Micosi nei gatti, un problema comune che richiede cure e prevenzione

Le micosi sono infezioni fungine piuttosto comuni che possono colpire diverse specie animali, compresi i gatti domestici. Vediamo insieme come individuarle ed affrontarle.

Foto di Francesco Livini

Francesco Livini

Medico veterinario

Medico veterinario specializzato in sanità animale, esperto nella cura, diagnosi e trattamento delle malattie con uno spiccato interesse per l'ortopedia. Dirigente medico veterinario nelle Marche da oltre 6 anni, per DiLei scrive nella sezione Pets.

Pubblicato: 4 Gennaio 2024 10:28Aggiornato: 27 Dicembre 2023 10:29

In questo articolo, definiremo cos’è esattamente la micosi nel gatto, esploreremo i sintomi da riconoscere insieme alle diverse opzioni di trattamento disponibili per garantirgli una rapida guarigione.

La micosi nei gatti

La micosi nel gatto è una condizione causata dall’infezione da funghi che può colpire diverse parti del corpo dell’animale, come la pelle, le unghie e i peli. I funghi patogeni responsabili possono essere trasmessi da altri animali infetti con cui il gatto entra in contatto o dall’ambiente in cui vive il felino.

Durante le sue attività quotidiane, come l’esplorazione all’aperto, il gatto può imbattersi in questi funghi, la trasmissione può avvenire attraverso il contatto diretto con un gatto già infetto da micosi, ad esempio durante interazioni sociali, o mediante la condivisione di cucce, coperte o l’uso di oggetti contaminati come spazzole.

La tigna nei gatti: una tipologia diffusa di micosi

La tigna del gatto è una forma specifica di micosi che colpisce principalmente la pelle dell’animale. È conosciuta anche come dermatofitosi felina ed è causata da funghi patogeni chiamati dermatofiti, tra cui il Microsporum canis.

Questa malattia fungina colpisce la pelle del gatto, provocando la comparsa di chiazze circolari o ovali di alopecia, accompagnate da forfora, infiammazione cutanea e lesioni alle zampe. La tigna è altamente contagiosa e può essere trasmessa non solo tra gatti, ma anche ad altre specie, come cani, roditori e persino agli esseri umani.

È fondamentale riconoscere i segni della tigna e intervenire tempestivamente per prevenire la diffusione dell’infezione e proteggere la salute degli altri animali domestici e dei familiari.

Come si trasmette

La trasmissione della micosi nei gatti è un processo complesso e può avvenire in diverse modalità: oltre al contatto diretto con un animale infetto, le spore fungine possono essere veicolate anche attraverso il pelo infetto che si disperde nell’ambiente domestico. Queste spore possono depositarsi su superfici, oggetti, utensili, indumenti, cucce o coperte, pronti a infettare altri animali o persino gli esseri umani che entrano in contatto con essi.

Durante il contatto con il fungo, questo penetra nel follicolo pilifero del gatto, raggiungendo il bulbo. A partire da questo punto, l’infezione si sviluppa e i sintomi possono manifestarsi in modi diversi, a seconda delle condizioni del gatto: lo stato di salute generale, la risposta immunitaria, la presenza di altre patologie, l’età e la razza possono influenzare la gravità e la progressione dell’infezione.

È importante comprendere i meccanismi di trasmissione della micosi nei gatti al fine di adottare misure preventive adeguate. Mantenere un ambiente pulito e igienico, limitare il contatto con gatti infetti e sottoporre regolarmente gli animali a controlli veterinari sono precauzioni fondamentali per prevenire la diffusione della micosi tra i gatti e ridurre il rischio di trasmissione all’uomo.

Sintomi della micosi del gatto

I sintomi della micosi nel gatto possono manifestarsi in diverse forme e gravità. Spesso si osservano aree circolari prive di pelo, note come alopecia, che possono essere ricoperte da croste grigiastre o semplicemente presentare un pelo più corto rispetto al resto del corpo.

Possono comparire prurito o fastidio nelle aree infette, sebbene non sia una regola. Vi sono inoltre alcune razze, come i Persiani, che sono più predisposte e sensibili ai dermatofiti e possono, dunque, manifestare sintomi più significativi rispetto ad altri. Questi possono includere desquamazione della pelle, formazione di manicotti pilari, ovvero materiale cheratinico o cherato-sebaceo che avvolge un singolo pelo o un gruppo di peli, e presenza di lesioni circolari con piccole croste o forfora sulla loro periferia.

Come viene fatta la diagnosi

Per diagnosticare la micosi nel gatto, il veterinario utilizza diversi test specifici che permettono di individuare la presenza di infezioni fungine. Uno dei test comuni è l’esame con la lampada di Wood, che viene eseguito in una stanza buia utilizzando la luce ultravioletta. Durante questo esame, l’animale viene osservato attentamente, se emerge una fluorescenza verde sui peli, significa che il test è positivo. Tuttavia, è importante tenere presente che questo test può rilevare la micosi solo nel 50% dei casi, quindi un risultato negativo non esclude la presenza dell’infezione.

Un altro metodo diagnostico è l’esame microscopico del pelo. In questo caso, vengono prelevati alcuni peli sospetti e analizzati al microscopio. Se vengono individuate le spore e i funghi, è possibile effettuare una diagnosi più precisa. Anche se questo test ha una percentuale di positività del 50%, un risultato negativo non esclude la presenza dell’infezione.

Infine, la coltura fungina rappresenta un metodo diagnostico altamente affidabile. Durante questa procedura, viene prelevato un campione di pelo e posto in un terreno di coltura specifico. Se, dopo una o due settimane, si osserva la crescita di una colonia fungina, ciò conferma la presenza di un’infestazione micotica nel gatto. Tuttavia, va considerato che questo test richiede più tempo per ottenere un risultato definitivo. Nel frattempo, si consiglia di isolare l’animale sospetto per evitare la diffusione dell’infezione ad altri animali o persone.

È importante sottolineare che la diagnosi accurata della micosi nel gatto richiede l’esperienza e l’abilità di un veterinario esperto, che valuterà i risultati dei test in combinazione con i sintomi clinici presenti nell’animale.

Terapia contro la micosi felina

La terapia contro la micosi felina richiede un impegno costante e può durare diverse settimane o addirittura mesi. Una volta diagnosticata la micosi, il trattamento inizia con l’uso di un fungicida somministrato per via orale, combinato con l’applicazione di lozioni, creme, schiume e prodotti per la detersione della pelle. Durante l’intero periodo di trattamento, è fondamentale isolare il gatto per evitare il contagio di altri animali e tosarlo per rimuovere le spore presenti nel pelo.

Si consiglia di utilizzare guanti durante le operazioni di cura per evitare il contatto diretto con l’animale e di mantenere un ambiente pulito. Sarà necessario effettuare frequenti controlli veterinari fino all’eliminazione completa della malattia nel gatto e delle spore nell’ambiente domestico. Per una pulizia approfondita dell’ambiente, è consigliabile consultare il veterinario, che fornirà consigli sui prodotti più adatti e le migliori strategie per prevenire la diffusione e il contagio all’interno della casa.

La terapia della micosi non si limita solo al trattamento degli animali infetti, ma comprende anche la bonifica dell’ambiente circostante. Poiché la dermatofitosi è altamente contagiosa, è probabile che gli altri animali conviventi siano stati contagiati, anche se non mostrano sintomi evidenti. Pertanto, è necessario trattare tutti gli animali domestici. L’animale infetto deve essere immediatamente isolato dagli altri, preferibilmente in un ambiente facilmente lavabile.

La terapia consiste nell’uso di un farmaco somministrato per via orale per almeno 6 settimane e trattamenti locali ripetuti due volte alla settimana. Al termine del trattamento, è indispensabile eseguire una coltura di controllo che deve risultare negativa prima di interrompere le terapie. Se la coltura risulta positiva, la terapia deve essere continuata fino a ottenere una coltura negativa, assicurando così l’efficacia del trattamento.

Il gatto può trasmettere la micosi all’uomo?

Il trasferimento della micosi dal gatto all’uomo può avvenire attraverso l’interazione diretta con l’animale, ma anche tramite l’uso di oggetti con cui il gatto è entrato in contatto. Le scaglie e il pelo che si staccano consentono alle spore di diffondersi negli spazi comuni e di depositarsi sugli oggetti presenti in casa.

I sintomi si manifestano lentamente, inizialmente con piccoli punti simili a punture che possono evolvere in pustole di forma circolare. La parte interna delle lesioni appare bianca, mentre il bordo circostante è spesso infiammato e può produrre secrezioni. Nel caso di contagio, è importante consultare un medico di fiducia che potrà consigliare il trattamento più adatto, da associare a una rigorosa igiene della casa e degli spazi frequentati dall’animale. La prevenzione e l’igiene sono fondamentali per limitare la diffusione della malattia e ridurre il rischio di trasmissione da gatto a uomo.

In definitiva, la micosi richiede una corretta diagnosi e un trattamento adeguato per prevenire la diffusione dell’infezione e mitigare gli eventuali sintomi associati. Comprendere le cause e i fattori di rischio della micosi nel gatto è fondamentale per adottare misure preventive e preservare la salute generale del nostro amico felino.