Filippo Ongaro: “Longevità? Non servono diete drastiche”. I consigli per stare bene

L’esperto di medicina anti-age Filippo Ongaro indica la strada per la longevità con alcuni consigli pratici, dall’alimentazione all’allenamento fino alla riflessione interiore

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Eleonora Lorusso

Giornalista, esperta di salute e benessere

Milanese di nascita, ligure di adozione, ha vissuto negli USA. Scrive di salute, benessere e scienza. Nel tempo libero ama correre, nuotare, leggere e viaggiare

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La longevità è un campo di cui ci si interessa e si parla sempre più spesso, complici anche gli esempi di alcuni vip che tra diete estreme e pratiche “originali” fanno discutere. Ma cosa consigliano gli esperti? Tra i più accreditati studiosi di longevity c’è Filippo Ongaro, medico anti-aging e autore di numerosi libri in materia. L’ultimo uscito in questi giorni, nonché il suo tredicesimo, si intitola Il mindset della longevità (Vallardi) e fornisce una serie di indicazioni concrete che possono aiutare a vivere meglio e più a lungo.

Le diete estreme non servono

Uno dei principi che Ongaro tiene a chiarire è che le diete estreme non favoriscono la longevità, nonostante alcuni personaggi famosi ne siano testimonial: l’ultimo in ordine di tempo, infatti, è l’attore Raz Degan, che ha lanciato sui social l’idea di un digiuno collettivo per 48 ore, ammettendo solo l’acqua. A rispondere sono stati in 1.500, nonostante i nutrizionisti abbiano invitato alla cautela. “Se mi avvicino al tema della longevità adesso, incappo in nozioni che possono apparire estreme, come il digiuno o il bagno nell’acqua ghiacciata. Mi spavento ancora prima di partire, c’è una sorta di shock e sembra tutto troppo complicato”, ha spiegato invece Ongaro in un’intervista al Corriere della Sera. Il medico, primo italiano a ottenere una certificazione in medicina anti-aging e medicina funzionale negli Stati Uniti, nonché fondatore del metodo Ongaro, ha poi spiegato: “In realtà quello che fa la differenza sono quelle piccole abitudini che diventano quotidiane e che vengono mantenute per lungo tempo. Per farlo devo creare un nuovo sistema di gratificazione e non vedere più lo sport o la sana alimentazione come sacrificio o disciplina. Le neuroscienze ci aiutano anche in questo, cioè a dosare il cambiamento e renderlo, così, efficace soprattutto per chi parte da zero”.

Gli studi sulla longevità

Il tema della longevità indubbiamente affascia e, al tempo stesso, divide. Molti esperti forniscono indicazioni su come prolungare l’aspettativa di vita e migliorarne la qualità. Ai consigli e buone pratiche per rallentare l’invecchiamento è anche dedicato un evento, il Nutrition & Longevity Festival, che si tiene a Cervia, in Emilia Romagna, il 13 e 14 settembre 2025. Il campo è molto vasto e secondo Ongaro “C’è ancora tanto che non sappiamo, ma soprattutto c’è tanto che non facciamo. C’è un enorme gap tra la teoria e la pratica.

Il campo della longevità è associato a una costante ricerca di novità, ma il primo passo sarebbe intanto iniziare ad applicare ciò che già sappiamo: è inutile focalizzarsi sull’ultimo studio appena pubblicato, magari che si basa su un modello animale, ma di cui non sappiamo poi gli effetti reali a lungo termine. Si ha sempre l’impressione di non saperne mai abbastanza per poter iniziare a potersi occupare della propria salute”.

Iniziare a piccoli passi

Secondo Ongaro, comunque, il primo passo è iniziare a cambiare le proprie abitudini in modo graduale, iniziando da uno stile di vita attivo che preveda anche la giusta quantità di movimento fisico: “Chi non ha mai fatto sport può partire con il camminare 10 minuti al giorno, tutti i giorni per qualche mese. È ovvio che non è il livello di attività fisica ottimale, ma basta per iniziare se si parte da una situazione di sedentarietà. Diventerà poi un’abitudine, che porterà a gratificazione e poi sarà facile aumentare gradualmente il livello di attività fisica. Anzi, sarà la persona stessa a cercare di fare progressivamente sempre più movimento”, spiega il medico al Corriere.

L’importanza dell’alimentazione

“Niente diete drastiche, ma micro-cambiamenti. Quindi si può iniziare dall’inserire le verdure a ogni pasto, poi quando questo è diventato automatico si sostituiscono i cereali raffinati con quelli integrali. Quando anche questo è diventato semplice si può provare a passare al piatto unico: metà piatto di verdura e metà tra cereali e integrali e proteine, quindi pesce, carne, legumi, uova e latticini – prosegue Ongaro – Anche qui, di fatto, la chiave è la gradualità, così da non creare “scossoni” che possono portare il cervello ad andare nella direzione opposta”.

Cambiare il mindset

Come lascia intendere il titolo del libro, la chiave per cambiare approccio e puntare alla longevità è il cosiddetto “mindset”, un insieme di comportamenti virtuosi, che oltre ad alimentazione e attività fisica, prevede per esempio anche esercizi interiori, spirituali. “Il mindset è l’approccio emotivo che abbiamo nei confronti della vita, ed è quello che fa la differenza tra il vivere bene e il non vivere bene. Ci sono persone più grate e soddisfatte ma malate che vivono meglio di chi gode di buona salute ma ha una brutta mentalità. La buona notizia è che si può cambiare: il cervello è plastico, si adatta ai cambiamenti, anche se fa fatica ad affrontarli. Ecco, bisogna combatterla questa fatica, perché provando a cambiare un po’ se stesso ognuno di noi può essere più felice”, chiarisce il medico, che per oltre sette anni ha seguito anche gli astronauti dell’Agenzia Spaziale Europea.

La svolta della mezza età

In questo contesto, il cambiamento può arrivare (e spesso arriva) alla soglia della mezza età. “Il momento di cambiare secondo me coincide con la famosa crisi di mezza età che prima o poi attraversiamo tutti, quel momento della vita in cui ognuno di noi si chiede: sto sopravvivendo o mi sto godendo gli anni che ho? A questo punto c’è chi decide di silenziare le risposte e fare scelte impulsive che mandano tutto a rotoli e chi invece sceglie di affrontare un processo di cambiamento dandosi delle risposte strutturate e comportandosi di conseguenza impegnandosi ogni giorno a vivere una vita più appagante”, riflette ancora il medico, che esorta comunque a educare a un approccio nuovo fin da bambini.