Attilio Manca: storia di un suicidio che non convince

Archiviato come suicidio, il caso è stato più volte riaperto. Per la famiglia Manca non ci sono dubbi: quello di Attilio Manca è stato un omicidio

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Pubblicato: 7 Giugno 2022 13:48

Correva l’anno 2004 quando, il corpo di un medico italiano di fama nazionale venne ritrovato senza vita nella sua abitazione. La notizia della sua morte fece velocemente il giro del Paese intero, mentre i suoi genitori, tra le lacrime e la sofferenza, chiedevano giustizia.

Sì perché Attilio Manca non era un medico qualunque, ma era l’uomo che osò sfidare la mafia negandole l’aiuto richiesto. Nonostante il caso è stato più volte archiviato negli anni come suicidio, la tesi che il medico si sia tolto la vita non ha mai convinto i familiari né tutte le persone che lo conoscevano.

Non erano solo le strane casistiche del suicidio a far pensare a un omicidio, ma anche quel rifiuto all’aiuto che, secondo i genitori, il medico aveva negato al boss della mafia Bernardo Provenzano.

Attilio Manca e il suo “no” alla mafia

Per scoprire la storia di Attilio Manca e quel mistero drammatico che avvolge la sua morte, dobbiamo fare un passo indietro e tornare alla notte tra l’11 e il 12 febbraio.

Fu allora che il cadavere dell’urologo fu trovato nella sua abitazione di Viterbo. L’autopsia rivelò che nel sangue dell’uomo c’erano tracce di eroina, alcol etilico e barbiturici. La sentenza fu netta e chiara: Attilio Manca era morto per overdose, il suo era un caso di suicidio.

Da subito, però, i genitori si opposero a questa tesi e alla conseguente archiviazione del caso sostenendo che il figlio fosse stato assassinato a seguito di un suo “no” alla mafia.

Alcuni collaboratori di Bernardo Provenzano, secondo la famiglia, contattarono il medico per chiedere il suo aiuto: il boss necessitava di un’operazione alla prostata. Attilio Manca, però, rifiutò fermamente di aiutare in qualche modo la mafia. Pochi giorni dopo è stato ritrovato senza vita nella sua casa.

La tesi della famiglia

Il fatto che il medico urologo sia morto proprio dopo il rifiuto d’aiuto alla mafia non ha mai convinto i genitori della tesi del suicidio. Ma a essere poco chiare sono anche le dinamiche del suicidio stesso.

Sul cadavere, infatti, furono ritrovati due fori sul polso sinistro. Sul pavimento, invece, una siringa senza alcuna impronta digitale. Attilio Manca, però, era mancino, inoltre perché avrebbe dovuto indossare i guanti o ripulire la siringa se quello era il suo ultimo gesto estremo?

La riapertura del caso

Più volte negli anni è stata chiesta la riapertura del caso per avere giustizia per Attilio Manca, per capire cosa fosse successo davvero nella notte tra l’11 e il 12 febbraio 2004. L’uomo è stato l’ennesima vittima del sistema mafioso?

L’avvocato della famiglia, sostenendo che la sommarietà delle indagini, ha fatto sì che nel 2008 la procura di Viterbo riaprisse le indagini, ma senza successo. Tra il 2012 e il 2014 la stessa procura ha chiesto più volte l’archiviazione del caso.

Il 5 febbraio di quello stesso anno, però, il programma televisivo Servizio Pubblico, ha messo online per la prima volta le immagini del corpo senza vita del medico, dove sembrano esserci evidenti segni di colluttazioni.

Da qui il sostegno della tesi che quello del medico non fu un suicidio, quanto più un regolamento dei conti da parte di Bernardo Provenzano per mano dei suoi collaboratori, dato che il boss in quei giorni si nascondeva in Francia.

Nel giugno del 2022, a quasi vent’anni di distanza dalla morte del medico, è stata resa nota un’intercettazione che confermerebbe la testi sostenuta dalla famiglia Manca. Riportata sul sito Antimafiaduemila, la notizia fa riferimento a un’intercettazione ambientale risalente al 2003, e fatta in ambito dell’inchiesta della Procura di Roma su Bernardo Provenzano.

Secondo quanto riportato dal sito, il boss e i suoi uomini avrebbero fatto riferimento a una vendetta mortale ai danni di un famoso medico, pur non pronunciando mai il nome. Se questo fosse vero, è chiaro, si preannuncia un’altra apertura del caso. E chissà se la famiglia Manca riuscirà a ottenere quella verità che ha sempre cercato.