Chi sono e come vivono oggi le suore di clausura

Suore di clausura oggi, come vivono; questa pratica è stata istituita nel 1298 da papa Bonifacio VIII. Ad oggi le regole di clausura non sono cambiate; vediamole insieme

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Martina Dessì

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Pubblicato: 28 Luglio 2016 10:40Aggiornato: 11 Agosto 2024 20:01

Le suore di clausura rappresentano una delle espressioni più affascinanti e misteriose della vita religiosa cattolica. Queste donne dedicano la loro vita alla preghiera, al silenzio e alla contemplazione, vivendo isolate dal mondo esterno. Su di loro si sono spesso alimentate leggende, ma la realtà è molto diversa da quella che si potrebbe anche solo immaginare. Gli ordini sono oggi molteplici e obbediscono praticamente tutte alla stessa regola.

Quando nascono le suore di clausura

Le origini delle suore di clausura risalgono ai primi secoli del cristianesimo. Durante questo periodo, molti uomini e donne cercavano di avvicinarsi a Dio attraverso una vita di solitudine e preghiera nel deserto. Questa pratica è nota come monachesimo eremitico e ha avuto inizio con figure come Sant’Antonio Abate, vissuto nel III secolo, considerato il fondatore del monachesimo cristiano e il primo degli abati.

Tuttavia, il monachesimo di clausura come lo conosciamo oggi ha preso forma nel corso del Medioevo. È stato in questo periodo che si è passati dal monachesimo eremitico al monachesimo cenobitico, in cui i monaci e le monache vivevano in comunità sotto una regola comune. La Regola di San Benedetto, scritta da San Benedetto da Norcia nel VI secolo, ha avuto un’enorme influenza sulla formazione delle comunità monastiche in Europa.

Le suore di clausura, nello specifico, sono monache che hanno scelto di vivere una vita di preghiera e isolamento dal mondo, seguendo un voto di clausura che limita i loro contatti con l’esterno. Questo tipo di vita religiosa si è consolidato ulteriormente con la nascita degli ordini mendicanti, come i Francescani e i Domenicani, nel XIII secolo, che hanno fondato monasteri di clausura per le donne. La clausura papale, istituita da Bonifacio VIII nel 1298, prevede la sola vita contemplativa e impedisce ogni contatto con l’esterno.

Come vive una suora di clausura

La vita di una suora di clausura è caratterizzata da un rigoroso ritmo di preghiera, lavoro e silenzio. Le giornate sono strutturate intorno alla Liturgia delle Ore, un insieme di preghiere recitate a intervalli regolari durante il giorno, che costituisce il cuore della vita monastica. Le suore si svegliano presto al mattino per partecipare alla preghiera mattutina, seguita da un periodo di meditazione e riflessione.

Oltre alla preghiera, il lavoro è una parte essenziale della vita quotidiana delle suore di clausura. Questo può includere lavori domestici all’interno del monastero, come cucinare, pulire, o coltivare l’orto. In molti casi, le suore si dedicano anche a lavori artigianali, come la produzione di ostie, la creazione di icone religiose, o la realizzazione di articoli tessili. Queste attività non solo forniscono un sostentamento economico al monastero, ma sono anche considerate un’espressione di preghiera e devozione.

Il silenzio è un altro elemento fondamentale della vita di clausura. Le suore praticano il silenzio sacro, un tempo dedicato alla contemplazione e all’ascolto interiore della voce di Dio. Sebbene non sia assoluto, il silenzio aiuta le suore a mantenere un ambiente di pace e tranquillità, favorendo un contatto più profondo con la propria spiritualità.

Dove vive una suora di clausura

Le suore di clausura vivono in monasteri appositamente progettati per la vita contemplativa. Queste strutture sono spesso situati in aree rurali o periferiche, lontano dal trambusto delle città, per garantire un ambiente di silenzio e isolamento. Sono infatti costruite per supportare la vita di preghiera e lavoro delle suore, con spazi comuni per le attività quotidiane e celle individuali per la riflessione personale.

All’interno del monastero, le suore vivono in comunità, condividendo le responsabilità e supportandosi a vicenda nella loro vita spirituale. Nonostante la clausura, l’interazione tra le suore è essenziale per il benessere della comunità e per il mantenimento dell’armonia. Le suore di clausura possono ricevere visite occasionali dai familiari o da amici, ma queste sono regolate da rigide norme per garantire che il focus rimanga sulla vita contemplativa.

Un elemento distintivo dei monasteri di clausura è il parlatorio, una stanza appositamente progettata dove le suore possono comunicare con i visitatori attraverso una grata o una finestra schermata. Questo assicura che, pur permettendo un certo livello di interazione con il mondo esterno, la clausura sia mantenuta.

Quanti sono i monasteri di clausura in Italia

L’Italia è storicamente uno dei centri principali del monachesimo cristiano e ospita un gran numero di monasteri di clausura. Secondo i dati aggiornati al 2023, in Italia ci sono circa 430 monasteri di clausura femminili, distribuiti su tutto il territorio nazionale. Questi monasteri appartengono a diversi ordini religiosi, ciascuno con le proprie tradizioni e carismi specifici.

Tra gli ordini più diffusi in Italia vi sono le Benedettine, le Clarisse, le Carmelitane e le Trappiste. Ogni ordine segue una propria regola di vita, ma tutti condividono l’impegno per la preghiera contemplativa e la vita comunitaria. La presenza dei monasteri di clausura è particolarmente significativa nelle regioni del centro e del sud Italia, dove la tradizione monastica ha radici profonde.

Nonostante il calo delle vocazioni religiose negli ultimi decenni, i monasteri di clausura continuano a rappresentare una presenza importante nella Chiesa cattolica e nella società italiana. Molte persone cercano la guida spirituale e la preghiera delle suore di clausura, riconoscendo il valore della loro dedizione e della loro vita di sacrificio.

Cosa mangiano le suore di clausura

L’alimentazione delle suore di clausura è semplice e sobria, rispecchiando i valori di austerità e moderazione che caratterizzano la loro vita. I pasti sono preparati all’interno del monastero, utilizzando ingredienti semplici e spesso autoprodotti. Molti monasteri hanno orti dove le suore coltivano verdure e frutta, mentre altri allevano animali da cortile come galline per avere uova fresche.

La dieta delle suore di clausura varia a seconda della regione e delle tradizioni dell’ordine a cui appartengono. In generale, la cucina è basata su alimenti stagionali e locali, e i pasti sono costituiti da piatti semplici ma nutrienti. Le suore tendono a seguire una dieta prevalentemente vegetariana, anche se in alcuni monasteri è consentito il consumo di carne in occasione di feste religiose o eventi speciali.

Il pranzo e la cena sono momenti comunitari, in cui le suore si riuniscono per condividere il pasto in silenzio, ascoltando letture spirituali. La colazione, invece, è solitamente consumata in modo individuale e in silenzio. La semplicità dei pasti riflette l’importanza della spiritualità e della preghiera nella vita delle suore di clausura, ponendo l’accento sulla nutrizione dell’anima piuttosto che sui piaceri del palato.

Le suore di clausura incarnano una vocazione unica e profondamente spirituale, dedicando la loro vita alla preghiera e alla contemplazione in un mondo sempre più frenetico. Attraverso la loro scelta di vivere in clausura, queste donne offrono un esempio di dedizione e amore per la spiritualità, sottolineando l’importanza del silenzio, della preghiera e della comunità. I monasteri di clausura in Italia continuano a essere luoghi di pace e riflessione, custodendo tradizioni secolari e offrendo un rifugio spirituale per chi cerca una connessione più profonda con il divino.