Rabbia, aggressività, vittimismo. Insoddisfazione, malessere psicoemotivo. Eppure la società di oggi è caratterizzata da diffuso benessere. La mentalità edonistica che ci esorta a identificare il raggiungimento di soddisfazione totale nel possesso di un bene materiale. Dunque, nasce forte la tendenza a voler accumulare cose, tuttavia appena dopo l’ottenimento di tali beni, nonostante si presupponga che il benessere di ognuno scaturisca dal rapporto tra l’aspettativa e ciò che si vede realizzato nella realtà, si innesca un’insoddisfazione radicale, che ci porta a ricercare qualcos’altro e di diverso, suscitandoci nuovi bisogni, per esercitare il nostro compito di consumatori.
Cos’è che fa scaturire tutto ciò? Il bombardamento mediatico, che ci induce a desiderare cose nuove e ci porta a non porre attenzione alle cose belle della nostra vita, focalizzandoci su quello che non abbiamo e non su quello che abbiamo già. Come uscire da questa trappola?
La risposta ci viene data dal mondo delle pratiche spirituali, meditative, religiose: il sentimento della Gratitudine. La gratitudine è una condizione interiore, uno stato che non dipende da ciò che accade fuori di noi, perché è già in noi.