È stata la prima volta di un trapianto del genere non solo in Italia, ma anche in Europa: al Policlinico di Modena è avvenuto, infatti, il primo trapianto di fegato da un donatore vivente su un paziente che necessitava di un organo nuovo. L’intervento è avvenuto ricorrendo a “un approccio completamente robotico sia per il donatore che per il ricevente. Una tecnica che finora era stata adottata solamente in centri ad altissimo volume come Seoul (Corea del Sud) e Riyadh (Arabia Saudita)”. A confermarlo è stata una nota della Regione Emilia Romagna.
L’operazione da record
Quella avvenuta presso la struttura modenese rappresenta un unicum finora. Come chiarito in occasione di una conferenza stampa convocata per illustrare i dettagli dell’operazione da record, si è trattato di “duplice intervento – prelievo dell’emifegato e trapianto – effettuato con robot chirurgico daVinci lo scorso giugno. Entrambi i pazienti sono in buone condizioni generali e hanno fatto ritorno alla propria regione di origine: il donatore è stato dimesso 4 giorni dopo l’intervento in ottime condizioni generali, il ricevente dopo 10 giorni di ricovero”.
Un trapianto da paziente a paziente, entrambi in vita
Oltre al ricorso alla tecnologia più innovativa, di tipo robotico, la particolarità dell’intervento è data anche dal fatto che sia il donatore che il ricevente sono entrambi pazienti in vita. “Il Centro trapianti dell’Aou Policlinico di Modena ha saputo catalizzare la mission della Regione Emilia Romagna offrendo ai pazienti trattamenti sempre più all’avanguardia”, ha spiegato Fabrizio Di Benedetto, direttore della Chirurgia oncologica, epatobiliopancreatica e trapianti di fegato dell’azienda ospedaliero universitaria di Modena e professore ordinario di UniMoRe.
Il ricorso al robot: i vantaggi
“Nello specifico, sia il prelievo dell’emifegato dal donatore che il trapianto nel ricevente sono stati eseguiti con tecnica completamente robotica, ovvero solo con una piccola incisione cutanea per, rispettivamente, prelevare l’emifegato donato e rimuovere il fegato malato dal ricevente inserendo l’organo da trapiantare. I vantaggi tecnici sono rappresentati dall’ingrandimento che rende la procedura simile a un intervento eseguito con il microscopio, dalla filtrazione del fisiologico tremore e dalla conseguente precisione nell’esecuzione delle suture che risulta estremamente migliorata”, ha spiegato ancora Di Benedetto.
L’importanza di donare gli organi
L’intervento, oltre a prevede una tecnica innovativa e richiedere macchinari all’avanguardia, è stata resa possibile solo grazie al gesto altruistico di un donatore, come sottolineato da Di Benedetto: “Questo caso premia un percorso ultradecennale, che rispecchia la vocazione del centro e che permette sia a chi attende un trapianto di fegato, sia al donatore che compie un gesto di grande altruismo, di affrontare questi interventi riducendone al massimo l’invasività”. “Siamo orgogliosi dei nostri professionisti e di un sistema sanitario pubblico sempre più innovativo, capace di aprire nuove strade e di coniugare a strumentazioni all’avanguardia competenze straordinarie. Un sistema davvero universalistico, perché a servizio di tutti i cittadini”, ha aggiunto il presidente della Regione, presente alla conferenza stampa insieme all’assessore alle Politiche per la salute, Michele de Pascale e Massimo Fabi.
Un centro donazioni all’avanguardia
Il paziente trapiantato ha potuto contare sulla donazione da parte di una persona che si era resa disponibile presso il Centro riferimento trapianti della Regione Emilia Romagna. Come spiegato ancora da de Pascale e Fabi, “Sulla rete donativa e trapiantologica coordinata dal Centro, questa Regione ha creduto e investito, e oggi può contare su 23 sedi donative su tutto il territorio e sui 3 centri trapianto di Modena, Bologna e Parma, diventati nel tempo un punto di riferimento a livello nazionale e non solo, come questo ulteriore traguardo raggiunto dimostra. Una realtà che però non esisterebbe senza la grande generosità dei donatori e delle donatrici e senza il lavoro delle associazioni che continuano a promuovere il valore del dono: anche a loro va il nostro grazie”.
Quanto donatori ci sono in Italia
In Italia nel 2024 si è registrato un record positivo di trapianti e donazioni. Come comunicato dall’AVIS sul proprio sito, c’è stata “Una crescita straordinaria non solo per quanto riguarda gli organi solidi, ma soprattutto per le cellule staminali emopoietiche (CSE), che vedono sempre più nel sangue periferico l’origine principale da cui vengono prelevate”. Le donazioni di CSE sono state 410 e 1.095 i trapianti da non consanguinei. In crescita anche i donatori di midollo osseo (512.194, +3,1% rispetto al 2023), grazie al reclutamento di ben 32.184 nuovi potenziali donatori tra i 18 e i 35 anni, Come emerge dai dati del Report preliminare presentato dal Centro nazionale trapianti, lo scorso anno ci sono state anche 2.110 donazioni di organi (+2,7%) che hanno permesso di effettuare 4.692 trapianti, 226 in più rispetto all’anno precedente (+5,1%).
Le Regioni più “generose”
“Il tasso nazionale di donazione è salito a 30,2 donatori per milione di persone (pmp): è la prima volta che in Italia si supera quota 30, un livello che colloca il nostro Paese ai primi posti europei. Le regioni con il tasso più elevato si confermano Toscana (49,4 donatori pmp), Emilia Romagna (45,5) e Veneto (44,7). È da registrare la crescita dei tassi delle regioni meridionali (Sicilia +5,7, Campania +3,1 e Calabria +2,7): un fattore che evidenzia i primi risultati di un processo di riduzione del divario tra Nord e Sud avviato in questo ambito”, si legge ancora sul sito dell’AVIS. Quanto al Centro trapianti di Modena, come spiegato dalla Regione, è attivo da novembre del 2000 presso il policlinico cittadino e ha all’attivo oltre 1.500 trapianti di fegato. Da novembre 2019 si effettuano anche trapianti di rene, sempre con tecnologia robotica sia per il prelievo di rene da donatore vivente sia per il trapianto.