Partiamo da un punto fermo. Caso per caso, in presenza di patologie della retina, lo specialista oftalmologo identifica e sceglie il trattamento specifico che meglio si attaglia ai bisogni del paziente. A queste regole non sfuggono condizioni particolari, come il distacco della retina e del corpo vitreo.
Questo non significa tuttavia che non si debbano conoscere bene le caratteristiche di queste strutture. Proviamo quindi assieme a capire come funziona la retina, a cosa serve il corpo vitreo e cosa può accadere in caso di lesioni come la rottura o il vero e proprio distacco.
Il ruolo della retina
La retina è un “foglietto” estremamente sottile. È vero. Ma comunque, si tratta di una definizione molto riduttiva data l’incredibile complessità della struttura interna della retina stessa, che in questo microscopico spessore comprende ben dieci strati ciascuno con funzioni specializzate.
La retina contiene nel primo e nel secondo strato una enorme quantità di cellule sensibili alla luce, dette fotorecettori. Esistono fotorecettori sensibili alla luce ed altri sensibili ai diversi colori. Ciascun fotorecettore legge un punto dell’immagine (luminosità, colore o entrambi) e genera impulsi elettrici che trasmette agli strati successivi, ove questi subiscono una prima elaborazione e vengono codificati per la trasmissione attraverso il nervo ottico.
La distribuzione dei fotorecettori non è uniforme. Essi presentano la massima concentrazione nella parte centrale della retina, la cosiddetta macula; man mano ci si sposta verso la periferia della retina la densità dei fotorecettori diminuisce e questi sono più distanziati tra loro. Vi è una ragione precisa per questo: la macula viene utilizzata per la visione distinta e per la lettura, la periferia (la famosa “coda dell’occhio”) è più sensibile alle cose in movimento.
Perché la retina non si deve “staccare”
Sulla base di quanto abbiamo detto, si comprende come e perché la retina, per funzionare a dovere, debba essere aderente. Cosa significa? Che deve rimanere attaccata in tutti i punti all’epitelio pigmentato. Ma non esiste alcuna “colla” alla base dell’aderenza retinica. Piuttosto c’è un un meccanismo di aspirazione da parte dell’epitelio pigmentato, per il quale essa viene come “risucchiata” verso la parete. L’aderenza della retina è anche importante per la sua nutrizione: pur essendo dotata di un proprio sistema circolatorio, la retina assorbe un parte del nutrimento per diffusione dalla coroide sottostante.
Cosa fa il corpo vitreo
Il vitreo è connesso alla retina in maniera più o meno tenace a seconda della zona. Le aree di massima adesione vitreo-retinica si trovano all’estrema periferia (nella parte anteriore dell’occhio) ed in corrispondenza della macula. Possiamo considerare il vitreo come il risultato di un perfetto equilibrio tra due componenti: una componente fibrosa ed una componente acquosa.
Se vogliamo paragonarlo ad una spugna bagnata, al componente fibrosa è la spugna vera e propria nei cui spazi interni si trova intrappolata la parte acquosa. Il tutto ha come risultato una gelatina compatta e perfettamente trasparente. Con il tempo, tuttavia, questo stato di cose tende ad alterarsi e già in gioventù possono comparire delle modificazioni nella struttura vitreale, legate a separazione più o meno estesa tra le due componenti. Si possono formare così tralci, veli e addensamenti, per eccesso di componente fibrosa, oppure, d’altra parte, lacune e spazi in cui predomina la componente acquosa.
Qual è il risultato di queste modificazioni? Innanzitutto, la perdita della perfetta trasparenza. Possono così cominciare a comparire corpi mobili nel campo visivo, particolarmente visibili in condizioni di piena luminosità e/o su di un fondo chiaro.
Cosa succede se si “distacca” il corpo vitreo
Le modeste alterazioni del corpo vitreo, per questi motivi, vanno individuate e monitorate dall’oftalmologo. Ma possono comunque essere controllate, in genere senza creare problemi particolari. Esiste però un secondo tipo di modificazioni vitreali che riveste un’importanza decisamente maggiore. Ciò che si verifica è, in sostanza, un’improvvisa rottura dell’equilibrio tra la componete fibrosa e quella acquosa, per cui queste si separano tra di loro.
Cosa accade? La componente fibrosa del vitreo, separandosi da quella acquosa, va incontro ad una marcata riduzione di volume. Dal momento che il volume dell’occhio non cambia, la conseguenza di questo fenomeno è il distacco della componente fibrosa vitreale dalla superficie interna dell’occhio, e cioè dalla retina: il distacco del vitreo.
Il distacco del vitreo inizia in genere nella parte superiore dell’occhio e progredisce verso il basso. Esso si completa in un periodo variabile tra qualche ora e qualche giorno, quando il vitreo (sarebbe più corretto dire: la componente fibrosa) rimane adeso alla superficie della retina solo nella parte anteriore dell’occhio, là dove la connessione è più tenace. Nella maggior parte dei casi, il distacco del vitreo decorre senza conseguenze. Tuttavia, esso è un evento critico per un occhio, perché potrebbe produrre delle lesioni retiniche.
A tutti noi sarà capitato di staccare un cerotto dalla pelle dopo averlo tenuto per qualche giorno: facilmente l’operazione può riuscire dolorosa, provocare irritazione sulla pelle o strappare via qualche pelo. Immaginiamo, in piccolo, ciò che potrebbe avvenire a livello dell’occhio: se il distacco del vitreo non incontra ostacoli nelle zone di minore adesione vitreo-retinica, esso può produrre sollecitazioni anche marcate nelle aree di maggiore connessione.
Di solito, il distacco del vitreo inizia nella parte superiore del bulbo oculare e poi progredisce verso il basso. Questo fenomeno è di solito improvviso, da’ luogo a sintomi evidenti e può essere pericoloso. Conseguenze? Si va dalla rottura di un piccolo capillare (innocua) al prodursi di una lacerazione sulla retina, primo movente del distacco della retina stessa.
I sintomi del distacco del vitreo sono in genere piuttosto imponenti: si notano all’improvviso numerosi corpi mobili accompagnati da sensazioni luminose e lampi, questi ultimi legati alla sollecitazione meccanica della retina. E’ difficile trascurare questi sintomi: la maggior parte delle persone si reca al pronto soccorso ovvero ad una visita specialistica urgente. Ciò è della massima importanza poiché, come vedremo, una lesione retinica iniziale può essere ancora riparata, a questo stadio, senza ricorrere ad un intervento chirurgico.