Mark Ruffalo: vita, carriera, curiosità

Mark Ruffalo è uno dei migliori attori di Hollywood con 4 candidature all'Oscar. Vita privata e curiosità sull'attore

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Stefania Bernardini

Giornalista

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv prevalentemente di cronaca, politica, economia e spettacolo

Pubblicato: 16 Marzo 2016 15:45Aggiornato: 14 Agosto 2024 21:27

Mark Ruffalo è uno dei più talentuosi attori di Hollywood e uno di quelli che, nonostante la bravura e l’aver dato vita a personaggi rimasti nella storia del cinema, non è ancora riuscito a vincere l’Oscar. Nel corso della carriera ha ottenuto quattro candidature agli Academy Awards tutte nella categoria miglior attore non protagonista, ma finora non è riuscito a stringere tra le mani l’ambita statuetta. Tra le performance migliori non si possono dimenticare il ruolo di Paul in “I ragazzi stanno bene” o quello dell’avvocato donnaiolo Duncan Wedderburn in “Povere creature!”. Non sono mancati anche personaggi più leggeri come in “Una hostess tra le nuvole” e in “30 anni in un secondo”. Di origini italiane, dagli anni ’90 è una presenza quasi fissa sul grande schermo. E’ stato diretto da registi come Martin Scorsese e David Fincher e ha condiviso il set con attori come Robert Downey Jr. Leonardo di Caprio, Michael Keaton e Rachel McAdams. Cosa sapere, curiosità e vita privata di Mark Ruffalo.

Le origini di Mark Ruffalo

Mark Alan Buffalo nasce il 22 novembre 1967 a Kenosha nel Wisconsin da genitori di origini italiane. Il padre è Frank Lawrence Ruffalo, un imbianchino a sua volta figlio di un emigrato dalla Calabria, la madre è Marie Rose Héber, una parrucchiera di origini franco canadesi e italiane. Mark ha inoltre due sorelle, Tania e Nicole, e un fratello, Scott (che morirà nel 2008). Giovanissimo, frequenta lo Stella Adler Conservatory e poi inizia a recitare, scrivere e dirigere suoi spettacoli. Prima del successo, per mantenersi lavora in un bar per dieci anni.  Dopo alcune interpretazioni minori, l’incontro con Kenneth Lonergan, autore del dramma “This Is Our Youth”, gli permette di dare una svolta alla sua carriera con l’interpretazione di Terry Prescott nel pluripremiato “Conta su di me” uscito nel 2000. La pellicola ne lancia la carriera e arrivano film come “Il castello” in cui recita con Robert Redford nel 2001 e “Windtalkers” nel 2002.

Il successo nel mondo del cinema

Nel 2003 l’attore è protagonista, con Meg Ryan, del thriller erotico di Jane Campion “In the Cut”, nel quale interpreta il ruolo di un ruvido e brutale detective. Poi è lo scienziato Stan in “Se mi lasci ti cancello” ed è al fianco di Jennifer Garner in “30 anni in un secondo” e lavora col grande Michael Mann in “Collateral“. Nel 2007 David Fincher lo sceglie per il ruolo del detective David Toschi in “Zodiac“, poi seguono altri film fino alla prima nomination all’Oscar con “I ragazzi stanno bene” di Liza Cholodenko.

Nello stesso anno debutta nella regia con “Sympathy for delicious” che ottiene il premio della giuria al Sundance Film Festival. Poi è la spalla di Leonardo Di Caprio in “Shutter Island” di Martin Scorsese e infine entra nell’universo Marvel nel ruolo di Bruce Banner e del suo alter ego verde, Hulk, in “The Avengers“, sostituendo l’amico Edward Norton. A detta del regista della pellicola Joss Whedon, Ruffalo “incarna quel che ho sempre amato della serie tv: lo guardi in faccia e lo capisci subito, ti trascina con lui, in un modo che nessun altro attore ha mai più fatto dai tempi di Bill Bixie”.

Ma i set di rilievo non si fermano qui. Mark prende anche parte a “Now You See Me“, “Tutto può cambiare”, Foxcatcher” e “Teneramente folle” che mettono in luce la versatilità dell’attore capace di passare da personaggi complessi e drammatici ad altri leggeri e bizzarri. “Foxcatcher” gli permette di ottenere la seconda nomination dell’Academy Awards come non protagonista. La terza candidatura all’Oscar arriva grazie al personaggio dell’investigatore Michael Rezendes ne “Il caso Spotlight”. Poi Ruffalo riprende il ruolo di Hulk in una serie di film del Marvel Cinematic Universe: “Thor: Ragnarock”, “Avengers: Infinity War” e “Avengers: “Endgame”.

Nel 2020 scrive, produce e interpreta “Cattive acque“, tratto dalla storia vera e terribile di una piccola comunità avvelenata per decenni da un colosso della chimica, la DuPont. Nella pellicola Ruffalo è Robert Bilott, avvocato specializzato nella difesa di industrie chimiche, capace di voltare le spalle ai suoi datori di lavoro per ingaggiare una lunga battaglia contro la multinazionale. “Sono un ambientalista. Avevo il dovere di raccontare questa storia”, dice in un’intervista prima dell’uscita del film. Nel 2022 prende parte a “the Adam Project”, poi arriva la quarta nomination all’Oscar con il dissoluto personaggio di Duncan Wedderburn.

Vita privata e curiosità su Mark Ruffalo

Riguardo alla vita sentimentale dell’attore, nel 2000 Mark sposa l’attrice Sunrise Coigney, da cui ha tre figli: Keen (2001), Bella (2005) e Odette (2007). Nel 2002, proprio quando ottiene il ruolo del protagonista in “Signs” diretto da M. Night Shyamalan (poi andato a Joaquin Phoenix), gli viene diagnosticato un tumore al cervello. L’intervento chirurgico gli causa un periodo di parziale paralisi facciale, dal quale recupera pienamente dopo alcuni mesi, ma restando sordo da un orecchio.

Il 1º dicembre 2008, il fratello Scott è stato trovato ferito alla testa da un colpo di pistola nella sua residenza a Beverly Hills. L’uomo muore poi l’8 dicembre, Secondo le indagini, Scott si sarebbe ucciso per sbaglio mentre giocava alla roulette russa, ma non si esclude la possibilità che sia stato ucciso.

Mark ha più volte sostenuto la causa del popolo palestinese, denunciando abusi e violenze da parte dell’autorità israeliana. In occasione del red carpet degli Oscar 2024 ha urlato il suo sostegno per la protesta contro il conflitto Israele-Palestinese che si stava tenendo vicino al Dolby Theatre di Los Angeles. “Sta iniziando. Siamo in ritardo, La protesta palestinese ha fermato gli Oscar stasera. Vince l’umanità”.