La recente immagine della donna ferita, fuori da un ospedale dopo il bombardamento della città di Chuhuiv, rimbalzata su tutti i media subito dopo l’invasine russa dell’Ucraina, è diventata simbolo di una guerra, che come sempre accade colpisce i più deboli, donne e bambini in primis.
E riporta alla mente tutte le figure femminili che hanno attraversato due secoli di storia dell’Unione Sovietica. Donne coraggiose, indomite, ribelli, eroiche, che hanno combattuto al fronte o si sono spese nelle retrovie. Che non hanno avuto paura, e sono spesso morte in nome della libertà, propria e del loro Paese.
Quattro libri che raccontano, in epoche diverse, la storia di grandi donne russe. Che attraverso e grazie a queste pagine sopravvivono alla loro morte e continuano a portare avanti il loro messaggio.
1. La guerra non ha un volto di donna: l’epopea delle donne sovietiche nella Seconda Guerra Mondiale di Svetlana Aleksievi
Se la guerra la raccontano le donne, quando prima l’hanno raccontata solo gli uomini. Se a farla raccontare è Svetlana Aleksieviéc. Se le sue interlocutrici avevano in gran parte diciotto o diciannove anni quando, perlopiù volontarie, sono accorse al fronte per difendere la patria e gli ideali della loro giovinezza contro uno spietato aggressore… allora nasce un libro come questo
2. Le streghe della notte. La storia non detta delle eroiche ragazze-pilota dell’Unione Sovietica nella grande guerra patriottica di Gian Piero Milanetti
Un resoconto straordinariamente accurato di uno dei capitoli più emozionanti nella storia della guerra aerea, dalla parte delle donne.
3. Là dove si inventano i sogni, di Margherita Belgiojoso
Sedici ritratti di donne russe che si passano il testimone da un capitolo all’altro sullo sfondo di oltre due secoli di storia, da Caterina II a Putin, passando per la rivolta decabrista, la rivoluzione bolscevica, le purghe staliniane, l’assedio di Leningrado, i gulag e la perestrojka.
4. Anna Politkovskaja. Reporter per amore, di Lucia Tilde
La storia della giornalista russa uccisa, a soli quarantotto anni, per la sua ostinazione a voler raccontare le atrocità della guerra in Cecenia. Oggi diventata un’icona della libertà di espressione (qui l’intervista all’autrice)