Superbonus, sgravi fiscali per chi assume donne: come funziona

Un nuovo decreto legge offrirà esenzioni totali dai contributi alle imprese per un periodo di due anni. Agevolazioni vantaggiose per chi assume donne

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Francesca Secci

Giornalista

Sarda, ma anche molto umbra. Giornalista pubblicista, sogno di una vita, da maggio 2023, scrive soprattutto di argomenti che riguardano l’attualità.

Il governo gioca la carta del triplo bonus e presenterà oggi 29 aprile 2024 un pacchetto di misure incentivate per stimolare l’occupazione. Utilizzando una dotazione finanziaria di 43 miliardi di euro provenienti dai fondi europei, Palazzo Chigi si appresta a promuovere una serie di agevolazioni fiscali mirate a favorire le assunzioni di donne e giovani, con un’attenzione particolare alle regioni del Mezzogiorno. Nel progetto di decreto legge, in fase di esame in vista del consiglio dei ministri, sono inclusi un “bonus donne”, un “bonus giovani” e un “bonus Zes”, con Zes che indica le “zone economiche speciali”, comprendenti principalmente le regioni meridionali del Paese.

Oltre agli sgravi contributivi, che saranno integrali per le assunzioni a tempo indeterminato, sono previsti anche incentivi finanziari diretti e voucher per coloro che opteranno per l’avvio di attività autonome aprendo una Partita Iva. Questi aiuti potranno raggiungere fino a 200.000 euro e saranno applicabili non solo al Sud, ma anche nelle regioni del Centro-Nord.

È probabile che questa serie di misure venga approvata durante il consiglio dei ministri, probabilmente in concomitanza con la Festa dei Lavoratori del primo maggio, seguendo l’esempio dell’anno precedente.

Bonus assunzioni donne, sgravi fino al 100%

Ma quali sono esattamente i bonus previsti? Il meccanismo prevede che coloro che assumeranno lavoratrici “svantaggiate” a partire dal primo settembre di quest’anno e per l’intero 2025, includendo le residenti nelle Regioni Zes, otterranno uno sgravio contributivo del 100%. Questo beneficio sarà riservato alle assunzioni a tempo indeterminato di donne di tutte le età, senza impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi se residenti nelle aree Zes, o disoccupate da almeno 24 mesi in qualsiasi parte del Paese. L’importo massimo annuo dello sgravio sarà di circa 8.000 euro.

Bonus per chi assume anche giovani

Una disposizione simile verrà introdotta, se il pacchetto sarà approvato, anche per i giovani. Il “bonus giovani” sarà applicabile alle assunzioni effettuate tra il primo settembre di quest’anno e il 31 dicembre del 2025, prevedendo un’esenzione del 100% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, con un limite massimo di 500 euro al mese o 6.000 euro all’anno. Questo beneficio sarà riservato ai giovani sotto i 35 anni che non hanno mai avuto un impiego regolare.

Bonus per chi assume lavoratori nelle aree Zes

Per incentivare ulteriormente il Mezzogiorno, lo sgravio contributivo sarà maggiorato se l’assunzione avviene in un’impresa localizzata in una delle aree Zes. Il terzo bonus previsto, denominato “bonus Zes”, sarà dedicato esclusivamente alle regioni meridionali. Anche in questo caso, l’incentivo sarà applicabile alle assunzioni a tempo indeterminato effettuate tra il primo settembre di quest’anno e il 2025, con uno sgravio del 100% dei contributi a carico dell’impresa, fino a un massimo di 666 euro al mese o circa 8.000 euro all’anno. A differenza dei bonus per donne e giovani, questo incentivo si applicherà a tutto il personale non dirigenziale assunto con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.

Per quanto riguarda la copertura finanziaria di queste misure, il bonus giovani è quello con il costo più elevato, con un budget che va dai 28,3 milioni di euro di quest’anno ai 491 milioni del prossimo anno, finanziati tramite il Programma nazionale giovani, donne e lavoro 2021-2027, utilizzando i fondi europei. Lo stesso programma sarà utilizzato anche per coprire i costi del bonus donne. Per il bonus Zes, i costi non sono ancora definiti nel testo del decreto, ma si prevede un finanziamento simile. Restano ancora alcuni dubbi sulle compatibilità europee di queste misure, che verranno discusse durante gli incontri tra i sindacati e il governo.