Nobel per la pace: Narges Mohammadi non ci sarà. Chi è l’attivista che si batte per la libertà delle donne

Narges Mohammadi ha vinto il Nobel per la pace, ma, ancora in carcere, non potrà ritirarlo

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Maria Francesca Moro

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È la terza volta nella storia del prestigioso premio che il vincitore del Nobel per la pace non sarà presente alla cerimonia di consegna. Nel 1935 a mancare era stato il giornalista tedesco Von Ossietzky; nel 1991 la politica birmana Aung San Suu Kyi e, nel 2010, lo scrittore cinese Liu Xiaobo. Come i suoi predecessori anche Narges Mohammadi mancherà alla cerimonia perché in carcere.

L’attivista iraniana che si batte contro la pena di morte e per la libertà delle donne è trattenuta nella prigione di Evin, in Iran, dal regime degli ayatollah e non sarà rilasciata nonostante la richiesta del presidente del Comitato di Oslo. Pesano anche le gravi condizioni di salute in cui versa la donna, sottoposta a 154 frustrate a causa del suo impegno civile.

La famiglia di Narges Mohammadi ritirerà il Nobel per lei

Domenica 10 dicembre, a far le veci di Narges Mohammadi a Oslo ci sono il marito Taghi Rahmani e i due figli, i gemelli Ali e Kian. Il conferimento del Nobel per la pace, ha raccontato Rahmani al Corriere della Sera è un “trionfo per il movimento ‘Donna, vita e libertà’ che combatte per la fine di questo regime. Il mondo supporta la nostra lotta. È un riconoscimento per tutti questi anni di battaglie ma porta con sé anche un peso che si aggiunge sulle spalle di Narges e sulle nostre. Ha un prezzo che paghiamo”.

Marito e figli Narges Mohammadi
Fonte: IPA
La famiglia di Narges Mohammadi ritirerà il Nobel per lei

L’avvocato Narges Mohammadi ha fondato il movimento “Donna, vita e libertà” per combattere l’imposizione del velo alle donne imposto dal regime degli ayatollah in Irana. La sua battaglia è iniziata a seguito dell’uccisione da parte della polizia del regime di Masha Amini, 22enne arrestata e torturata perché colpevole di non aver indossato l’hijab nel modo giusto.

A causa della sua lotta a favore della libertà delle donne e contro la pena di morte, Narges Mohammadi è stata arrestata 13 volte e condannata 5 per un totale di 31 anni di pena e 154 frustrate. Attualmente Mohammadi, che soffre di gravi patologie cardiache, è in precarie condizioni di salute. Nonostante ciò, ha iniziato un nuovo sciopero della fame a sostegno della minoranza religiosa bahai.

La lettera dal carcere di Narges Mohammadi

Alla vigilia della consegna del premio Nobel per la Pace, l’attivista è riuscita a inviare una lettera dal carcere, dichiarandosi “profondamente scioccata per il modo in cui il mondo assiste impassibile al massacro e alle esecuzioni del popolo iraniano” e chiedendo “all’Alto Commissario dell’Onu per i diritti umani di intraprendere un’azione urgente e decisiva in nome dell’umanità per fermare le esecuzioni in Iran”.

L’orgoglio dei figli lontani

Quella di Narges Mohammadi e del marito, anch’egli attivista, Taghi Rahmani è una vita dedicata al bene del popolo iraniano, in sacrificio di affetti e vicinanza: “L’ultima volta che ho visto mia moglie è stato undici anni fa” ha raccontato al Corriere. “Kian dice sempre che quando c’era mamma non c’era papà e viceversa. Abbiamo avuto una vita dura per colpa della dittatura”. Eppure, continua l’attivista, “Rifarei tutto, l’unico dispiacere è per i gemelli. Narges si sente in colpa per loro. Una sua frase era ‘perdonatemi, non ho potuto farvi da madre’. Da piccoli non capivano, ora sono fieri di noi”.