Eleonora Pieroni non è una modella qualunque e non solo perché è bellissima e ha classe da vendere. Lei infatti rappresenta l’Italia in America portando a New York l’antica tradizione della Giostra della Quintana in un giorno speciale, il Columbus Day, che sancisce lo stretto legame tra il nostro Paese e gli Stati Uniti.
Originaria di Foligno, vive da anni negli Usa di cui adora il senso di libertà e quel modo di lavorare pratico, veloce e orientato al rendimento. Laureata in Psicologia dell’Apprendimento, Eleonora Pieroni ha sfilato per le più importanti firme della moda. È un’icona d’eleganza che gestisce la galleria d’arte per il prestigioso Domenico Vacca Building nel cuore di New York. Lei sa cosa rende una donna speciale e sul suo futuro ha le idee chiare.
Che cos’è la Quintana e perché è una conquista per l’Italia che sia presente alla parata del Columbus Day a New York?
La Giostra della Quintana risale al 1613 nel periodo dei festeggiamenti del Carnevale; si celebrava per stabilire quale fosse il cavaliere più valoroso per ricevere la mano della Dama più bella o mantenere l’onore del Principe.
Ma solo dal secondo dopoguerra, la Quintana viene nuovamente rievocata e da allora rappresenta il più grande evento storico dell’Umbria che richiama moltissimi visitatori da tutto il mondo.
Il Palio della Giostra è conteso da 10 cavalieri dei 10 Rioni di Foligno che si sfidano in tre tornate consecutive al Campo de li Giochi di forma ottagonale. Ogni cavaliere deve infilare ad ogni tornata 3 anelli di diametro diverso appesi alla statua di Marte che è al centro del campo. Vince il cavaliere che in minor tempo possibile, senza penalità infila tutti e tre gli anelli. La Quintana si svolge a settembre e a giugno. L’ultima Quintana di settembre è stata vinta dal Badia il mio rione, che vede la vittoria dopo ben 34 anni.
Credo che in un momento attuale come questo, dove in diverse città dell’America si è assistito ad attacchi alla statua di Cristoforo Colombo e all’abolizione del Columbus Day a Los Angeles, partecipare alla parata del Columbus Day insieme ad altri 99 gruppi rappresentanti l’Italia significa raccontare e difendere la nostra storia, la nostra cultura, le nostre origini e affermare che anche grazie all’Italia l’America è diventata un grande Paese.
Da anni vivi negli Stati Uniti, ma sei molto legata alla tua città, Foligno: cosa significa per te essere Madrina della Quintana a New York?
Essere italiana e vivere in America mi ha fatto apprezzare molto di più le mie origini, essere orgogliosa della mia città, della mia tradizione. Vorrei dire a coloro che si sono opposti alla festa del Columbus Day, che si può dimostrare uno spirito di patriottismo e di campanilismo per la propria terra e nazione senza dover manifestare gelosia tra i popoli e tra culture, ma condividere con la pace e l’amore la bellezza di essere tutti figli di una grande storia.
Ho rappresentato la Prima Dama del mio rione prima che mi trasferissi a New York, ma essere nominata la Madrina di un’occasione così importante è davvero un grande onore e una forte emozione. Significa realizzare il sogno che cullavo da anni, realizzare la “missione” di portare la “mia Quintana” a New York, condividere con milioni di visitatori la bellezza e la magnificenza degli abiti del 1600, sensibilizzando il popolo americano ad apprezzare una rievocazione storica così prestigiosa e far conoscere il Palio della Giostra che è considerato l’Olimpiade equestre più famosa d’Europa.
L’abito che indosserò è la fedele riproduzione del ritratto di Margherita di Savoia Gonzaga, Viceregina del Portogallo, realizzato a mano da alte sartorie e commissionato da una famiglia di Spello.
Sfilare quest’anno alla parata del Columbus Day significa rappresentare la Quintana di Foligno e la Regione Umbria per la prima volta nella storia a New York.
Cosa ti manca di più dell’Italia e dell’Umbria, la tua regione? E cosa hai trovato di unico negli USA?
Appena trasferita a New York ero un pesce fuor d’acqua, sebbene avevo vissuto a Roma e Milano mi mancava il verde, i miei paesaggi, la mia casa che si affaccia su Montefalco ed Assisi, quella serenità del dolce vivere. Con il tempo ho convertito quella mancanza dedicandomi qualche mezz’ora nei prati di Central Park. La cosa che in assoluto mi emoziona quando torno in Italia è il suono delle campane che inesorabilmente rappresenta per me l’idea del Bel paese, del paese più bello del mondo! In America ciò che trovo unico è la libertà di essere ciò che vuoi, nessuno ti giudica per come sei anzi c’è molto rispetto l’un l’altro.
Ma in assoluto apprezzo il loro modo di lavorare: velocità, trasparenza e professionalità nel lavoro. Se fissi un appuntamento per email ti rispondono entro massimo mezz’ora, se qualcosa non va nel lavoro te lo dicono subito in faccia, in sintesi: nessuno spreco di tempo, massima organizzazione e ottima resa!
Hai sfilato per le firme più importanti della moda e sei diventata un’icona di classe per il marchio di Alta sartoria della Domenico Vacca: cosa sono per te l’eleganza e lo stile?
Credo che l’eleganza sia una questione di comportamento e di atteggiamento prima di tutto, che unita ad uno stile sobrio e di classe imprime ad una donna quella dose di raffinatezza e grazia che definisco eleganza. Una donna può essere “ben vestita con stile” ma se ha un atteggiamento mascolino e volgare di certo non è elegante, e di questo ci ha insegnato tanto Audrey Hepburn, Grace Kelly, Jackie Kennedy. A suonare la melodia dell’eleganza sono tanti piccoli fattori: la scelta dei gioielli ed accessori, la scelta di make-up e capelli, la camminata sicura e composta, ma soprattutto un atteggiamento di classe quindi non eccentrico né volgare. Lo stile è quella cosa, quella peculiarità che rappresenta la nostra carta d’identità, ti dice chi siamo, cosa vogliamo comunicare; è la caratteristica personale di ognuno di noi. Non a caso “la moda passa lo stile resta” diceva Coco Chanel. Credo che la sobrietà e la grazia sono gli ingredienti più pregiati e rari che una donna possa avere.
Secondo te cosa rende una donna affascinante? Puoi dare qualche consiglio alle lettrici di DiLei?
Domanda complessa ma non difficile. Non esiste un protocollo convenzionale uguale per tutte ad uso e consumo per come essere affascinanti. Il fascino è quella cosa che ci rende uniche con i nostri pregi e difetti. È l’insieme degli ingredienti amalgamati ad hoc a rendere una donna affascinante: il sorriso, l’energia, la vitalità, il carisma, il modo di comunicare, di essere, il suo atteggiamento, la sicurezza di se stessa, la sua personalità che uniti ad una buona dose di bellezza ed eleganza regalano alla donna quella “magia” chiamata fascino.
Secondo me una donna affascinante è anche colei che ti conquista con il suo modo di essere, il suo modo di parlare, e con la saggezza, virtù che conquisti solo con il tempo e l’esperienza.
È certo vero che una donna bella è anche affascinante, ma a mio parere lo è davvero se sopra a un bel corpo c’è una testa ben fatta e ben pensante.
Sei una modella e un’attrice di fama Internazionale con una laurea in Psicologia dell’Apprendimento e svariati master: puoi raccontarci le tue passioni?
Tra le mie passioni c’è la lettura, la scrittura, lo sport in particolare la corsa e attività di fitness, la cucina in cui mi dedico soprattutto quando voglio rilassarmi e quando voglio far felici gli amici newyorkesi che amano la cucina italiana. Adoro la moda e il cinema motivo per cui vedo almeno 5 film alla settimana. Amo l’arte motivo per cui nel palazzo Domenico Vacca (Fifth Avenue e 55th Street) ho deciso di gestire la galleria d’arte. Adoro la musica e da poco ho inciso una canzone con il gruppo musicale della mia città ‘Secondo modo’ dopo un anno dall’uscita del mio singolo ‘Volare’ negli USA, che equivale a una versione moderna della canzone di Domenico Modugno.
Quali progetti hai per il futuro? Riguardano anche l’Italia?
Progetti futuri tanti. Sento che quest’anno è carico di vibrazioni positive, e io mi sento animata da una buona energia, per tanto voglio concentrarmi sui progetti di cinema, e sulle nostre iniziative di moda. L’Italia c’è sempre nei miei piani, ultimamente sono tornata spesso per impegni e non ti nego che uno dei miei sogni è quello di vedermi in una bella casa di campagna o masseria con una vita serena e più salutare fuori dagli scenari a “stelle e strisce”, dove chi mi cerca per lavoro sa dove trovarmi e io prendere il primo aereo con destinazione “ciak”!