Il Canal: l’orgoglio veneto, i suoi limiti e tutto il bello del mondo

Il Canal ed è uno dei creator più seguiti in Italia, i suoi video fanno numeri da capogiro: impossibile relegare lui, e la sua intelligenza al Veneto

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Irene Vella

Giornalista, Storyteller, Writer e Speaker

Scrive da sempre, raccogli emozioni e le trasforma in storie. Ha collaborato con ogni tipo di giornale. Ha fatto l'inviata per tutte le reti nazionali. È la giornalista che sussurra alle pasticcerie e alla primavera.

Pubblicato: 4 Dicembre 2024 22:53

Forse non tutti sanno che Canal Il Canal, «influencer mona  importante e vendemmiattore», classe 1986, ha dato questo nome al suo primo social perché in realtà è il suo cognome, Nicola Canal, ed è uno dei volti social più seguiti di tutto il Veneto, e non solo, visto che i suoi video spesso diventati virali e fanno numeri da capogiro. Impossibile relegare lui, il suo magnifico dialetto e la sua intelligenza al solo territorio di questa splendida regione. Dopotutto io sono una toscana trapiantata nella magica riviera del Brenta, e Nicola è stata una delle prime facce che mi sono apparse non appena trasferita.
Mi ha sempre molto colpito il suo essere così dissacrante, ironico e dannatamente sincero, caratterista molto rara da trovare in chi, dei social, ha fatto il suo lavoro, ma lui ha fatto molto di più: nel 2022 proprio da Instagram ha fatto il suo coming out, un’esigenza personale, dovuta al fatto di essere scelto ed apprezzato per il suo essere, per essere coerente con la sua vita, perché come ha detto lui: «Sono omosessuale e non ho nulla da farmi perdonare».

Chi è Nicola e come nasce Canal il Canal?
Dopo il liceo scientifico ho fatto un’accademia di teatro, all’inizio un ripiego: il mio sogno era quello di fare la scuola di cinema di Roma perché ho sempre desiderato lavorare con il linguaggio video, però alla fine la scelta si è rivelata fortunata perché l’accademia è stata un’ottima esperienza di vita oltre che una base importante per la conoscenza dei tempi comici che ad oggi ancora utilizzo. Accantonata l’idea di lavorare come attore, dopo aver speso a vuoto soldi per treni e provini, ho firmato un contratto a tempo indeterminato per un’azienda dove la mia vena creativa veniva utilizzata per i laboratori didattici con i bambini. Un giorno una mia collega mentre lavoravamo mi dice “ma perché non provi a fare qualcosa per i social così da sfogare appieno la tua vena artistica?”. Detto fatto, la sera stessa ho aperto il mio canale YouTube utilizzando il mio cognome, Canal, e da lì, con il veneto, è stato un attimo, ribattezzarlo Canal il Canal.

Tu sei un punto di riferimento tra i Content Creator del Veneto e non solo: senti questa responsabilità? E se sì cosa vorresti trasmettere?
Sono lusingato che qualcuno possa pensare che io sia un punto di riferimento “veneto” sui social, ma non ti nascondo che questa cosa oltre che a preoccuparmi molto, mi sta un po’ stretta. A me piace parlare molto del mio territorio, che amo, ma anche di tutto il bello che c’è nel mondo, raccontandolo attraverso i miei viaggi e le mie parole, mi piace molto mescolare le carte, non essere mai né scontato, né prevedibile. Vorrei portare avanti l’orgoglio veneto che c’è in me, ma allo stesso tempo prendere le distanze dai grossissimi limiti che abbiamo, e andare a “rubare” fuori da altre culture, come magari può essere quella africana, quello che possiamo imparare.

Uno dei motivi per cui ho deciso di intervistarti è che non ti ho mai visto sgomitare per essere in prima fila, anzi ho percepito un tuo tirarti indietro da certi eventi, e da certi meccanismi che scattano, quelli per esempio di scegliere chi frequentare in base al numero dei follower. Mi sbaglio?
Credo che in realtà ci sia stato un momento in cui ho cercato di farlo, probabilmente perché ero più insicuro della mia figura. Ci sono state delle occasioni in cui ho cercato di fare l’occhiolino a qualche persona più importante di me, attraverso i tag nelle stories, con la speranza di essere condiviso, per crescere con il numero dei seguaci, ma è una cosa che ho lasciato alle spalle. Sono felice di quello che ho costruito, i brand mi scelgono perché apprezzano i miei contenuti, i follower continuano ad arrivare, vuol dire che ho lavorato e sto lavorando bene, forse sarà dovuto anche all’età, sono maturato e cerco di puntare più sulla qualità che sulla quantità, cercando di fare bene quello che mi piace.

Qual è il tuo social preferito in questo momento?
Il mio social preferito in questo momenti rimane Instagram perché ho la possibilità di comunicare cose più pesanti attraverso le stories e lasciare i reel per condividere cose più leggere, ma altrettanto gratificanti, come possono essere i miei viaggi. Mi piace molto viaggiare insieme ai follower.

Nel 2022 hai fatto coming out: è stata una tua esigenza personale?
Assolutamente sì, è stata una mia esigenza personale. Ti dirò una cosa che forse non ho mai detto a nessuno, ma la mia esigenza era far sì che le persone che volevano collaborare con me, le aziende, le fiere, ma anche gli stessi followers, stimassero tutto di me. A me creava molto insicurezze andare in un posto e non aver messo in chiaro anche la mia sessualità, che non deve essere un problema per nessuno, ma in che in alcuni casi, invece, potrebbe esserlo. Ho preferito rinunciare a certe occasioni lavorative pur di essere me stesso, se il pacchetto Canal non piace in toto, vuol dire che non esiste margine di collaborazione. Preferisco non lavorare con chi non mi apprezza completamente per quello che sono.

Sei uno dei pochi creator che ci mette la faccia, nel caso Ferragni, o nei vari “merdoni” pestati in giro da alcuni influencer o politici, quanto costa in questo mondo essere se stessi e non omologarsi al piattume generale? 
Nel caso Ferragni ero molto infastidito, in realtà sono molto infastidito dalla manipolazione in generale che arriva dal politico o dalla influencer di turno, l’idea che qualcuno si possa approfittare della debolezza degli altri per il proprio tornaconto è una situazione che proprio mi disturba. Nel caso della Ferragni si cercava di nascondere un errore reiterato nel tempo, nonostante lei fosse in torto marcio, per cui alla fine sono contento che il vaso di Pandora si sia rotto, anche se umanamente mi è dispiaciuto e mi dispiace per lei, come mi dispiacerebbe per chiunque fosse messo in difficoltà, però dal punto di vista professionale sono contento che chi si comporta male alla fine paghi un prezzo. Arrivare ad essere coerenti almeno al 90% con il proprio pensiero ed il proprio modo di essere è davvero molto difficile, puoi crearti dei nemici, però alla fine guardarmi allo specchio e riconoscermi, essere fiero di quello che faccio, mi ripaga di tutta la fatica.

Cosa ti piace dei tuoi follower?
Sono molto fiero dei miei follower, che in questi otto anni di lavoro, ho avuto anche modo di incontrare di persona, quello che mi colpisce sempre di più è l’intelligenza, l’educazione e la gentilezza, alla fine vuol dire che sono riuscito a crearmi una community che riesce ad esprimere un parere contrario, ma sempre nel modo corretto, perché alla fine non conta essere sempre dello stesso parere, o avere uno stuolo di yes man, ma avere persone in grado anche di farti cambiare idea, il confronto quando è costruttivo è sempre proficuo.

Tu hai avvicinato un marea di persone alla terra, alla vendemmia, alle bellezze della tua terra, qual è il tuo luogo del cuore (a parte la tua casa)?
Io sono molto felice di aver avvicinato le persone alla terra, ma è un percorso che abbiamo fatto insieme, perché la vendemmia era un momento molto particolare nella vita dei miei, ma io non avevo nemmeno guidato un trattore, venivo da un percorso attoriale, ad un certo punto, quando ho iniziato a fare i video, ho sentito l’esigenza di conoscerne di più, ho anche frequentato il corso da sommelier per imparare a riconoscere i vini e non dire castronerie, quando parlavo delle colline mi informavo, quindi la verità è che tutte le volte che racconto qualcosa, magari la scopro anche io perché mi sono informato ed ho studiato, per poi avere la possibilità di condividerlo. Il mio luogo del cuore sono i Colli Euganei.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
I progetti per il futuro sono proiettati verso i viaggi, adesso sto collaborando con un tour operator organizzando viaggi di gruppo. Sono andati molto bene i primi che abbiamo fatto quest’anno in Africa, siamo stati in Madagascar e in Namibia, il progetto è di farne almeno altri due, tre il prossimo anno. È una cosa a cui dedico un sacco di energie sperando che diventi una parte centrale del mio lavoro, che, basandosi comunque sui social, vivo giorno per giorno. Per esempio adesso cominciano ad arrivarmi proposte di collaborazione per gennaio, e diciamo, si naviga a vista. All’inizio questa cosa mi procurava anche molto ansia per il fatto, per esempio, di non poter programmare la tua vita a lungo termine, adesso mi sono abituato.

Sogni in bianco e nero o a colori? Sei felice?
Sogno a colori mi pare, quasi sempre. Sono molto felice in questo momento grazie ai viaggi che sono una fortuna immensa e grazie anche alle persone che mi stanno intorno in questo momento della mia vita. Sono fortunato e, come mi piace ricordare, sempre grato.