Balconi e verande, cosa cambia da oggi

Da oggi chi lo desidera potrà chiudere i balconi e le verande della propria abitazione: ecco le regole da seguire

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Redazione

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Da oggi ci saranno meno vincoli nel settore edilizio: il desiderio di tanti, quello cioè di potere chiudere una veranda o un balcone con vetrate, senza procedure burocratiche, è diventato realtà. Non sarà un abuso edilizio né bisognerà chiedere permessi al Comune, grazie a un emendamento alla legge di conversione del decreto Aiuti bis, approvato in Senato.

Verande e balconi, si possono chiudere con vetrate senza permesso

Niente più permessi da chiedere al Comune per chiudere i balconi e le verande con delle vetrate. È una delle novità contenute nel decreto legge Aiuti bis appena approvato in via definitiva al Senato con i 17 miliardi di misure a sostegno di famiglie e imprese.

È quanto previsto da un emendamento all’articolo 33-quater del ddl conversione numero 115/2022 e che modifica il comma 1 dell’art. 6 del Testo unico Edilizia. Il “via libera” però non è automatico per tutte le tipologie di intervento. Adesso possono essere installate senza chiedere prima l’autorizzazione le Vepa, acronimo che indica le vetrate panoramiche amovibili. Fino a ora per queste strutture, ogni territorio seguiva un proprio indirizzo e ogni Comune decideva autonomamente: molte amministrazioni, infatti, vietavano questi lavori in quanto considerati un allargamento dei volumi dell’abitazione.

Cosa sono le “Vepa”

Quando parliamo di Vepa si intende “un sistema di chiusure trasparenti per la riduzione delle dispersioni termiche e il risparmio energetico, per la protezione, messa in sicurezza e fruizione di verande e balconi inutilizzati”. Sono totalmente trasparenti e, come suggerisce il nome, possono essere rimosse in qualsiasi momento.

Questo tipo di vetrate panoramiche dovranno assolvere funzioni temporanee di protezione dagli agenti atmosferici, miglioramento delle prestazioni acustiche ed energetiche, riduzione delle dispersioni termiche, di parziale impermeabilizzazione delle acque meteoriche, dei balconi aggettanti dal corpo dell’edificio o di logge rientranti all’interno dell’edificio. “Purché – viene specificato nell’emendamento – tali elementi non configurino spazi stabilmente chiusi con conseguente reazione di volumi e di superfici”. Non dovrà insomma essere creata “nuova volumetria” e non si potrà comportare “il mutamento della destinazione d’uso dell’immobile”. 

Altra caratteristica è che le Vepa favoriscano una “naturale micro-areazione che consente la circolazione di un costante flusso di arieggiamento a garanzia della salubrità dei vani interni domestici” ed avere caratteristiche “tecnico-costruttive e profilo estetico tali da ridurre al minimo l’impatto visivo e l’ingombro apparente e da non modificare le preesistenti linee architettoniche”.

L’autorizzazione non serve più

Grazie all’emendamento è stato chiarito quindi che le vetrate panoramiche rimovibili non avranno più bisogno di autorizzazioni, perché di fatto impediscono di ampliare la metratura della propria abitazione. Per le vetrate di questo tipo finora non c’era una regola univoca: ogni Comune decideva in modo autonomo, creando confusione in materia.

Oltre alle vetrate amovibili – che possono essere scorrevoli, a libro o fisarmonica – appartengono alla categoria Vepa anche i cosiddetti “giardini d’inverno” e i sistemi ideati per la riduzione delle dispersioni termiche e il risparmio energetico. Una importante soluzione, specialmente per un inverno che si prospetta difficile e di certo “più freddo” a causa del caro-energia. Chiudendo i punti esterni degli appartamenti si potranno ridurre notevolmente le dispersioni di calore e si potranno avere  anche verande e balconi nel periodo invernale da sfruttare.