Daniele Visconti, la sua storia di amore e morte in un libro, per aiutare a vivere

La storia di Daniele Visconti, suicida dopo una truffa amorosa online, raccontata in un libro per aiutare i ragazzi a non essere più vittime

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Sara Gambero

Giornalista esperta di Spettacolo e Lifestyle

Una laurea in Lettere Moderne con indirizzo Storia del Cinema. Appassionata di libri, film e del mare, ha fatto in modo che il lavoro coincidesse con le sue passioni. Scrive da vent’anni di televisione, celebrities, costume e trend. Sempre con un occhio critico e l'altro divertito.

Pubblicato: 16 Novembre 2023 12:13

Daniele Visconti era un bellissimo ragazzo di 24 anni. Intelligente, sensibile, amava il cinema, scriveva sceneggiature e progettava il suo futuro. Un manipolatore, un predatore online, gli ha strappato quel futuro che sognava, circuendolo, adulandolo prima e vessandolo dopo, spacciandosi per chi non era (un’ avvenente ragazza) e togliendogli qualunque sicurezza e amor proprio, tanto da indurlo al suicidio.

Da allora, dal 2021, i genitori di Daniele, papa Roberto, mamma Lucia e suo Fratello Manuel vivono per raccontare la sua storia al mondo, ai ragazzi, e fare in modo che queste tragedie non accadano più (“Io non ce l’ho fatta come padre a salvare mio figlio dal vortice di pensieri che gli erano nati nella testa, ma vorrei provare a dare una mano ad altri giovani”, scrive Roberto).

Perché nelle romantic scam, che di romantico non hanno proprio nulla se non il nome, nelle cosiddette truffe amorose online può cadere chiunque. Non serve essere depressi, complessati, infelici. Gli scammer si insinuano nelle vite approfittando di momenti di fragilità, insicurezza, tipici degli adolescenti e non solo. La criminologa e psicoterapeuta Virginia Ciaravolo, che ha scritto il libro sulla storia di Daniele Truffe amorose. Da relazione virtuale a morte reale. La storia di Daniele Visconti, Armando Editore, dice proprio questo. Si appella allo Stato affinché sia più presente con le famiglie e ai giovani: “Parlate ragazzi, confidatevi con gli adulti di riferimento, con amici con chiunque può diventare protesi di appoggio. Nessuno è perfetto, nessuno è immune da sconforto, Daniele testardo ha portato sulle sue spalle il peso di un dolore indicibile…voi non fatelo”.

Spero che questo libro serva ad illuminare la mente di qualche ragazzo che si sente solo e a fargli capire che c è tanta gente che può aiutarlo a risolvere qualsiasi cosa, se questo libro aiuterà anche solo un ragazzo allora significa che il nostro Daniele sta facendo ancora del bene (Roberto Visconti, papa di Daniele).

La dottoressa Virginia Ciaravolo ci ha aiutato a capire meglio  come funzionano le romantic scam e come il predatore sia riuscito a divorare la vita di Daniele.

Daniele viene descritto come un ragazzo intelligente, bello (non complessato fisicamente) ma incredibilmente timido e riservato che non riusciva ad aprirsi con gli altri e trovava soddisfazione al suo bisogno di essere amato sul web. La timidezza, la solitudine sociale accomuna spesso le vittime potenziali delle romantic scam?
Potrebbe ma non deve essere considerato l’unico requisito. Nelle truffe amorose ci può cadere chiunque  indipendentemente dai tratti personologici. L’accento è piuttosto sui momenti di fragilità che ogni essere umano può attraversare nella vita. Non dobbiamo leggere la timidezza e la riservatezza di Daniele come una zavorra, ma semplicemente come un tratto caratteriale.

Cosa pensa che abbia spinto Daniele a togliersi la vita? Delusione, vergogna, impotenza o un mix di tutto questo?
L’autopsia psicologica adottata nel libro con interviste alle persone a lui vicino ci indica il profilo di un giovane ragazzo, riservato si, ma con assenza di criteri patologici che lo hanno esposto più degli altri. Lo conferma la consulenza del prof. Barbieri e lo deduco stilando il profilo post mortem: Daniele si è ucciso perché per più di un anno qualcuno si è preso gioco di lui, illudendolo, mistificando la realtà, facendogli credere cose non vere. Per lungo tempo lo scammer ha giocato con i suoi sentimenti, denigrandolo, offendendolo dopo averlo adulato conquistandone la fiducia.

Sia sua mamma Lucia che suo fratello Manuel provano, oltre a dolore e incredulità, anche rabbia. Scrive la mamma: “Non ha pensato a noi genitori, al dolore che ci avrebbe dato? Sono stata tanto arrabbiata con lui quando è successo e ci sono giorni che lo sono ancora. Glielo dico anche a Roberto: è stato un egoista”. È una reazione frequente?
La rabbia della famiglia è fisiologica dopo un suicidio, entrano in gioco tanti sentimenti ed emozioni, sensi di colpa, responsabilità per non aver visto o capito. È una rabbia sana quella di Lucia, che sta elaborando pian piano.

Papà Roberto (quel papà mitizzato e punto di riferimento per Daniele) più di ogni altro si colpevolizza: “Voglio dire a tutti i genitori di stare tanto attenti, mi sto tormentando tantissimo, pensando a quello che avrei potuto fare per evitare ciò. Ho dato anima e corpo alla famiglia, credevo di essere stato molto attento a tutte le cose, invece qualcosa mi è sfuggito. Evidentemente forse attento non lo sono stato”. Come può un genitore captare eventuali segnali premonitori?
È lo Stato che deve farsi carico di campagne di informazione/prevenzione. Questo libro nasce anche sulla solitudine di famiglie lasciate sole quando in casa si palesa un disagio. La famiglia non poteva avere strumenti adeguati per rispondere a quel dolore che Daniele si è portato dentro fino alla fine.

Scrive Daniele a Manuel: “Non fare i miei stessi errori, io ho sbagliato tutto, non ho mai avuto un amico, una ragazza, sono stato solo tutta la vita. Le ragazze sono tutte principesse, ricordatelo. Sposati e fai dei figli, abbi una vita fantastica, goditela e sii sempre felice. Mi dispiace, io non ce la facevo. più, stavo troppo male, era tempo che combattevo e alla fine è arrivata”. Il suo disagio sembra essere antecedente all’epilogo della truffa online. Su questo lavorano i manipolatori?
Daniele aveva i disagi che hanno tutti i giovani di oggi, ma era un ragazzo sano con progettualità futura. Si evince in modo chiaro leggendo la storia, il messaggio di addio è datato sei mesi prima dei tristi fatti e coincide con l’agito vessatorio del predatore che da amante si trasforma nel peggior aguzzino. Certo che ha utilizzato le fragilità di Daniele, i predatori profilano le prede studiandone vizi, gusti, interessi e virtù.

Uno dei compagni di classe individua nel bullismo subito alle medie l’inizio di tutto ( “Secondo me questa insicurezza che non era data dal suo aspetto fisico, ripeto un bel ragazzo, né mentale perché era una persona intelligentissima era un qualcosa forse era legato a qualcosa della sua infanzia, magari legata, al bullismo alle medie, forse lui era sensibile e questa cosa gli ha tolto sicurezza”). Quanto pensa possa aver influito?
Episodi di bullismo sicuramente segnano, Daniele non era pienamente consapevole delle sue doti e delle sue qualità e l’aver iniziato una relazione online sicuramente ha facilitato la comunicazione, lo schermo di un PC disinibisce, ma emerge anche una sua forza interiore, i suoi sogni futuri, le sue capacità scolastiche e di scrittura. Era un giovane uomo che si stava formando e forgiando.

Un altro compagno scrive che parte della colpa potrebbe essere individuata nell’isolamento della pandemia: “Di quella tragedia ho un mio pensiero, credo che il Covid l’abbia destabilizzato, un ragazzo con la sua personalità, chiuso in casa, per così tanto non ha retto è stato per lui deleterio”. All’inizio del libro, scrive che la pandemia ha fatto drasticamente aumentare i casi di depressione nei giovani. Pensa che a distanza di qualche anno la situazione stia migliorando?
La pandemia ha amplificato il disagio in generale ed in particolare quello giovanile. Ha aumentato la diffidenza verso gli altri, ingrandito le paure, alterato le relazioni sociali. Finché non ci avvieremo ad un progetto di sicurezza digitale, di educazione responsabile e consapevole dell’uso di internet, i giovani che più degli adulti utilizzano i Social rischiano problematiche di chiusura in se stessi, di ritiro, di incappare in predatori e truffatori online e nei casi limite di arrivare al suicidio.

Una compagna scrive invece che questa esperienza le ha insegnato che “Parlare coi genitori è sempre una soluzione, i genitori sono sempre i genitori e sono sempre pronti ad aiutarti per quel che possono fare. È sicuramente ascoltarti, come minimo”. La vicenda di Daniele, raccontata e letta, potrebbe aiutare altri giovani?
Questa è stata la motivazione di fondo insieme al ricordo di un giovane bellissimo uomo. Il focus è incentrato sulla prevenzione delle truffe online, quindi sull’uso distorto, ma alza un velo anche sul disagio psicologico dei giovani, ignorato sino ad ora.

Il ministro Anna Maria Bernini scrive: Il tema sul quale concentrarsi è la sensibilizzazione verso la cura della salute mentale. Superare lo stigma del chiedere aiuto, rafforzare le proprie relazioni per poter uscire da quell’isolamento in cui siamo noi stessi a volte a relegare la nostra parte più sensibile. Presidi psicologici gratuiti per gli studenti. Nelle ultime settimane Fedez si è fatto portavoce della richiesta di non tagliare i fondi per la salute mentale, lanciando una petizione per sbloccare i fondi necessari alla salute mentale (“bonus psicologico”) rivolgendosi al ministro della Salute Schillaci. A che punto siamo in Italia, anche rispetto al resto d’Europa?
Lo raccontano le tue parole, dobbiamo affidarci a personaggi pubblici per cercare di fare rumore. Ho apprezzato Fedez e credo nelle parole della ministra Bernini, ma aspetto anche agiti tangibili rispetto alla cura della Salute mentale.

Chi legge il libro, chi arriva a conoscere bene questa vicenda, cosa pensi potrebbe trarre di insegnamento? La triste vicenda di Daniele potrebbe aiutare in questo?
Sì,  il messaggio è forte e chiaro: parlate ragazzi, confidatevi con gli adulti di riferimento, con amici o con chiunque può diventare protesi di appoggio. Nessuno è perfetto, nessuno è immune da sconforto. Daniele testardo ha portato sulle sue spalle il peso di un dolore indicibile…voi non fatelo! Nel libro vi sono info per sportelli o telefoni di aiuto gratuiti in caso di ideazione suicidiaria , chiamate, utilizzate internet nel miglior modo possibile.