La nostra giovane amica ci scrive di non poterne più della sua mamma invadente, che si veste come lei e vuole sapere tutto della sua vita. Quando arriva l’adolescenza, lo tsunami che provoca non colpisce solo la figlia che da bambina diventa ragazza, ma si abbatte anche sulla mamma, che di colpo si ritrova in casa una giovane donna che non ha quasi più nulla della bimba che dipendeva da lei e amava solo lei.
Quella che ha davanti è una persona nuova, magari ancora in cerca di coccole ma ormai più distante, immersa nei suoi pensieri, alle prese con un corpo che cambia e il bisogno di scoprire nuove emozioni. La ex-bambina si chiude in camera e non sopporta le intrusioni. Non le va di parlare dei suoi problemi e non dice con chi esce. E la mamma è spiazzata, incredula, ansiosa: riuscirà la sua bambina a diventare donna senza farsi male? E quanto farà male staccarsi da lei e lasciarla andare?
Come salvarsi da una mamma invadente in 5 step
E allora può succedere che questo distacco diventi problematico per tutte. La mamma si accorge che tra poco la figlia non avrà più bisogno di lei, che sta inevitabilmente invecchiando. È comprensibile che cerchi di accorciare le distanze, di rendersi simile alla sua ragazzina per mostrare che è una genitrice al passo coi tempi, fresca come una teen ager, simpatica e aggiornata sui gusti dei giovani.
Da una parte può far piacere aveva una mamma così vicina, dall’altra ci sorprendiamo a desiderare una mamma tradizionale, discreta, riservata, vestita con abiti adatti alla sua età, che ascolti musica degli anni ’90 (e non quella del 2022!).
Primo step: l’ammirazione
Diciamo alla mamma che le vogliamo un mondo di bene, che è fonte di ispirazione per noi e grande energia nei momenti di tristezza. Così si sentirà rassicurata nelle sue incertezze. Se percepisce che il nostro affetto per lei è sempre lo stesso, ne sarà confortata e forse avrà meno bisogno di starci ”vicina vicina” in ogni momento.
Per coinvolgerla: “Sei la mia roccia, tu ci sei e ci sarai sempre per me”
Per distanziarla: “Posso cavarmela da sola, proprio perché so che mi vuoi bene”
Secondo step: il confronto
Se la mamma ci sta addosso nelle decisioni, nel look, nelle amicizie, negli amori, invece di chiuderci a riccio ottenendo che ci stia incollata ancor di più (e oltretutto arrabbiata) proviamo a parlarle con calma. Chiediamole com’era lei alla nostra età, che interessi aveva, come si comportavano i suoi genitori.
Per coinvolgerla: “Mamma, anche tu come me avevi voglia di stare da sola? Di sentirti libera di fare di testa tua?”
Per distanziarla: “Sei stata adolescente prima di me e per questo sai che ho bisogno di spazio per poter vivere le mie storie…”
Terzo step: Il rispetto
La base per far arrivare alla mamma qualsiasi tipo di messaggio è il rispetto per lei. Quindi, anche se dentro abbiamo una specie di mostro sanguinario che vorrebbe demolire l’universo, manteniamo la calma e limitiamo urla, scenate e musi lunghi. L’adolescenza è un periodo di ormoni all’attacco e trasformazioni pazzesche, di notti insonni e sentimenti in tempesta. Ci sentiamo rabbiose e prigioniere, fragili e coraggiose, incomprese e indefinite. Concediamo alla mamma che sia lievemente in difficoltà di fronte a quella figlia che cambia, ma che lei ama ogni giorno di più proprio perché la vede crescere e vorrebbe proteggerla da ogni pericolo.
Rispettiamo ciò che sta vivendo come vorremmo che lei rispettasse quello che stiamo vivendo noi. Evitiamo di stressarla lasciano la nostra stanza in un caos epocale oppure non aiutando mai nelle faccende di casa. Dimostriamole che siamo ragazze degne di rispetto e di fiducia. (E non avanziamo pretese dicendo che “gli altri ce l’hanno, tutti lo fanno”! E’ una cosa che fa andare in bestia i genitori)
Per coinvolgerla: Ricordiamole, magari mandandogliela su whatsapp, la celebre poesia di Khalil Gibran (si trova online), che inizia così…
I vostri figli non sono figli vostri.
Sono i figli e le figlie del desiderio che la vita ha di sé stessa.
Essi non provengono da voi, ma attraverso di voi.
E sebbene stiano con voi, non vi appartengono…
Per distanziarla: “Ho messo in ordine la stanza, sistemato il bagno e pulito la lettiera del gatto. Ora esco, farò tardi ma ho il cell acceso” (ovvero: sono una persona responsabile, ti rispetto, ti aiuto ma ho diritto ai miei spazi)
Quarto step: gli outfit
Tante mamme si vestono come teen ager: un po’ perché sono aggiornate e attraenti, ma anche perché provano un filo di rivalità inconfessata con la figlia che sta sbocciando. Eppure ogni età ha il suo look – anche se ciò non toglie che ognuno possa vestirsi come vuole.
Però, la prossima volta che andiamo a fare shopping insieme, cerchiamo di far capire alla mamma che il maglioncino cropped sta meglio a noi, i jeans strappati sono già visti, gli anfibi con la zeppa non le donano. Lei magari se la prenderà un po’, ma se la trasciniamo in una parte del negozio dove ci sono abiti più adatti a lei, magari noterà qualche capo che le piace.
Per coinvolgerla: “Mamma prova questi chino di velluto, sono fantastici! Metti questa camicia stampata a fiorellini, che carina! Ora indossa questo cardigan… sei bellissima!”
Per distanziarla: “La prossima volta vado a fare shopping con la mia amica Alessia, ci vogliamo provare le cose più assurde! Tanto tu ormai sei a posto…”
Quinto step: i sentimenti
Non ci va proprio che qualcuno ficchi il naso nella nostra crush, figuriamoci nostra madre! E un fatto solo nostro e le domande della mamma ci infastidiscono come la sabbia nel costume. Allora cerchiamo di risponderle senza dirle tutto, di raccontarle qualcosa ma non ogni cosa. Stiamo vivendo un sentimento tutto nuovo, legato all’attrazione fisica, al contatto tra corpi e ci sentiamo in un mondo solo nostro. È giusto, ma aprire uno spiraglietto di questa magica bolla per comunicare con la mamma non comprometterà la nostra cotta.
Lei può esserci utile per coprirci con nostro padre, se mai dovesse sorprenderci con il nostro ragazzo. Potrà spiegarci qualcosa sulle precauzioni da prendere, e se è davvero una madre così giovane e aperta come sembra, potrebbe anche accompagnarci dalla ginecologa (e pagare l’onorario!). Quindi prima di sbatterla fuori dalla nostra stanza ragioniamoci bene.
Per coinvolgerla: “Mamma, mi piace un ragazzo (qui aspettiamoci che lei cambi colore). Mi aiuti a capire meglio alcune cose?”
Per distanziarla: “Esco con lui ma ho il cell acceso, tu chiamami…. solo se hai bisogno!”
Abbiamo il diritto di essere indipendenti e libere, ma quando siamo giù corriamo da nostra madre, che è tanto abile da capire che staremo male ancor prima che succeda. Ed è pronta ad ascoltarci, a farci un piccolo regalo, a dire qualcosa di buffo per farci sorridere, a stringerci in un abbraccio. Pensiamoci.