena. La foto era stata scattata dallo stesso Frank e probabilmente perduta tra uno spostamento e l’altro.
La situazione cambiò quando La Salle, che si spacciava per un padre rimasto vedovo, si trasferì con Sally a Dallas. Fu allora che la bambina, dopo mesi di abusi, si confidò con un compagno di classe. Aiutata anche dai vicini di casa, riuscì a fuggire e raccontò alla polizia degli abusi e delle violenze subite durante quei lunghi mesi.
Il 31 marzo del 1950 l’incubo era finito: Sally era una bambina libera. La Salle si dichiarò colpevole di rapimento e pedofilia e venne condannato a 30 anni di carcere.
Ma non ci fu nessun nuovo inizio per Sally Horner, nessun lieto fine. Il 18 agosto del 1952, infatti, a soli 15 anni la ragazza perde la vita in un incidente d’auto.
Lolita, il romanzo
Quello stesso agosto, quello della morte di Sally, Nabokow iniziò a lavorare al suo romanzo terminandolo in pochi mesi. L’idea di scriverlo, in realtà, era nella sua testa da tempo, ma tanto era cruento l’argomento trattato che più volte l’autore scelse di rinunciare a quella storia.
Dopo anni di pause e riprese, Vladimir Nabokov portò a termine Lolita, pubblicando uno dei capolavori più intensi di tutta la letteratura mondiale. L’autore non ha mai confermato direttamente di essersi ispirato alla storia di Sally Horner, ma i rimandi alla stessa e le tempistiche hanno fatto pensare che dietro a quella vicenda di passioni malate e pedofilia si nascondesse proprio la storia della bambina di 11 anni rapita e violentata.
Inoltre c’è una frase, specifica e inconfutabile, che il protagonista del romanzo pronuncia alla fine del libro in un momento di razionalità che confermerebbe questa teoria: “Ho forse fatto a Dolly quello che Frank La Salle, un meccanico di cinquanta anni, fece all’undicenne Sally Horner nel 1948?”.