Il mondo del lavoro è in continua evoluzione e si sa, la realtà di oggi è ben diversa da quella conosciuta dalle vecchie generazioni.
Noi ricerchiamo stabilità ma anche flessibilità, che ci consenta di avere una work-life balance reale.
Siamo concentrati sullo sviluppo personale e sul lavorare da soli, ecco perché il team working, per noi, non funziona più.
Indice
Team working: gli aspetti positivi e negativi
Nella maggior parte dei lavori capita, a volte, di dover svolgere un compito di gruppo e doversi rapportare con i colleghi per arrivare a una soluzione comune.
Il team working permette di sviluppare le cosiddette soft skills, quindi la capacità di lavorare con altre persone, accogliere le varie idee, coordinare il gruppo ed essere disponibili.
Grazie al lavoro di squadra svilupperai l’altruismo, la proattività e la condivisione.
Per l’azienda, avere dei dipendenti inclini al team working significa aumentare significativamente la produttività e l’efficienza, entrambe ottenute dalla suddivisione dei compiti. Inoltre, lo spirito di squadra, se buono, crea un ambiente di lavoro più positivo.
Ma tutte queste belle parole a noi non sembrano toccare: siamo più propensi a lavorare da soli.
Improvvisamente, l’idea di dover coordinare le idee di tutti cercando il punto di incontro perfetto non è più così allettante.
Basta pensare a quando un progetto rallenta perché qualcuno non risponde alle mail o perché serve un allineamento per ogni singolo dettaglio. Sono situazioni comuni che logorano la motivazione e spezzano il ritmo di lavoro.
La lentezza del lavoro dovuta al far combaciare i compiti dei componenti del gruppo e anche gestire la pigrizia di alcuni membri sono solo alcuni degli aspetti negativi del lavorare in gruppo.
La nuova rivoluzione: il solo working
Nel panorama lavorativo attuale si sta facendo sempre più strada il lavoro individuale, poiché ad entrare nelle aziende, ora, siamo proprio noi.
Secondo un sondaggio condotto dalla società di recruiting Robert Walters, il 49% preferisce di gran lunga lavorare da solo: l’orgoglio di poter dire di avercela fatta da sola, potersi gestire totalmente ed essere autonomi sono alcuni degli aspetti positivi del solo working che non sembrano essere contrattabili.
Da sola, hai la possibilità di svolgere il compito con le tue sole tempistiche, senza trovare accordi per nessuno, in qualsiasi momento tu voglia e rendendo conto solo a te stessa.
Il carattere può incidere sul lavoro
Gli estroversi si sentiranno a loro agio a discutere (e, a volte, far valere) delle proprie idee, a mettere in discussione il proprio pensiero.
Chi, invece, ha un carattere introverso si troverà ben presto schiacciato dalle dinamiche di un gruppo, tra la numerosità e chi vuole prendere il comando.
Il team working non sempre funziona. Nel primo caso può crearsi un bel gruppo e sviluppare proattività da canalizzare nel progetto. Ma nel secondo non ottiene l’effetto desiderato.
Sì, forse il compito verrà comunque portato a termine. Ma chi non si è sentito parte del progetto, cosa porterà a casa?
Un introverso, per esempio, può faticare a intervenire in team numerosi, mentre un estroverso rischia di diventare dominante senza volerlo. Equilibrare queste differenze richiede tempo e sensibilità.
Il team working può avere davvero risvolti positivi, ma solo se viene applicato nel contesto e con le persone giuste. Sta nel responsabile capire quali personalità andranno a braccetto per poter imparare gli uni dagli altri e stabilire uno scambio di soft skills.
Spesso, queste considerazioni non sono state fatte e nel tempo la magia del lavoro di squadra è svanita per lasciare spazio a una disillusione mista a poca volontà nel cambiare le situazioni.

Che competenze vogliamo sviluppare?
Il sondaggio di CNC Media ci dice che, su un campione di 60.000 under 35, il 77% antepone il benessere al lavoro.
L’obiettivo è eliminare il più possibile le fonti di stress e avere a che fare con dinamiche di gruppo che non scegli e doverle gestire per tutta la durata del team working, non sembrano rientrare tra le nostre preferenze.
Trovare aziende che garantiscano orari di lavoro umani e, di conseguenza, tempo libero per i propri hobby è diventato il punto focale nella ricerca di lavoro. La solo mode fornisce questo tipo di libertà, poiché non avrai orari prestabiliti o dovrai rispettare impegni al di fuori dei tuoi.
Svilupperai un forte senso di responsabilità e imparerai ad autogestirti, requisiti fondamentali nelle aziende.
La creatività dovrà essere al centro del tuo operato, non avrai altre proposte o idee da cui attingere se non quelle provenienti dalla tua mente.
Se lavori in solitaria, avere autodisciplina deve essere la base: rispettare le scadenze imposte dall’azienda senza mettere in secondo piano il la qualità di vita che ricerchiamo.
Ecco perché non ci piace il team working
Le riunioni su Zoom che potevano essere un vocale su Whatsapp, mille messaggi e richieste nel gruppo aziendale, chiamate anche dopo l’orario di lavoro. Queste condizioni non fanno più per noi.
In particolare da dopo la pandemia, abbiamo sofferto molto le interazioni sociali, e ciò si sta replicando anche sul luogo di lavoro.
Rifiutare di lavorare in team non significa escludersi o isolarsi, ma avere la soddisfazione di ottenere riconoscimenti per il proprio sforzo.
Inoltre, essere in gruppo può scatenare una forte competizione, sia nel lavoro che nel guidare i membri.
Il lavoro perfetto? Un modello ibrido
Lo so, preferiamo il solo working, la nostra scrivania personale con gli evidenziatori pastello e la nostra agenda privata, ma gli aspetti positivi del team working ci sono e possono alleviare un po’ di peso a noi e all’azienda.
Non serve impostare ogni task come lavoro di gruppo, le aziende dovrebbero individuare quali compiti fruttano meglio da un brainstorming di gruppo e quali, invece, possono esaltare le qualità individuali dei dipendenti.
La comunicazione tra generazioni all’interno di un luogo di lavoro può favorire lo scambio di punti di vista interessanti: la vecchia guardia saprà sicuramente consigliare come lavorare in team, e dovrà ascoltare il metodo migliore, delle nuove leve, con cui portare a termine una task senza rinunciare a un ritmo di lavoro personalizzato.
Le aziende devono puntare sui nuovi talenti e adattarsi un po’ al nuovo metodo lavorativo, pur implementando i propri valori storici.