Prima danza, poi pensa – Scoprendo Beckett, il film sulla vita del grande artista – poeta, drammaturgo, scrittore – in uscita il 1 febbraio 2024, distribuito da BIM: un biopic che racconta la storia, i successi, gli amori, le amicizie e gli aspetti meno noti del gigante della letteratura Samuel Beckett, una delle figure più rivoluzionarie e influenti del Novecento, autore di capolavori come Aspettando Godot, Giorni Felici e Finale di Partita.
Samuel Beckett raccontato da sé stesso, in un immaginario dialogo con la propria coscienza, una sorta di analisi della propria vita e delle proprie relazioni, d’amore e di amicizia, fatta attraverso la lente dei suoi errori. L’artista ripercorre le sue relazioni con le persone che amava e che lo amavano ma cui sentiva di aver fatto torto. Ci sono le donne della sua vita, dall’austera madre all’amata moglie Susanne. E c’è il rapporto con un altro mito di quel tempo, James Joyce.
Nel ruolo di Samuel Beckett un bravissimo Gabriel Byrne, diretto dal regista Premio Oscar per Man on wire e La teoria del tutto James Marsh.
“Prima danza, poi pensa – Scoprendo Beckett”: la trama
Partendo dalla “catastrofica” vittoria del Premio Nobel per la Letteratura nel 1969, Beckett rievoca gli eventi salienti della sua vita in un dialogo immaginario con la personificazione della sua coscienza, lasciando emergere i temi e le riflessioni che hanno reso grandi le sue opere. Ne risulta un ritratto poco conosciuto della sua personalità: buongustaio, solitario, marito infedele, combattente della Resistenza francese e anche grande amico di James Joyce, interpretato da Aidan Gillen (Il Trono di Spade).
Una biografia insolita e piena di episodi sconosciuti
In questo racconto di grandi storie d’amore e di rapporti della vita di Beckett e del suo complicato rapporto con una madre autoritaria, ci sono anche un commento allusivo ed uno sguardo approfondito alle ossessioni letterarie di Beckett ed alle origini della sua scrittura come autore. Tuttavia, non è necessario essere uno studioso di Beckett per godersi il film: la sceneggiatura è ironica e drammatica con episodi spesso non noti al grande pubblico, compreso il coinvolgimento attivo di Beckett nella Resistenza francese ed il suo accoltellamento quasi fatale da parte di un protettore a Parigi.
Samuel Beckett, artista dalle mille sfaccettature
Ma chi era davvero Beckett? L’artista ha condotto una vita fatta di molte sfaccettature – figlio ribelle di una madre severa, viveur parigino, combattente nella Resistenza, drammaturgo insignito del Nobel, marito infedele, uomo solitario. Nonostante tutta l’adulazione che lo circondava, era un uomo acutamente consapevole dei propri difetti. I suoi lavori divennero celebri a livello mondiale per il cupo stile tragicomico, spesso incline alla black comedy e all’ironia della vita stessa. Leggenda letteraria del ventesimo secolo, l’opera di Beckett ha esplorato la letteratura autoreferenziale, i flussi di coscienza e la sperimentazione linguistica e ha fondato “il Teatro dell’Assurdo”, insieme ad autori quali Eugene Ionesco, Jean Genet e Harold Pinter. “Prima danza, poi pensa”, scritto da Neil Forysth, è stato fortemente influenzato dallo stile unico del grande autore.
Samuel Beckett, il grande amore per Susanne
Al centro del film, la figura dell’amata Susanne. Compagna e poi moglie di Beckett, sarà sempre al suo fianco fin dal loro primo incontro in ospedale e sarà leale al compagno anche nei momenti più difficili, dalla fuga in Provenza durante l’occupazione nazista al perdono delle sue numerose infedeltà, per lei fonte di amarezza e rancore.
Prima danza, poi pensa: parla il regista
Il regista James Marsh dice del film: “Prima danza, poi pensa” è un racconto di fantasia, scherzoso e spesso struggente della vita di Samuel Beckett, incentrato anche sulla vita emotiva dell’autore. Il film ha la forma di ampi riquadri che mostrano i rapporti chiave nella sua vita, principalmente concentrati sulle donne che lo hanno circondato.
È un film su un intellettuale, un gigante della letteratura, ed è ancorato sulla passione ed il sentimento, non sulla noiosità delle idee o sulla sterilità della critica letteraria. Beckett stesso è energico in questa rappresentazione, risoluto, padrone di sé e sicuro delle sue azioni ma tormentato dai sentimenti di colpa e vergogna per il suo egoismo ed il dolore che aveva causato a coloro che amava. Se ciò lo fa risuonare cupo o pesante, state certi che non lo è. Il nostro Beckett è pieno di auto-ironia ed il suo rapporto con James Joyce spesso sconfina nelle migliori commedie degli equivoci.