Altro che offesa: essere paragonati a un asino è un complimento

L'asino non è affatto un animale stupido o incapace. Al contrario, è molto paziente, forse caparbio, ma sicuramente dotato di grande forza

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Sentirsi dare dell’asino è qualcosa che nessuno vorrebbe mai. Del resto nell’immaginario collettivo è risaputo che l’animale da soma è il simbolo della stupidità e della testardaggine.

A confermarlo ci pensano anche le definizioni stesse dei dizionari di lingua italiana che, nel senso figurativo della parola, descrivono una persona ignorante e incapace.

Non è molto chiaro il motivo che ha portato nei secoli a considerare l’asino come creatura poco intelligente, fatto sta che sono tante le storie, le favole e persino le leggende che lo dipingono così. Eppure, nell’antichità, il somaro era considerato un animale dalle qualità straordinarie che sono tutt’oggi ancora evidenti.

Dai proverbi alla storia di pinocchio

Quando diciamo alle persone che sono degli asini, per sottolineare lo scarso impegno in qualsiasi ambito, in realtà stiamo facendo loro un complimento. E per avere conferma di questo basta vedere quanto questi animali, nel settore agricolo per esempio, siano considerati una straordinaria forza lavoro.

Eppure, nel pensiero collettivo, non è questa l’immagine che si ha dell’animale. Colpa, forse, anche delle celebri orecchie d’asino spuntate sulla testa di Pinocchio. Il celebre burattino di legno, infatti, era particolarmente noto per essere uno scansafatiche.

Eppure c’è un’altra chiave di lettura in questa storia che può riabilitare l’immagine dell’asino. Pinocchio è stato trasformato in un asino perché l’animale in questione, considerato un grande lavoratore, rappresenta esattamente il suo opposto. Una lezione o una punizione, intendetela come volete, fatto sta che questo non basta a scardinare lo stereotipo che è stato costruito intorno al somaro.

Ad avvallarlo c’è anche un altro celebre proverbio che recita: A lavar la testa all’asino si perde il ranno e il sapone. In questo caso, l’affermazione, fa riferimento alla testardaggine dell’animale. Ma essere testardi, o forse caparbi, non è per forza un difetto. Siete d’accordo?

Non è stato sempre così, però. Nelle comunità in cui viene allevato, l’asino, è considerato un alleato prezioso del duro lavoro. Nella mitologia romana, invece, l’animale era legato al culto di Vesta, la dea del focolare domestico, che veniva spesso raffigurata proprio insieme a un asino e celebrata durante le feste facendo indossare ghirlande colorate agli animali.

La religione e l’asino

Il presente e il passato, come abbiamo visto, fanno dell’asino tutt’altro che una creatura stupida o incapace, come abbiamo detto fino a questo momento. Ma c’è di più, perché il somaro è considerato un animale spirituale.

Le sue lunghe orecchie, infatti, compaiono nell’iconografia del Buddha. Il motivo potrebbe essere spiegato dal fatto che queste rappresentano la porta d’accesso alla conoscenza del mondo che ci circonda.

Per la religione cattolica l’asino ha ricoperto un ruolo fondamentale, insieme al bue era presente nella grotta dove era nato Gesù, ancora una volta a enfatizzare il suo valore domestico e la sua fedeltà. Nella stessa Bibbia sono diversi i rimandi all’animale considerato il simbolo del lavoro, della produttività e dell’agricoltura.

Spostandoci un po’ più lontano, invece, scopriamo che in Persia l’animale è considerato il simbolo di giustizia, nonché protettore dell’albero della vita. In Cina, invece, l’asino bianco è spesso cavalcato da divinità ed eroi della cultura.

Nell’antico Egitto, invece, l’asino compariva spesso al fianco di divinità malvagie, eppure non era poi così temuto, al contrario. La regina Cleopatra, infatti, traeva proprio dalle asine il suo elisir di bellezza quotidiano.

Insomma, come abbiamo potuto vedere, l’asino non è affatto un animale stupido. È molto paziente, forse caparbio, e sicuramente dotato di grande forza.