#SegretiDelCuore

Non voglio uscire più

A chi non è mai capitato di voler stare tappata in casa senza vedere nessuno? Per brevi periodi questa condizione è comprensibile e talvolta fa anche bene. Ma fa molto male quando si prolunga nel tempo. Ecco come si può (e si deve) uscirne

Marina Mannino

Giornalista

Sto benissimo da sola nella mia stanza, disegno, ascolto musica, guardo le serie, studio. Non mi va di uscire, sento le amiche in chat e seguo tutti gli altri sui social. Non sento il bisogno di stare in mezzo alla gente. Vado all’università, seguo i corsi, do gli esami. Ma una volta tornata a casa resto qui, non mi va di vedere nessuno, sto troppo bene nel mio rifugio. Mia madre non è d’accordo e dice che è molto preoccupata per me. Ha ragione?

AleZero

Prima o poi capita a tutte il periodo dell’orso. Quando arriva il momento del letargo invernale, questo maestoso plantigrado si rifugia nella sua tana per tre mesi, e guai a disturbarlo! Bé, anche a noi può succedere di aver bisogno di ritirarci in solitudine. Non abbiamo voglia di socializzare, uscire, muoverci, districarci tra appuntamenti e impegni. Ci chiudiamo alle spalle la porta di casa e proviamo un immediato senso di sollievo. Uau, finalmente in tana!

Un rifugio ben attrezzato

Nella nostra stanza abbiamo tutto quello che ci occorre: PC, tv, smartphone, libri, pennarelli. Armadio, beauty, piastra, specchio, biscotti, un letto soffice, una scrivania ingombra di oggetti necessari. E una finestra da dove guardare quel “fuori“ che non ci attira per niente e che vogliamo resti, appunto, fuori. Qui, tra queste mura amiche, ci sentiamo protette e invulnerabili. Come un orso nel suo rifugio.

Da sole ci si ritrova

Passare un po’ di tempo da sole è fondamentale per ritrovare l’equilibrio, soprattutto in quei periodi in cui ci si sente troppo cariche di impegni, responsabilità, scadenze, obblighi sociali. Isolarsi consente di riprendere fiato quando avvertiamo di essere travolte da fattori esterni: il lavoro, lo studio, il fidanzato, la famiglia, gli amici… Dove siamo finite noi, in mezzo a questo fiume di stimoli  che ci stordisce e ci fa perdere di vista noi stesse?

Ma bastano 1o minuti

Stare da sole ci aiuta a ri-focalizzare l’attenzione e le energie su noi stesse, a ritrovarci, a prenderci una pausa dal frastuono globale per ascoltare la nostra voce. Un breve periodo di isolamento aiuta la mente a pensare meglio e in maniera più acuta e brillante, e a vedere con chiarezza ciò che proviamo. Sembra che il beneficio della solitudine si verifichi con soli dieci minuti al giorno. Ma se diventa uno stile di vita forse c’è qualcosa che non va.

Facciamoci qualche domanda

Ok, usciamo per le necessità (studio, lavoro, spese), ma perché troviamo così pesante l’incontro con gli altri? Perché ce ne stiamo rintanate come se là fuori fosse zeppo di t-rex pronti a aggredirci? Perché la nostra stanza è il nostro mondo, quando sappiamo bene che il vero mondo è fuori? Ci rendiamo conto di quanta bellezza e quante emozioni ci priviamo, evitando l’incontro con quel fuori che non ci piace?

Paure come zavorre

Forse una bassa autostima ci porta ad evitare il confronto con le altre persone. Eppure non sono tutti pronti a giudicarci, o almeno non di più di quanto facciamo noi con loro. È umano. È il modo in cui un primo approccio diventa conoscenza. Se mollassimo la zavorra delle nostre paure, scopriremmo che quel “fuori” è pieno di gente timida, svitata, generosa, allegra, incasinata proprio come noi.

Un passo per volta

Uscire solo per gli impegni necessari ci limita e ci costringe a evitare il più possibile il contatto col mondo. Invece facciamo un passo per volta: scendiamo a fare una passeggiata, poi lanciamoci in appuntamenti con le amiche, per chiacchierare e bere qualcosa. Andiamo a pranzo con i colleghi di lavoro o con quelli dell’università, per distrarci mentre mangiamo insieme. Abbassiamo il volume della permalosità e alziamo quello della leggerezza: godiamoci la vita per quanto di bello può darci e smettiamo di infliggerci la galera della solitudine.

L’amicizia da abbracciare

È vero, anche parlare con gli amici e le amiche in chat può essere divertente, utile, consolatorio. E poi ci sono i social per vedere quello che succede nel mondo. Tutto questo ci fa credere di non aver bisogno di incontrare nessuno di persona. Ma se hai qualcuno davanti, in 3D, lo puoi abbracciare, puoi sentirne l’odore, puoi capire sei il suo sorriso è sincero, puoi intuire se la sua rughetta sulla fronte rivela una preoccupazione. E quel qualcuno lo capirà di te.

Stare con gli altri fa bene (davvero)

Privarsi del contatto umano è piuttosto… disumano! Tutti noi siamo animali sociali e abbiamo bisogno gli uni degli altri. Uno studio americano ha rilevato che una forte connessione sociale con gli altri porta ad un aumento della longevità, rinforza il sistema immunitario, abbassa il livello di ansia, aiuta l’autostima, favorisce il controllo delle emozioni. Niente male, eh?

Ci vuole un aiuto

Ma se non riusciamo a decidere di uscire dalla nostra tana e a rompere l’isolamento, facciamoci aiutare, da una mamma (una zia, una sorella) che ci ha capite o da un’amica che, malgrado tutto, ci sta vicina. Possono darci una mano a trovare il sostegno di una psicoterapeuta che ci farà recuperare non solo la nostra sicurezza m anche la voglia di mettere il naso fuori per rituffarci in quella elettrizzante, sorprendente, emozionante, meravigliosa confusione che è la vita.