È stato stimato che le fratture da fragilità sono responsabili di più di 9.000.000 di eventi di questo tipo ogni anno in tutto il mondo. Colpiscono soprattutto il genere femminile, circa il 66% dei casi, e in generale sono più frequenti a carico del femore prossimale, ovvero del collo del femore, delle vertebre, del polso e dell’omero prossimale, ovvero della spalla.
Rischia di più chi ha le ossa fragili, quindi bisogna conosce bene chi è maggiormente in pericolo per questi tipi di traumi. Solitamente la frattura si verifica anche per un trauma minimo.
Per una valutazione del rischio di fragilità, bisogna conoscere bene la storia della persona che consente di identificare altri fattori che, oltre all’età e a situazioni genetiche particolari, possono compromettere la salute delle ossa. Pensate ad esempio a specifiche terapie farmacologiche o altre patologie.
Come proteggere le ossa
In termini di protezione della salute delle ossa bisogna incominciare molto presto. Fin dall’infanzia occorre seguire un’attenta alimentazione che sia ricca di calcio e di vitamina D, ma si associ anche a uno stile di vita attivo. Tutte queste indicazioni servono nei bambini, nei giovani e negli adulti per mantenere una buona densità ossea ed evitare il rischio di fratture, queste sono condizioni fondamentali.
I periodi più a rischio iniziano per le donne con la menopausa e quindi nella post menopausa, nella terza età per gli uomini. Considerate che anche in età avanzata un’attività fisica aerobica leggera e un allenamento che aiuti a mantenere l’equilibrio, insieme a una corretta alimentazione, possono intervenire a beneficio della perdita della forza muscolare, ovvero della sarcopenia, della ridotta coordinazione dei movimenti e del rischio di cadute che rappresentano il maggior problema in termini di fratture.
Come valutare la fragilità ossea
Per valutare la fragilità ossea, sono importanti specifici esami del sangue che rilevino la quantità di calcio presente, quindi la calcemia, oltre a esami che studiano specificamente l’osso, come la MOC. Con questi parametri si può identificare precocemente chi è ad alto rischio di sviluppare esiti negativi e quindi si possono pensare misure preventive o terapeutiche. In questo caso deve essere il medico a valutare caso per caso.
Ma ricordate che ci sono diverse condizioni, come le infiammazioni ripetute, il trattamento con cortisone, l’eccessivo consumo di alcol, che possono influire sulla fragilità ossea. Ovviamente, parlando di trattamento, non si considera solamente l’età e il sesso ma anche la presenza di una precedente frattura di fragilità. Questo è un importante campanello d’allarme da non sottovalutare, sia nell’uomo che nella donna. Inoltre il rischio aumenta al crescere del numero e della severità delle precedenti fratture.