La chiamano “Erba del Diavolo” e non è di certo un nome scelto a caso: lo stramonio è un’erba spontanea altamente tossica e pericolosa per la salute. E, se ingerita, provoca effetti allucinogeni molto più potenti rispetto alla più conosciuta mandragola. Quando dieci persone sono rimaste intossicate nel napoletano per aver ingerito una semplice frittata di “spinaci” si è pensato subito a quest’ultima, ma le analisi indicherebbero proprio la presenza di stramonio nel lotto di verdure incriminato. Imparare a riconoscere quest’erba è essenziale per scongiurare il rischio di avvelenamento.
Il potere allucinogeno dello stramonio
Lo stramonio è una pianta dalle origini misteriose, ma conosciuta praticamente sin dalla notte dei tempi. I Nativi Americani la usavano per gli effetti allucinogeni e “liberatori” nei rituali di purificazione, ma ne troviamo traccia anche in storie e opere importantissime. Basti pensare che gli studiosi oggi sono quasi certi che la Regina Cleopatra si sia uccisa proprio con un mix di veleni a base di stramonio e non con il più scenografico morso di vipera, come si decanta da secoli.
Anche il povero Romeo shakesperiano, devastato dalla morte di Giulietta, si toglie la vita ingerendo un veleno ricavato da quest’erba e persino Omero nell’Odissea descrive gli effetti potentissimi dell’infuso da essa ricavato. Insomma, non è una novità che lo stramonio sia una pianta velenosa e che sia arrivata sulle nostre tavole deve metterci in guardia, per scongiurare la possibilità di avvelenamento.
Mimetizzato tra gli spinaci, poi scambiato per mandragola. Tutte piante appartenenti alla famiglia delle Solanacee, visibilmente piuttosto simili. Lo stramonio contiene alcaloidi in ogni sua parte, sia nelle foglie che nelle radici e soprattutto nei semi. Tra queste spicca la scopolamina, un potente veleno che se ingerito provoca dalla semplice sonnolenza alle paralisi muscolari e perfino, allucinazioni che possono trasformarsi in delirio e convulsioni. Agendo sul sistema nervoso centrale, se non trattato in tempo l’avvelenamento da stramonio diventa estremamente pericoloso, col rischio di coma per anossia cerebrale e, infine, morte.
Stramonio e mandragola, come distinguere le due piante
Stramonio, mandragola (o mandragora) e spinaci sono tutte piante appartenenti alla famiglia delle Solanacee e, come anticipato, distinguerle non è semplice per un occhio inesperto. Perciò non c’è da meravigliarsi se i malcapitati rimasti vittima di intossicazione nel napoletano non abbiano capito cosa stavano per ingerire.
Come ha spiegato il professor Bertolli al Corriere della Sera, la mandragola “Ha delle foglie basali prive di peli, e i suoi fiori non si sviluppano da un fusto (infatti, è detta: acaule, senza fusto) ma partono direttamente dal terreno. Però, è molto strano che in questo periodo sia sta confusa con gli spinaci: infatti, è proprio in autunno che la mandragora è più facilmente distinguibile, mostrandosi con fiori campanulati [di colore viola, ndr] e bacche gialle”.
Lo stramonio ha un aspetto simile ma possiede un fusto che può raggiungere il metro di lunghezza, con foglie color verde scuro e grandi, con i margini seghettati e a sua volta dei piccoli fiori campanulati, ma generalmente di colore più chiaro (quasi bianco). E soprattutto produce un frutto che somiglia a un riccio ricoperto di spine, con all’interno dei semi neri che costituiscono la parte più velenosa di tutta la pianta.