C’è chi lo sceglie per i fiori, chi per i colori accesi, chi semplicemente perché fa subito estate. L’ibisco è una di quelle piante che, appena fiorisce, cambia l’atmosfera di un balcone o di un giardino. Ma non lasciamoci ingannare dalla sua aria tropicale: è una pianta che può dare qualche grattacapo, soprattutto nei mesi caldi. Capita spesso che, proprio quando è più rigogliosa, cominci a perdere foglie o a mostrarne di gialle. Succede per mille motivi, ma con qualche accorgimento possiamo evitare il peggio. Dove sistemarlo e come prendercene cura al meglio? Vediamolo insieme.
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Cos’è l’ibisco e le sue caratteristiche
L’ibisco è elegante e ramificato: fa parte della famiglia delle Malvaceae e ne esistono davvero tante varietà, oltre duecento, tra specie spontanee e forme ibride che troviamo spesso nei giardini e nei terrazzi. Le sue origini sono lontane, asiatiche, e pare fosse conosciuto già nell’antichità: il primo a descriverlo fu Dioscoride, un medico dell’epoca greca, ma per vederlo arrivare in Europa bisogna aspettare il Cinquecento.
Oggi lo coltiviamo con facilità anche da noi, soprattutto nelle zone più miti. Se messo in piena terra cresce parecchio, superando anche i due metri, mentre in vaso tende a restare più compatto. Cosa ci colpisce? I fiori, naturalmente, che sono grandi, appariscenti, di colori pieni che vanno dal rosso al rosa, dal giallo al bianco, e che si aprono uno dopo l’altro per settimane, anche in piena estate. Le foglie sono di colore verde scuro, con margini leggermente dentati, mentre la corteccia si presenta grigia e sottile. Dai suoi fiori essiccati, in alcune varietà, si ottiene anche una bevanda molto nota: il karkadè, un infuso dal colore rubino e dal gusto leggermente acidulo, ricco di proprietà antiossidanti.
Come curare l’ibisco
Non è difficile da coltivare, ma pretende qualche attenzione in più quando arriva il caldo. Proprio in estate, infatti, si risveglia del tutto e comincia a crescere con più energia. A quel punto serve capire come accompagnarlo nel modo giusto, senza sbagliare posizione o quantità d’acqua.
Dove metterlo
Ama la luce, e non è un dettaglio secondario: senza una buona esposizione, la fioritura faticherà ad arrivare. L’ideale è una zona luminosa, dove la pianta possa ricevere luce indiretta per buona parte della giornata. Se vogliamo tenerlo all’aperto durante l’estate, meglio iniziare con una posizione in penombra e abituarlo gradualmente al sole diretto: il passaggio troppo brusco rischia di bruciare le foglie o far cadere i boccioli. Evitiamo il sole forte delle ore centrali e teniamolo lontano da vento e pioggia battente. In inverno, invece, l’ibisco va spostato in casa, in una stanza fresca ma luminosa, dove le temperature non scendano mai sotto i 12 °C.
Ogni quanto irrigarlo
Non è tra le piante più assetate in assoluto, ma ha bisogno di una certa regolarità. Durante i mesi caldi, soprattutto nel pieno del periodo vegetativo, l’irrigazione deve essere costante: il terriccio non deve mai seccarsi completamente, ma nemmeno rimanere fradicio. La chiave è l’equilibrio. Teniamo d’occhio il terreno: se lo sentiamo asciutto al tatto nei primi centimetri, è il momento di annaffiare. In inverno, invece, si rallenta: la pianta necessita di minori irrigazioni, ma la zolla radicale deve comunque restare leggermente umida. Attenzione anche ai sottovasi: l’acqua stagnante va sempre eliminata, perché il rischio di marciumi è dietro l’angolo. Meglio poco e spesso, piuttosto che tanto e di rado.
Terriccio e concimazione
Per crescere bene e regalarci fioriture generose, l’ibisco ha bisogno di un terreno leggero, ben drenato e ricco di sostanza organica. L’ideale è un terriccio universale di buona qualità, oppure uno specifico per piante da fiore. Va evitato invece il riciclo di terre già usate per altre coltivazioni: potrebbero contenere residui o parassiti indesiderati. Quanto alla concimazione, conviene seguire il ritmo naturale della pianta. Da marzo a ottobre, possiamo aggiungere all’acqua un fertilizzante liquido ogni sette giorni, meglio se con potassio e ferro per sostenere i fiori. Nei mesi freddi, invece, basta una volta al mese: la pianta rallenta, e non serve spingerla troppo.
L’ibisco va potato?
La potatura dell’ibisco non va fatta ogni anno, ma solo quando la pianta lo richiede davvero: se parliamo di un esemplare già maturo, che ha superato almeno un paio d’anni di vita, allora possiamo fare una leggera potatura per mantenerne la forma ed evitare che cresca troppo in altezza. Quando? Durante la primavera inoltrata, quando il freddo è ormai alle spalle.
Non serve fare tagli drastici o stravolgere la pianta: spesso basta poco. Si osservano i rami con attenzione, si rimuovono quelli secchi, sottili o cresciuti in modo disordinato, e si accorciano i rami più lunghi praticando un taglio netto appena sopra una gemma ben formata, preferibilmente orientata verso l’esterno. Se invece la pianta è ancora giovane, non c’è motivo di intervenire troppo: si può semplicemente ripulire qualche rametto danneggiato, lasciando che trovi da sola la sua forma naturale.
Perché le foglie dell’ibisco diventano gialle in estate?
Se in piena estate notiamo che l’ibisco comincia a perdere foglie o che queste diventano gialle, niente panico: la pianta ci sta semplicemente mandando un segnale. La prima cosa da capire è se ci troviamo di fronte a un ingiallimento isolato o diffuso. Nel primo caso, è un fenomeno del tutto normale: le foglie più vecchie si rinnovano e cadono da sole, soprattutto nei periodi di caldo intenso. Quando invece il giallo si diffonde a gran parte della pianta, il problema può essere un altro. Spesso succede se abbiamo esagerato con l’acqua.
Per quanto poi ami l’umidità, ricordiamo che non tollera i ristagni: se il terreno resta zuppo per giorni, le radici faticano a respirare e le foglie cominciano a ingiallire. Anche una carenza di luce, un calo di umidità o un terreno poco nutriente portano spesso allo stesso risultato. In estate, con il caldo forte e le annaffiature frequenti, è facile sbilanciare l’equilibrio. Meglio controllare sempre il terriccio prima di bagnare di nuovo e garantire alla pianta una buona esposizione alla luce, ma senza sole diretto nelle ore più calde. Un piccolo aggiustamento, spesso, è tutto quello che serve.